In questi giorni, il Papa ha dichiarato: “L’aborto è omicidio. I medici che lo praticano sono sicari”. Che un Papa sia contrario all’aborto non stupisce nessuno; secondo la religione cristiana, l’interruzione di gravidanza è considerata un grave peccato. Alcuni sacerdoti l’hanno addirittura definita “un atto ben peggiore della pedofilia” (riferimento a Don Antonio Sciortino). Tuttavia, la gravità risiede nel linguaggio utilizzato dal Papa, che può risultare manipolatorio. Si rivolge direttamente ai medici, facendo leva sui sensi di colpa e paragonandoli a sicari. Molti di loro sono cresciuti, come tutti noi, sotto l’influenza dell’indottrinamento cristiano, che condiziona profondamente le nostre scelte fin dall’infanzia. È proprio a causa di questa religione che la maggioranza dei medici italiani si rifiuta di praticare l’aborto, mettendo a rischio la salute e la psiche di molte donne. In Italia, i ginecologi obiettori di coscienza, che si rifiutano di praticare l’aborto, sono in media tra il settanta e l’ottanta per cento. In regioni come la Sicilia, la percentuale raggiunge l’ottantaquattro per cento, mentre in Campania arriva addirittura all’ottantotto. Nel Nord Italia, la situazione è leggermente migliore, ma i numeri restano preoccupanti: l’ottantuno per cento in Trentino, il sessantatré in Lombardia, e la Valle D’Aosta, la più “civile”, presenta solo il quindici per cento di obiettori. Ciò che è fondamentale comprendere è che, oltre alle questioni morali, esistono problematiche ben più gravi. Se l'aborto legale viene ostracizzato, molte donne potrebbero cercare di interrompere la gravidanza in modo clandestino. Questo può avvenire tramite vari metodi, spesso non sicuri e pericolosi, mettendo a rischio la salute e la vita delle donne. Le procedure clandestine possono essere eseguite da operatori non qualificati o in condizioni igieniche inadeguate, aumentando il rischio di complicazioni gravi. Inoltre, le restrizioni all'aborto colpiscono in modo sproporzionato le donne provenienti da contesti socioeconomici più svantaggiati, che spesso non hanno accesso a informazioni o risorse sicure.
Proprio per tali ragioni, le parole del Papa sono socialmente pericolose, poiché, in nome di un’ideologia sta istigando molti medici a non svolgere il proprio lavoro, mettendo a rischio la vita di migliaia di persone. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, circa quarantasette mila donne muoiono a causa di complicanze legate ad aborti clandestini. Questo dato preoccupante dovrebbe farci comprendere l'importanza di sensibilizzare sull’argomento, andando oltre il fanatismo religioso. L’aborto non può certamente essere preso alla leggera; non è un sostituto della contraccezione. Tuttavia, è altrettanto certo che non può essere vietato né ostacolato. Esistono molte ragioni per cui una donna può decidere di interrompere una gravidanza, e nessun uomo, nemmeno il Papa, ha il diritto di intromettersi in tale scelta. Il problema principale è che, per millenni, gli uomini hanno visto le donne solo come incubatrici. Un tempo, le donne potevano ambire unicamente al ruolo di madri, senza poter coltivare i propri sogni o avere aspirazioni diverse dalla famiglia. Questa immagine è una rappresentazione di Lilith. Sebbene appaia oscura, in realtà cela un significato luminoso: quello di autodeterminarsi. Per millenni, le donne sono state considerate solo delle funzioni, delle fattrici, come se portare avanti la progenie umana fosse un nostro dovere. La verità è che noi non dobbiamo niente a nessuno e nulla di ciò che facciamo è dovuto. Ogni volta che una donna decide di mettere al mondo un bambino, deve affrontare sacrifici che un uomo non deve. Avere un bambino significa sacrificare il proprio corpo, spesso rinunciare ai propri sogni, sacrificare parte di sé stesse. Ed è qualcosa che dovremmo fare solo se ci va, e quando ci va, ricevendo comprensione e gratitudine, dato che è un dono e non un obbligo. Questa immagine simbolica di Lilith, per quanto forte, rappresenta la libertà femminile di scegliere. Lilith è associata al rifiuto della maternità imposta e della sottomissione. Questa caratteristica la rende un simbolo di scelta, anche in relazione alle decisioni riproduttive, incluso l'aborto. In questo contesto, l'aborto rappresenta un atto di autonomia, la possibilità di decidere il proprio destino, che non deve necessariamente realizzarsi nella maternità. Spesso ho visto donne doversi giustificare se non vogliono avere figli, quasi come se una donna senza figli fosse una donna a metà. Le ragioni di tale scelta vengono spesso attribuite a questioni economiche o all’assenza della persona giusta con cui procreare. Ma la verità, che in poche dicono – forse perché sanno che in pochi saprebbero accettare – è che spesso una donna non vuole figli semplicemente perché non le interessa essere madre. Questo vale anche per molti uomini, che non desiderano essere padri e si sentono spinti a farlo solo per obbedire a un costrutto sociale.
Se un individuo, uomo o donna che sia, desidera avere figli, ha tutto il diritto di farlo; è una cosa bellissima. Ma se qualcun altro non ne vuole, non dovrebbe sentirsi in colpa né essere stigmatizzato. Non c’è nulla di male nel voler vivere per sé, liberamente, coltivando i propri sogni e le proprie passioni, seguendo la propria strada, che è unica per ognuno. Per quanto riguarda gli aspetti spirituali, nel Satanismo l’aborto non è considerato omicidio, poiché crediamo nella vita oltre la dimensione terrena. Un feto è visto come un mezzo per l’incarnazione di un’anima in questa dimensione. Pertanto, scegliere di interrompere una gravidanza non è paragonabile a uccidere qualcuno; è più simile a un tassista che dice a un passeggero: “Mi dispiace, taxi fuori servizio”. Il passeggero troverà un altro “grembo-taxi” in cui arrivare in questo mondo. Il moralismo del Papa non è solo pericoloso per la salute delle donne, ma anche ipocrita. Nella Bibbia, Dio dice: “Crescete e moltiplicatevi” e non ha escluso il clero da questo comandamento. Preti, suore e papi che scelgono di non riprodursi sono i primi a peccare. Lo stesso vale per quegli uomini conservatori che bollano l’aborto come omicidio; nella Bibbia, la dispersione del seme è considerata peccato. Quanti di loro possono affermare di non praticare la masturbazione o di avere rapporti non finalizzati alla procreazione? In conclusione, seguite il consiglio di Satana: accettate la vostra natura senza paura e senza vergogna. Se la vostra natura è avere figli, fatene; se invece non lo è, non fatene e, se necessario, abortite. L’essere umano non è bestiame; le donne non sono vacche da riproduzione e gli uomini non sono tori da monta. La genitorialità è una scelta e nessuna religione dovrebbe sfruttare il suo ruolo per assoggettare le persone. Siate liberi.