Da grande e stimato e ricco produttore musicale, adesso Puff Daddy, alias Sean Diddy Combs, si è trasformato in una sorta di mostro accusato di stup*o, abusi sessua*i e altri tipi di violenze, e arrestato ormai da un paio di settimane. E adesso che i suoi celebri White Party sono finiti sotto l’occhio degli investigatori, a tremare è l’intero jet set a stelle e strisce, tra star musicali, sportive e celebrità della televisione (è stata pubblicata una lista con circa novanta nomi) che potrebbero essere chiamate a testimoniare riguardo a ciò che succedeva nelle misteriose feste di Puff che potevano addirittura continuare per giorni interi. Una sorta di fulmine a ciel sereno che ha spaccato il gossip e la cronaca statunitense, eppure qualcuno forse ci aveva già avvertito. Si tratta di Eminem, iconico rapper originario di Detroit, che con Puff non ha mai avuto un bel rapporto, tant’è che in Fuel, canzone che fa parte del suo ultimo album (The Death of Slim Shady (Coup de Grâce), pubblicato lo scorso luglio), sarebbero nascoste informazioni ben precise riguardo le accuse mosse nelle scorse settimane al famoso produttore, e non solo. Ma è tutto vero?
Nel brano in questione, infatti, oltre al classico flow frenetico dello stesso Eminem, ciò che ha colpito fin dal primo ascolto tutti i fan del rapper sono stati alcuni messaggi ben precisi, che sembrano aver assunto un significato solamente negli ultimi giorni, dopo l’arresto di Sean Combs. Secondo quanto riportato da Assodigitale, dunque, “la canzone combina abilmente liriche provocatorie e riferimenti subdoli che rispecchiano non solo il carattere audace del rapper, ma anche le attuali tensioni nel panorama musicale, in particolare quelle legate alla figura di Diddy […] in particolare – continua la spiegazione –, viene messo in discussione il vero prezzo della celebrità e la vulnerabilità che può derivarne, specialmente per coloro che, come Diddy, sono ora sotto i riflettori per ragioni controverse”. Ma a parte i concetti più ampi, Eminem non è certo uno che si nasconde dietro le parole, nemmeno quelle dei suoi brani, ma piuttosto preferisce colpire con forza, come in questo caso. In Fuel, infatti, ha fatto scalpore il gioco di parole tra “rapper” e “raper”, che in italiano vuol dire stuprato*e, un accostamento che adesso viene proprio collegato con il caso di Sean Combs. “Inoltre – si legge ancora su Assodigitale –, la continuazione del verso ‘Wait, he didn’t just spelle the word, rapper and leave out a P, did he?’, offre una frecciatina alla figura di Diddy, quasi insinuando che l’assenza della lettera possa rappresentare una mancanza più profonda”. Ma nel testo sono presenti anche riferimenti a Tupac e Notorious Big, morti entrambi (violentemente) alla fine degli anni novanta, ed entrambi legati, in modi differenti, proprio a Puff Daddy. Comunque sia, il brano negli ultimi giorni è letteralmente esploso, e adesso (su YouTube) conta addirittura oltre dieci milioni di visualizzazioni, mentre su Spotify gli streaming sono arrivati a quota cinquanta milioni (fonte Fanpage.it). Insomma, Eminem, così come Kanye West, ci aveva avvertito?