Se c’è un’azienda che non si lascia spaventare dai capricci della politica internazionale, quella è Ferrari. Mentre i produttori europei tremano all’idea che Donald Trump possa scagliare un dazio del 25% sulle auto importate negli Stati Uniti, a Maranello non sembrano particolarmente turbati. L’amministratore delegato Benedetto Vigna ha rassicurato il mercato: «Siamo pronti con alcune contromisure», ha dichiarato a Cnbc, aggiungendo che la Ferrari aspetta solo di sapere il numero ufficiale delle tariffe prima di mettere in atto il piano. Il messaggio è chiaro: Trump può anche alzare i muri doganali, ma il Cavallino Rampante continuerà a galoppare.
Ferrari e i dazi: una sfida meno complicata del previsto?
A differenza di molti altri costruttori, come fatto notare da Milano Finanza, Ferrari si trova in una posizione privilegiata. Chi compra una Purosangue da 400.000 euro o una SF90 Stradale da mezzo milione probabilmente non smetterà di farlo solo perché il prezzo salirà di qualche punto percentuale. Il mercato del lusso è meno elastico, e il Cavallino ha una clientela che non si fa troppi problemi a pagare di più, purché il prodotto sia all’altezza delle aspettative.
Per questo motivo, se le tariffe doganali dovessero diventare realtà, Ferrari potrebbe semplicemente assorbire il rincaro o, nella peggiore delle ipotesi, ritoccare i listini senza perdere clienti. Certo, il dazio potrebbe comunque incidere sui margini o sulla competitività in un mercato cruciale come quello americano, ma non al punto da stravolgere la strategia dell’azienda.

Un occhio ai dazi, l’altro al futuro elettrico
Nel frattempo, mentre le tensioni commerciali restano un’incognita, Ferrari guarda avanti. La data da segnare in rosso sul calendario è il 9 ottobre 2025, giorno in cui verrà presentata la prima Ferrari completamente elettrica. Un passaggio storico per un marchio che ha costruito la sua leggenda sul suono inconfondibile dei motori termici.
Vigna ha confermato che la supercar elettrica non sarà un compromesso: «Sarà una vera Ferrari», ha assicurato. Un’affermazione che lascia intendere che il Cavallino punterà su prestazioni, esclusività e innovazione, senza scendere a patti con le esigenze della produzione di massa.
E non sarà l’unica novità: nel 2025 Ferrari lancerà sei nuovi modelli, un’espansione aggressiva che conferma il suo dominio nel segmento delle supercar di lusso.

Ferrari batte Trump?
Mentre l’industria automobilistica europea rischia di subire un colpo durissimo dai nuovi dazi americani, Ferrari sembra avere già pronto un piano per schivare il problema. La sua clientela d’élite, unita a una strategia di sviluppo solida e a una gamma di modelli sempre più esclusiva, la mettono al riparo da scossoni troppo forti.
La vera sfida per il Cavallino Rampante non sarà tanto sopravvivere ai dazi, quanto conquistare il futuro con l’elettrificazione, senza perdere la propria anima.
Trump può anche provare a mettere un freno, ma la Ferrari è abituata a correre. E a vincere.
