Su Rai 3, torna Report con un'inchiesta che mette sotto i riflettori un tema che dovrebbe far saltare dalla sedia chiunque abbia anche solo un briciolo di sensibilità: gli animali, in particolare i cani. Questa volta, le telecamere di Report ci portano dietro le quinte del dorato mondo delle esposizioni canine e degli allevamenti di razza, in particolare quelli dei Weimaraner. La giornalista Giulia Innocenzi, già nota per il docu-film Food for Profit sulle atrocità degli allevamenti intensivi, ha messo in luce una realtà che ha ben poco di dorato. Più che amore per i cani, qui sembra ci sia amore per il profitto. Ma andiamo con ordine. Prima tappa del servizio: le esposizioni canine. Avete presente quei concorsi dove i cani sfilano pettinati meglio delle modelle di Victoria’s Secret? Bene, tutto molto bello... peccato che dietro tutto questo ci sia un vero e proprio inferno. Il team di Report è andato all'Insubria Winner, un evento organizzato dall'Enci (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana), dove possono accedere solo i cani di razza, ovviamente. Già, perché i meticci, quelli che si trovano nei canili, evidentemente non fanno scena. E cosa succede a questi cani di razza prima della sfilata? Trattamenti estetici degni di una star di Hollywood: shampoo costosissimi, tagli di pelo maniacali, spazzolature interminabili. Il tutto ogni due settimane circa, per mantenere il cane impeccabile. Roba che molti esseri umani non riescono a permettersi neppure una volta nella vita. Basta pensare al fatto che le tecniche di toelettatura sono più sofisticate di quelle di molti parrucchieri ed esperti del settore. Pare ci vogliano almeno due giorni per preparare un cane da esposizione, con un lavoro di circa sei ore al giorno. Sei ore di lavoro su un cane. Insomma, non è una sfilata, ma un tour de force. E, ovviamente, a pagarne il prezzo è il cane. Alcune razze, come i bulldog francesi, subiscono danni alla salute a causa dei trattamenti eccessivi e delle caratteristiche fisiche esasperate. Ma la domanda sorge spontanea: questi padroni amano davvero i loro cani o li vedono come trofei da lucidare e mostrare?
Passiamo al secondo capitolo del servizio: gli allevamenti di cani di razza Weimaraner. Anche qui l’Enci, che dovrebbe garantire il benessere degli animali, non ne esce proprio benissimo. Le immagini raccolte da Report sono agghiaccianti: cani sottopeso, affetti da dermatiti, piaghe da decubito e funghi, tenuti chiusi in box senza mai vedere la luce del sole. Le femmine? Trattate come fabbriche di cuccioli. Niente amore, niente cure. Solo riproduzione a oltranza per sfornare cuccioli da vendere. E il controllo sanitario? Sembrerebbe che non si facciano neanche i test genetici di base prima di far accoppiare gli animali. E così succede che un maschio monorchide — cioè con un solo testicolo ritenuto — venga comunque messo a riprodursi (questo tipo di difetto genetico non dovrebbe mai essere trasmesso). Come se la cosa più importante fosse vendere cuccioli. La verità è che dietro la facciata dorata di questi allevamenti di razza si nasconderebbe una realtà di sfruttamento puro e semplice. I cani non sono visti come esseri viventi, ma come prodotti da vendere al miglior offerente. E il problema non riguarda solo quell'allevamento specifico, ma molti altri in Italia. Siamo sinceri: in troppi casi i cani sono ridotti a semplici macchine da soldi. Quindi, qual è il messaggio finale? Smettiamola di finanziare questo sistema malato. Adottiamo dai canili o dalla strada. Ovunque, ma non alimentando questa catena di sfruttamento. Sì, il cane di razza fa scena, ma a che prezzo? Aiutiamo chi davvero ha bisogno di una casa, non chi vuole solo gonfiare il portafoglio sulle spalle di creature innocenti. Perché alla fine, un cane non ha bisogno di uno shampoo da cento euro o di un taglio di pelo alla moda. Ha bisogno di amore, cure e rispetto. E forse, più che cani, bisognerebbe educare certi umani.