La faida sull’eredità di Gianni Agnelli torna al centro dell’attenzione con le anticipazioni del programma Report, che ha sollevato dubbi sulla legittimità della compravendita delle quote della Dicembre, la cassaforte dell’impero Agnelli. I fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, attuali proprietari delle quote, hanno risposto con fermezza: “Gli atti del 19 maggio 2004 sono stati validamente sottoscritti con autentica notarile e sono validi. Nessuno può mettere in discussione l’attuale assetto proprietario”. Ma Report sostiene il contrario. L’inchiesta ha rivelato l’assenza dell’originale dell’atto di compravendita e documenti inediti che alimentano sospetti sulla legittimità dell’operazione. Secondo quanto emerso, il conto della Gabriel Fiduciaria, che avrebbe dovuto gestire il pagamento di 80 milioni per l’acquisto delle quote, sarebbe stato chiuso due giorni prima della data indicata nell’accordo. Ancora più pesante l’accusa dei magistrati torinesi, che parlano di una compravendita potenzialmente “fittizia e artatamente costruita”, con 100 milioni di euro che sarebbero passati dai conti di Marella Caracciolo, madre dei fratelli Elkann, a quelli degli acquirenti.
Se le accuse trovassero riscontro in sede civile, il 40-50% della Dicembre potrebbe finire nelle mani di Margherita Agnelli, madre dei fratelli Elkann e figlia dell’Avvocato. Un ribaltone che rischierebbe di rimettere in discussione la catena di controllo di Exor e delle società legate al gruppo, influenzando l’intero impero industriale e finanziario. La difesa degli Elkann non arretra: “Stigmatizziamo le affermazioni scandalistiche e strumentali, che finora sono state sempre respinte in sede giurisdizionale”. Ma il peso delle rivelazioni e l’avanzare delle indagini gettano un’ombra lunga su una vicenda che potrebbe riscrivere il futuro della dinastia Agnelli.