Kim Kardashian continua a usare la propria visibilità per sostenere cause legate alla giustizia penale, e stavolta si è schierata in favore dei fratelli Menendez, condannati per l’omicidio dei genitori nel 1989. Kardashian spinge per la loro liberazione, sostenendo che Lyle ed Erik Menendez avrebbero agito per disperazione, in risposta agli abusi fisici e psicologici subiti per anni dal padre (come dipinto nella serie Netflix “Monsters”).
La vicenda dei fratelli Menendez ha scosso l'America alla fine degli anni '80: Lyle ed Erik vennero arrestati per aver brutalmente ucciso i genitori, José e Kitty Menendez, nella loro lussuosa casa di Beverly Hills. Al processo, la difesa sostenne che i due fratelli avessero agito spinti dalla paura, a seguito di anni di abusi sessuali e maltrattamenti da parte del padre. Nonostante ciò, furono condannati all'ergastolo senza possibilità di libertà condizionale.
Kardashian, che negli ultimi anni ha abbracciato con forza le cause di riforma della giustizia, ha posto l’accento su come nuove prove e testimonianze emergenti possano giustificare una revisione del caso. "Credo fermamente che siano stati vittime di circostanze tragiche, e non meritano di passare il resto della loro vita in prigione", ha dichiarato la star ex moglie di Kanye West..
Non è la prima volta che Kardashian si impegna per ottenere giustizia in casi controversi: già in passato, ha lavorato attivamente per la liberazione di detenuti condannati a suo dire ingiustamente, come Alice Marie Johnson, liberata nel 2018 grazie agli sforzi dell’imprenditrice.
Il coinvolgimento di Kardashian nel caso dei Menendez ha riacceso il dibattito pubblico. Mentre alcuni sostengono che le circostanze degli abusi meritino una revisione delle sentenze, altri ritengono che l'omicidio premeditato dei genitori sia un crimine troppo grave per considerare la clemenza.