Con la nostra intervista “MOW against Toscani”, Oliviero ha fatto incazzare un po’ di gente, perché tra le altre cose ha detto che la Sicilia è ancora mafiosa. Ha fatto incazzare il presidente della Regione Nello Musumeci, ha fatto incazzare Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che hanno parlato sostanzialmente di utilizzo di un inaccettabile e superato stereotipo (c’entrerà qualcosa il fatto che in Sicilia si avvicinano le elezioni?). Quindi abbiamo chiesto a persone titolate se è vero che c’è ancora la mafia. L’abbiamo chiesto all’ex magistrato Ayala (amico di Falcone e Borsellino), al sindaco di Corleone e ai cittadini dello stesso paese, tra gli altri. Al riguardo si è espresso pure Ottavio Cappellani. Dopodiché nel dibattito è intervenuto Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva (il partito di Renzi) e segretario della commissione vigilanza Rai.
Anzaldi in un’intervista a Globalist ha parlato del caso e di MOW: “Inviterei tutti – dice Anzaldi – a leggere l’intervista di Toscani per intero su Mowmag. Si capisce chiaramente che è un uno contro tutti e che si tratta di un’intervista di lancio della rivista (non esattamente, considerando che MOW c’è da due anni, ma vabbè… ndr) che inevitabilmente mira a cercare sensazionalismi per fare notizia”.
Sensazionalismi in che senso? Noi facciamo un’intervista e chiaramente cerchiamo una notizia, come tutti, e la considerazione ci è parsa perciò un po’ degradante. Quindi, per capire cosa intendesse Michele Anzaldi, lo abbiamo sentito.
“Non mi ricordo – dice il deputato renziano – se ho usato esattamente questo termine (sensazionalismo, ndr). Il mio giudizio sull’intervista è che è molto interessante, molto lunga, e Toscani si dilunga su una serie di esempi, di frasi, di argomenti che fanno riflettere. Fanno sensazione, ma fanno riflettere. Quello che volevo dire a chi mi intervistava (e penso che nell’intervista integrale si capisca) è che non si può estrapolare un concetto da un’intervista lunga senza tutto il contesto”.
Contesto che invece Anzaldi ha colto: “Io l’intervista l’ho letta tutta e mi è piaciuta molto. Anzi, nell’intervista che ho fatto su Globalist io dicevo che da lettore appassionato di fotografia ho appreso una notizia che io non conoscevo, di questa nuova iniziativa di Toscani di fare dei ritratti familiari a pagamento (Ricordi stampati, ndr), che mi ha ricordato addirittura un vecchio fotografo americano. E quindi io da lì sono andato a fare delle ricerche, ho approfondito. Io l’ho trovata un’intervista utile per chi segue quel mondo. Se fossi proprietario di un giornale o di una piccola televisione, io «rubando» o semplicamente cogliendo dall’intervista di MOW avrei approfondito tutta questa cosa”.
Quindi scopriamo una passione di Anzaldi che non era nota, quella della fotografia: “Io della mia vita privata, modestia a parte, spero che non si sappia niente. Si tenga presente che io scientificamente non vado in televisione, per cercare di tenere al riparo la mia vita privata. Quindi questa e altre cose non si sanno”.
Ma tornando alle parole di Toscani, la Sicilia è davvero ancora mafiosa (Toscani dice pure che lo è tutta l’Italia, che sarebbe pure fascista)? “La mafia, come la camorra, come altre cose, purtroppo c’è. Può essere ridimensionata, può essere sotto controllo… Ma non è che lo dico io: se c’è una commissione bicamerale che si chiama antimafia vuol dire che ci sarà un problema. Se c’è una direzione della magistratura che si occupa solo di mafia ci sarà un problema. Se ci sono dei magistrati che camminano con delle macchine superblindate e se c’è un magistrato che cammina con una macchina che dissuade i segnali elettrici, unica in Italia, un problema ci sarà. Il che non vuol dire che l’Italia è vittima della mafia. Non lo pensa Toscani secondo me e non lo penso neanche io. C’è un problema che il Paese ha affrontato e ha ridimensionato”.
A proposito di Sicilia, In Sicilia Italia Viva sta con Forza Italia. Molti l’hanno definito un laboratorio. Sarà possibile vederlo anche a livello nazionale? “La Sicilia storicamente nella politica italiana è sempre stata un laboratorio. L’alleanza si può fare – conclude Anzaldi – partendo dal progetto, partendo dall’idea, non dai sondaggi o dalle percentuali”.
Qui sotto il Pistoriale con l’intervista ad Anzaldi.