Napoli si scopre campione del mondo per un'Argentina che nulla ha a che fare con quella di Maradona. E ansima ai rigori, e scende in piazza, tra lacrime e abbracci, a festeggiare in nome di un ricordo, di un simbolo, nel nome di Diego. Nel mentre i tifosi albiceleste scovati in Italia ammettono di simpatizzare Juventus, Inter, Milan, e sì pure Napoli. Gemellaggio a senso unico, chissà al contrario come sarebbe andata, altroché. Basta che si fa festa, anche se per la vittoria degli altri.
Del resto Napoli è rigorosamente napoletana e non ha alcuna intenzione di cambiare. Anzi è la prima ad alimentare quegli stereotipi e pregiudizi che la tengono imprigionata, salvo poi lagnarsi quando i non napoletani la ritraggono in questo modo. Anche stavolta è andata più o meno così, e chi non tifava Argentina è stato pure bullizzato. Prove di una festa scudetto, se mai ci sarà. Forse esiste un vademecum per i campani e chi non lo segue viene scomunicato?
Senza contare i continui paragoni tra il dio del calcio e un suo discepolo (Messi), e poi quella passione per campioni che militano in altre squadre e che non giocheranno mai in quella partenopea. Ridiamo insieme: Juve, Inter, Roma, ex Atalanta, ex Udinese e compagnia. Not in my name. Mentre c'è chi va oltre, e per giustificare il supporto fa pure ricerche su wikipedia, scoprendo ad esempio che nell'Argentina mundial c'è un pezzetto di Napoli, German Pezzella, originario di Frattamaggiore. Questo basta e avanza a giustificare l'attaccamento?
Comm'e' bella 'a citta' 'e pulecenella. Una delle città più belle del mondo, anzi da stropicciarsi gli occhi per la bellezza. E pure piena di contraddizioni e luoghi comuni: ma non vi siete stancati? La pizza, 'o cafè, Ischia, Capri, Pompei, Procida, Caruso, Eduardo De Filippo, Sophia Loren, Massimo Troisi, Totò, Pino Daniele, Maradona: arte, cibo, musica, simboli, che meraviglia. Ma pure auto e scooter che guidano senza logica. Aneddoto personale: una volta in città per lavoro, e senza macchina, mi imbatto in un tassista milanese “emigrato”. “Signorina, mi deve credere, guidare a Napoli è come essere all'inferno”. Benvenuti al Sud. Chissà che punizione stava scontando il poverello.
“Si sa, a Napoli funziona così”. Come se fosse normale pure per loro assurgersi al ruolo di scansafatiche, ribelle e incivile e parte di una cultura arretrata e disonesta. Un po' come Vesuvio pensaci tu o meridionali tutti camorristi. Non è vero, ma ai napoletani piace piangersi addosso, dimenticandosi cosa possono vantare e fare. Perché chi si bea della bellezza dovrebbe anche discostarsi dalle solite pantomime che bollano la città. Avete festeggiato l'Argentina? Liberi di farlo. Ma è solito folclore, anche ridicolo, a essere onesti. Anche nel nome di Diego.