La partita per il controllo di Banco Bpm si gioca su più fronti, intrecciando strategie industriali e logiche geopolitiche che coinvolgono Italia, Francia e Germania. Al centro, i protagonisti Andrea Orcel, ad di UniCredit, Giuseppe Castagna, guida di Banco Bpm, e Crédit Agricole, l’ago della bilancia che potrebbe spostare gli equilibri.
Parigi tra Banco Bpm e Mps
Crédit Agricole, già primo azionista di Banco Bpm con il 9,9%, ha recentemente prenotato una partecipazione potenziale del 15,1% tramite contratti derivati. Una mossa che pone il gruppo francese in una posizione decisiva, con la possibilità di salire al 19,9% previa approvazione della Bce. Castagna punta a consolidare l’alleanza con i francesi, sfruttando le partnership esistenti come Agos (credito al consumo) e la bancassicurazione, per contrastare l’offensiva di UniCredit. Ma c’è di più: un accordo con Crédit Agricole potrebbe accelerare la creazione del terzo polo bancario italiano con Mps, un progetto caro al governo.
Unicredit e l'italianità
Dall’altro lato, Orcel ribadisce il focus sull’italianità di UniCredit: “Il cuore della nostra identità batte in Italia”, ha scritto su LinkedIn. Tuttavia, la strategia del gruppo si articola su una visione paneuropea, con la Germania e la Francia al centro delle operazioni. Mentre negozia il rinnovo del contratto con Amundi per la gestione dei fondi italiani, Orcel cerca di portare i francesi dalla sua parte, proponendo un’estensione decennale dell’accordo con una distribuzione geografica più ampia.
La sfida con Intesa Sanpaolo
Il duello tra UniCredit e Intesa Sanpaolo aggiunge ulteriore tensione. Orcel ha lanciato una sfida diretta al ceo di Intesa, Carlo Messina: “Vogliamo battere il leader del mercato italiano, anche se non abbiamo le loro dimensioni”. Le due banche seguono modelli opposti: Intesa è radicata in Italia, mentre UniCredit si presenta come un player internazionale. Tuttavia, con un utile netto stimato di 9,2 miliardi nel 2024, Orcel punta a consolidare la posizione di UniCredit anche sul fronte interno.
Commerzbank e la dimensione europea
Mentre si disputa la partita italiana, UniCredit guarda alla Germania. La costruzione di una quota del 28% in Commerzbank, in parte diretta e in parte tramite derivati, mostra l’ambizione di Orcel di creare un vero colosso bancario paneuropeo. L’operazione, sostenuta da grandi banche d’investimento come Barclays, è sotto la lente dell’Eurogruppo, che la considera un banco di prova per l’Unione Bancaria.
Crédit Agricole: alleato o avversario?
La posizione di Crédit Agricole resta ambigua. Da un lato, l’interesse a proteggere la propria partecipazione in Banco Bpm; dall’altro, il ruolo di potenziale alleato strategico per uno dei contendenti. Il governo italiano, intanto, valuta l’uso del golden power per tutelare l’italianità di Banco Bpm e contrastare eventuali scalate estere.
Un risiko ancora aperto
La posta in gioco è alta: consolidare il sistema bancario italiano, rafforzare la competitività in Europa e stabilire nuovi equilibri geopolitici. La contesa su Banco Bpm non è solo una questione di numeri, ma il simbolo di un settore in trasformazione. Chi riuscirà a prevalere tra Orcel, Castagna e Messina? E quale ruolo giocheranno Parigi e Berlino in questo risiko bancario? La partita è appena iniziata, ma i colpi di scena non mancheranno.