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Benetton verso la meta? La dinasty vuole pareggiare il bilancio accorciando la produzione e rifacendo a nuovo Treviso (stadio di rugby e parcheggi compresi)?

  • di Jacopo Tona Jacopo Tona

  • Foto: Ansa

13 agosto 2025

Benetton verso la meta? La dinasty vuole pareggiare il bilancio accorciando la produzione e rifacendo a nuovo Treviso (stadio di rugby e parcheggi compresi)?
Benetton accelera sul rilancio industriale con focus su moda, e-commerce e logistica, mentre a Treviso si apre la partita urbanistica su ex Intendenza, Piazza Duomo e stadio di Monigo. In campo piani, investimenti e possibili alleanze strategiche

Foto: Ansa

di Jacopo Tona Jacopo Tona

Il Benetton Group punta al pareggio di bilancio entro la fine del 2026, ma già nel 2025 potrebbe avvicinarsi sensibilmente all’equilibrio operativo. A quindici mesi dalla crisi finanziaria e industriale e dall’arrivo del nuovo Ceo Claudio Sforza, il sostegno dell’azionista di riferimento Edizione - holding della famiglia Benetton - e la conclusione della prima fase di risanamento si riflettono nei numeri. La crisi aveva toccato il punto più basso a maggio 2024, quando Edizione intervenne per garantire la continuità aziendale, stanziando una garanzia complessiva di 260 milioni di euro, oltre agli 800 milioni già messi a disposizione tra il 2018 e il 2023. Subito dopo la pubblicazione del bilancio 2023, che registrava ricavi per 1,098 miliardi e una perdita netta di 230 milioni, il socio versò 90 milioni per sostenere la cassa. Il lavoro del nuovo management ha ridotto le perdite del 2024 di oltre il 50%, sotto i 100 milioni, migliorando la posizione finanziaria netta da -460 a -411 milioni e mantenendo i ricavi a 916,9 milioni. Questo progresso ha consentito di rinviare di sei mesi, da gennaio a luglio 2025, il versamento della seconda tranche di 30 milioni. L’intervento complessivo previsto per il biennio potrebbe così scendere da 60 a 50 milioni.

Alessandro Benetton Ansa
Alessandro Benetton Ansa

La prima fase del piano di Sforza ha puntato su cinque pilastri: rilancio del brand, potenziamento dei canali digitali, razionalizzazione della rete commerciale, efficientamento produttivo e riduzione dei costi. Tutte le funzioni aziendali sono state concentrate a Castrette di Villorba; i punti vendita diretti sono stati valorizzati e il digitale rafforzato. Sul fronte produttivo, il ciclo di sviluppo collezioni è passato da 12 a 6 mesi e l’approvvigionamento è stato riorganizzato per ridurre inefficienze, riequilibrando il rapporto tra produzione interna ed esterna. Consolidati i risultati, Benetton avvia la fase di rilancio. A luglio è stato illustrato ai sindacati il nuovo piano, che prevede una governance più snella e la creazione, da settembre, di business unit autonome. Le prime saranno focalizzate su e-commerce e logistica, con l’obiettivo di attrarre soci industriali nel capitale e aumentare la competitività, accelerando ulteriormente i tempi di produzione e ampliando i canali digitali.

Alessandro e Luciano Benetton
Alessandro e Luciano Benetton Ansa

E non solo: la Dinasty è anche impegnata sul fronte locale. Tra il Comune e l’ex tribunale di Treviso, oggi quartier generale del gruppo Benetton, è in corso una complessa partita urbanistica che coinvolge più aree strategiche della città. Sul tavolo, la riqualificazione del quadrante compreso tra via Canova e via Riccati, che include gli ex uffici dell’Intendenza di Finanza e l’ex caserma della Guardia di Finanza: edifici storici con tre cortili monumentali e portici, chiusi al pubblico da anni. A questo si aggiungono il destino di Piazza Duomo e il progetto di rinnovamento dello stadio di rugby di Monigo, che prevede una nuova tribuna coperta finanziata con un contributo regionale di 500mila euro. Tre operazioni ambiziose e strettamente collegate. Il sindaco Mario Conte conferma il dialogo costante con la famiglia Benetton: «I rapporti sono buoni e stiamo discutendo di progetti tra loro connessi, che richiedono valutazioni approfondite». Dalla fine di luglio l’attenzione si concentra soprattutto sul recupero del complesso tra via Canova e via Riccati. Property, società controllata da Edizione Spa, sta per cedere l’intero immobile a un operatore immobiliare romano e ha chiesto al Comune il cambio di destinazione d’uso dei locali al piano terra - oggi commerciali - in residenziali. La modifica, spiega l’amministrazione, renderebbe l’operazione più appetibile per il mercato. «Non è una decisione banale - precisa Conte - perché influenzerà un intero quadrante del centro storico. Si tratta di residenze di alta qualità, non accessibili a tutti, e serve un’analisi accurata».Il dossier è legato anche al futuro di Piazza Duomo, la cui riqualificazione richiede il coinvolgimento della Diocesi. Obiettivo dichiarato: eliminare il parcheggio attuale, ma solo dopo aver creato alternative. «A settembre - annuncia il sindaco - apriremo il bando per il fast park nell’area ex Telecom dietro lo stadio Tenni e presenteremo il nuovo piano parcheggi». La terza tessera del mosaico riguarda lo stadio di rugby di Monigo, ormai punto di riferimento internazionale per la palla ovale. La riqualificazione prevede la nuova tribuna coperta e la ridistribuzione degli spazi interni per rafforzarne il ruolo di polo sportivo di primo livello. «Per Monigo siamo pronti a partire» conclude Conte.

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