Matteo Gracis, giornalista e volto noto anche sui social, ha pubblicato su YouTube un video in cui racconta la sua ultima (dis)avventura in Spagna. Proprio mentre stava per raggiungere Valencia, si è ritrovato nel bel mezzo di un blackout che ha trasformato il suo viaggio in un vero e proprio percorso a ostacoli. Dal kit di sopravvivenza con radiolina FM (che gli ha permesso di rimanere aggiornato) al sorprendente uso di un suo clone digitale per pubblicare video sui social – pur essendo completamente isolato da qualsiasi connessione internet – Matteo ha condiviso tutto con la sua solita schiettezza. Ma la domanda che ci siamo fatti è: cosa ha causato davvero questo blackout? È stato un evento naturale, un guasto tecnico, oppure – come sostengono alcuni – dietro c’è la mano di un attacco hacker? Le teorie, anche le più strampalate, non sono mancate. Allora siamo andati a chiederlo direttamente a lui, che in Spagna c’era e che l’ha vissuto sulla pelle. Ecco cosa ci ha raccontato.

Gracis, crede alla versione ufficiale, cioè che sia stato un problema climatico, oppure che si tratti di un attacco hacker?
Sinceramente non ho un'idea chiara sulle motivazioni per cui c'è stato questo blackout. Da quello che ho capito, neanche le autorità al momento ce l'hanno. Ipotizzano un evento climatico anomalo, però allo stesso tempo, soprattutto nelle prime ore del pomeriggio di ieri, la prima versione era quella di un attacco informatico. Al momento non hanno escluso niente neanche loro. Io non è che credo o non credo, diciamo che tutto può essere. Però, come ho detto nel mio video, ritengo che bisogna cercare di rimanere con i piedi per terra. Io sono un amante del pensiero critico e un sostenitore del beneficio del dubbio, sempre e comunque. Ma questo non vuol dire che bisogna trovare tesi cospirazioniste o vedere complotti dappertutto.
Quindi secondo lei come si dovrebbero affrontare queste teorie alternative?
Per me vedere complotti dappertutto è tanto grave quanto non vederli da nessuna parte. Quindi invito alla lucidità, invito a fare dei ragionamenti provando a capire se quelle tesi siano o meno plausibili. Le teorie che sento, chiamiamole “alternative”, o anche da alcuni canali di controinformazione, dicono che questo blackout sarebbe stato indotto da qualcuno, da entità come i “poteri forti” o “l’establishment”, insomma, da qualche forza oscura. Secondo queste tesi, si tratterebbe delle stesse entità che portano avanti l’Agenda 2030 del World Economic Forum, che promuove cose come l’abolizione del contante, una vita sempre più digitale, l’uso di automobili elettriche e tutto il resto in questo senso.
E secondo lei queste ipotesi hanno fondamento?
Io mi chiedo: perché mai queste stesse entità dovrebbero causare un blackout che invece spinge le persone nella direzione opposta? In Spagna ora tantissimi rivaluteranno l’importanza di avere contanti a portata di mano, oppure magari eviteranno di acquistare auto elettriche. Quindi, che senso avrebbe una manovra del genere? Detto questo, io non escludo niente. Però questo è il mio ragionamento al momento.
L’Italia rischia di vivere una situazione simile a quella spagnola?
Assolutamente sì. Ma non solo perché è successo in Spagna. È un’idea che ho da tempo. L’Italia, secondo me, è molto più fragile della Spagna. Dal punto di vista della conformazione geografica, l’Italia è fragilissima. Le infrastrutture sono obsolete, siamo una penisola circondata dal mare, e molte città, come Venezia, sono tra le più vulnerabili al mondo.
Quindi pensa che l’Italia sia più indietro rispetto alla Spagna?
Molti credono che l’Italia e la Spagna siano allo stesso livello, ma non è vero. Lo erano dieci anni fa, ora la Spagna è molto avanti su tanti fronti: lavoro, welfare, servizi ai cittadini, autonomia e sovranità. La Spagna, a differenza dell’Italia, non è una colonia degli Stati Uniti. E quindi dico: siamo in un’epoca molto instabile. Che sia per cambiamenti climatici, inquinamento o geo-ingegneria, poco importa. È così. Sottovalutare tutto questo è da ingenui. Io l'ho visto anche ieri qua a Valencia, ma mi era già capitato di vivere una situazione simile in Italia nel 2018 per la tempesta Vaja, quando noi in provincia di Belluno restamo quasi una settimana senza corrente, tra l'altro in un luogo di montagna con il clima rigido. Qquindi difficoltà interessanti, però già i tempi abbiamo fatto questa riflessione e l'ho vista anche ieri, noi abbiamo costruito una società estremamente fragile, quindi ci basta pochissimo per andare in tilt. Sse fosse successo un black out un secolo fa, per assurdo, andavano molto meno in panico le persone, adesso ci tolgono il telefonino e siamo come dei bambini in mezzo al deserto
Dovremmo prepararci di più a queste situazioni?
Ma certo. Non so quali siano le cause, guerra, blackout, tempeste, terremoti, ma penso che in futuro ci troveremo spesso senza le nostre tecnologie. Questo non vuol dire vivere nell’ansia. Non voglio fare terrorismo psicologico. Io vivo tutto con tranquillità, ma credo che serva lucidità e magari concentrarsi un po' di più sulla prevenzione come fanno altri paesi, a partire dal Giappone per altri problemi, piuttosto che non sulle tesi cospirazioniste. Io vedo un'energia enorme delle persone nel cercare di capire i fili oscuri che sono queste cose qua e contemporaneamente però se ne fregano di quelle che potrebbero essere delle prevenzioni o delle azioni concrete per salvarsi, per evitare grossi problemi nel caso di emergenze.
