Carlo Acutis diventerà santo il 27 aprile 2025, la scelta arriva dopo che Papa Francesco, questa primavera, ha riconosciuto un miracolo compiuto per sua intercessione, la guarigione di Matheus affetto da pancreas anulare, una rara patologia congenita. Nel 2006 morì per una leucemia fulminante. Diventerà il primo santo tra i Millennial e patrono di Internet, sostengono, per via non solo della sua età ma anche della sua passione e del suo talento per l’informatica. È giusto che diventi santo? A differenza di altri ambiti, il bello della Chiesa è che ti dà il tempo per curare la tua fede, lasciando che certi problemi vengano gestiti da esperti e istituti preposti. Per cui la risposta potrebbe suonare così: fino a prova contraria sì. Esiste un garantismo agiografico, che permette a ogni credente di dire: se il Papa crede sia così, dobbiamo partire credendoci anche noi. Questo non significa non poterne dubitare, ma problematizzare la questione a partire da una concessione caritatevole (termine tecnico stavolta, non religioso; “caritatevole”, cioè inclini a considerare positivamente ciò che ci si presenta davanti) dell’oggetto del dibattito. Non c’è nulla di male a crederlo santo. Acutis si è comportato da santo moderno, dedicando la sua giovinezza alla fede, a Dio, provando a testimoniare anche per computatrum, cioè per via informatica, con siti e video, la Grazia.
Come suona strano parlare di santi. Parole rare, che generano imbarazzo. Grazia, santo, fede, amore, carità, testimonianza. Nell’era digitale pare non esistano più. Oggi esistono altri termini, fluidità, che è il contrario di fede, poliamore, che è il contrario di amore, shitstorm, che è il contrario di carità e così via. Acutis è probabilmente anche per questo un santo. Uomo giovanissimo che ha affrontato la modernità, non si è nascosto, per lasciare che filtrasse anche nel paganizzato telaio virtuale un po’ di cattolicesimo. In fondo il filosofo cattolico Augusto Del Noce sosteneva che non ci si poteva dire cristiani e odiare la tecnologia. Per Acutis l’Eucarestia era una “autostrada per il Cielo”, il mondo un enorme tritacarne che rischia di omologare tutti. Rischiamo di morire fotocopie, diceva. E la soluzione quale poteva essere se non l’imitatio Christi? Se guardi Dio non ti annulli, resti originale, unico, eccentrico. Acutis diventerà santo, il primo tra i millenials, che di santi ne hanno bisogno. E il Papa ha scelto di fare santo non un primitivista pericolosamente fuori dal tempo, ma un ragazzo così tanto innamorato della vita da averla resa, altra cosa rarissima, un buon esempio. Non un esempio di successo, ma un esempio buono. Buono.