I prezzi salgono e al consumatore non rimane che difendersi. Il controesodo di Ferragosto è già iniziato, ma molti sono ancora in ferie: nell'estate del caro ombrellone, del caro prezzi, non ci rimane che capire come scegliere cosa comprare, dove cenare. Ne abbiamo parlato con il critico enogastronomico Edoardo Raspelli, il quale non ha dubbi: i costi sono aumentati, lo dimostra la realtà ed è inutile negarlo. Le testate e i social? Tutti parlano di cibo stellato senza tenere conto di quanto, davvero, possano spendere gli italiani. La spesa? Spiace per i piccoli commercianti, ma le grandi catene offrono buoni prodotti e, in più, stanno lanciando la loro ristorazione. Dove andare fuori a cena? Agriturismi, osterie, senza giudicare negativamente se le portate sono poche.

Abbiamo visto un aumento notevole dei prezzi, per frutta e verdura si parla addirittura del 5,1%, mentre a giugno eravamo sul 4,2%. Che cosa ne pensa?
Io purtroppo non mi occupo di economia, mia madre avrebbe detto che ho fatto il classico e non posso capire. So però da consumatore, da persona il cui lavoro è mangiare e utilizzare quei prodotti, che bisogna fare attenzione. Quando sono in autostrada, ad esempio, non vado più a fare il diesel in autostrada, non prendo più il caffè a 1,40/1,50€, negli Autogrill. Non posso parlare di boicottaggio, ma diciamo che nel mio piccolo mi rifiuto di affrontare certe spese.
Trova che questi aumenti siano giustificati?
Non ho questa capacità di analisi, però è un po' come quando raccontiamo i ristoranti. Mi va bene raccontare il grande ristorante, ma una famiglia composta ad esempio da quattro persone, non può andare come niente fosse in un ristorante con menù guidato a 100 euro a testa. Quanto guadagna la gente in media? Noi questo non possiamo dimenticarlo.
Io inorridisco quando sulle testate viene dato spazio a certe cose: penso alla carbonara con la fogliolina d'oro ad esempio, che sembra una novità ma la foglia l'aveva inventata Gualtiero Marchesi. Tu imprenditore vuoi creare queste cose e la gente viene a mangiare, va bene, ma io mi vergogno per uno che scrive e che esalta questo piatto anziché stroncarlo come una volgare ostentazione.
Non me ne frega niente del ristorante stellato, io vado all'Ipercoop a Domodossola e mangio lì dopo aver fatto la spesa con mia moglie. Oppure me ne vado nell'agriturismo.

C'è stata una sorta di mistificazione da parte dei media, che hanno fatto credere alle persone che questo genere di spese siano alla loro portata, quando invece non lo sono?
Esatto. Nel giornalismo, sui social c'è una mistificazione: tanto per iniziare, perché chiunque si mette a raccontare a pagamento con video bellissimi, molto professionali, di ristoranti sconosciuti che chissà poi come sono davvero.,Se un ristorante è grande, fa le cose in maniera seria, tanto di cappello: il problema sono gli altri.
C'è stata una mistificazione anche per quanto riguarda il caro spesa?
Io mi sono rifugiato in Piemonte in un paesino, ma vedo che le spiagge hanno file di ombrelloni aperti ma vuoti, vedo gente che dice che ci sono prezzi astronomici: questo è un dato di fatto. Teniamo conto che noi italiani, come nel resto del mondo, siamo preoccupati: cosa succede tra Usa e Russia, tra Russia e Ucraina? E le persone che protestano a Tel Aviv, sono contro il loro Paese? Questi motivi politici di tensione creano un'angoscia che dovrebbe limitare le spese: se c'è meno domanda, i prezzi dovrebbero scendere. Probabilmente c'è ancora domanda sufficienza.
Spesso viene lanciato l'allarme sul caro prezzi, però poi i prezzi non scendono...
Vedo sempre più le persone dai City Angels a Milano, vedo che Pane Quotidiano e queste associazioni misericordiose hanno sempre più da fare. Ricordo che già la Moratti molti anni fa, quando era sindaco di Milano, parlava di nuova povertà. Non vorrei essere troppo pessimista, però non mi pare sia un bel momento

Che consigli darebbe ai consumatori?
Per quanto riguarda la ristorazione, puntare sugli agriturismi, sulle trattorie. Non arrabbiarsi se un ristorante ha pochi piatti perché, in generale, i ristoranti hanno ridotto sia l'assortimento che la carta dei vini. Prima, quando ho iniziato, un ristorante piemontese ti poteva mettere davanti anche 15-20 antipasti: i ristoranti erano strapieni di vini, ma poi non vendevano un tubo.
È chiaro che poi il grande ristorante, quello che ti fa pagare tanto, deve avere un assortimento importante. Per il resto accontentarsi, non abbuffarsi, guardare con attenzione il menù, fare attenzione a cosa si vende.
Se invece dovesse dare un consiglio per fare la spesa?
Mi dispiace per i piccoli negozi, però oramai le grandi catene offrono cose molto buone. All' Ipercoop io ho mangiato dei piattini, niente di straordinario, però dei piattini fatti in casa nella cucina dell'Ipercoop. Non solo puoi andare nei banchi e trovare prodotti a prezzi abbordabili, ma vedo anche che tutte le catene dei supermercati stanno lanciando la loro ristorazione.
Quindi boicottiamo i ristoranti stellati e viva la grande distribuzione?
Boicottiamo no, perché sono dei professionisti che rischiano, però non esaltiamo -anzi: non suggeriamo- solo questi ristoranti dove magari i giornalisti spesso non pagano il conto. Io vado a mangiare fuori per scriverne, e devo scrivere per la gente, e la gente non ha milioni da buttare via. Poi tanto di cappello per tutti i grandi, però non ci sono solo quelli: l'italiano medio ha bisogno di posti medi e noi che scriviamo, dobbiamo pensare alla gente.
