Dall’estate italiana ci si aspetta sempre lo stesso copione: vip a Capri, yacht in Sardegna, prosecco al tramonto in Costiera. E i social, puntuali, confermano: Dua Lipa brinda tra Palermo e Sorrento, Kylie Jenner si rilassa in un resort da sogno in Toscana, Clooney sforna i soliti sorrisi sul lago di Como. Ma mentre il jet set svacca felice nel Belpaese, la realtà – quella vera – è un’altra. A Rimini, simbolo della vacanza popolare all’italiana, luglio è stato un disastro: camere vuote, tariffe al ribasso, turisti che spendono il minimo sindacale. Il 58% degli hotel ha abbassato i prezzi rispetto al 2024, e oltre il 60% ha visto meno del 20% di clientela straniera. Abbiamo chiesto a Edoardo Raspelli, cronista gastronomico di razza, se l’Italia non stia diventando un parco giochi per ricchi. La sua risposta? Schietta come sempre: “Il turismo si sta spaccando in due. Da una parte ristoranti da 500 euro a Dubai o Capri, dall’altra agriturismi dove si mangia bene con 35 euro. E indovina dove va la gente normale?”. Raspelli parla di vacanze vere, di quelle dove non servono i filtri di Instagram. E ci ricorda una cosa: il turismo è cambiato, ma l’Italia non è solo lusso da cartolina. È anche un piatto buono a poco prezzo in un borgo di provincia. Però sì, quest’estate o sei Clooney… o sei in saldo.

Cosa succede al turismo in Italia, secondo lei?
Stavo proprio guardando adesso una cosa su Mazara del Vallo, da Gambero rosso. Dicono che Mazara del Vallo, che per me è una delle città de La Gola, in confronto ai 500.000 visitatori di, che so, Acireale, ne ha solo 100.000. Quindi, crisi… Ho letto sempre su Facebook, in queste ultime ore, di un'altra città turistica, marina, dove le spiagge sono vuote. Io non giro molto in questo periodo, perché per me è il momento peggiore per muovermi. Il mio rifugio, anche dal punto di vista psicologico, è in cima al Piemonte, in una località appartata, molto bella, in mezzo ai boschi, con prati, eccetera. Ma non è certo in cima ai pensieri dei turisti, e mi va bene così. Ovviamente, per chi vive in un territorio è molto importante che ci sia il turismo, soprattutto se uno lavora nel settore di ristoranti, alberghi, prodotti alimentari, prodotti gastronomici... che sono ovviamente una fondamentale attrazione per il turista.
Per esempio, Rimini. Dicono che non sembra più Rimini: l’estate che prima durava mesi, per l’italiano oggi dura tre giorni. Come mai?
Forse era proprio quella spiaggia che avevo visto di corsa... Rimini è un ricordo della mia infanzia. Da bambino andavo da quelle parti, ho avuto una nonna con parenti che erano stati capitani reggenti varie volte a San Marino. E poi, come tutti i bambini milanesi, la riviera romagnola — in particolare Rimini — era una destinazione. Prima si andava in colonia, poi, chi poteva, con i propri genitori: papà, mamma, alberghi, pensioncine, case... Sì, però Rimini, con l’enorme successo e l’enorme frequentazione degli anni passati — non so ora — io, sinceramente, non ci andrei mai in alta stagione. Ma è una questione di carattere: io non mi muoverei mai in altissima stagione. Adesso, con mia moglie e i miei figli, oggi... cosa facciamo a Ferragosto? A Ferragosto non andiamo da nessuna parte. Restiamo nella nostra casa che abbiamo affittato in cima al Piemonte da molti anni. Ci siamo ormai trasferiti lì da quattro anni. Mangiamo in casa, tranquilli, con una cenetta e, magari, un piccolo extra per Ferragosto.

Si parla anche di Alassio, di come i prezzi stiano aumentando senza però far aumentare gli introiti. Quindi sarà anche una questione di prezzi?
Ho visto una cosa su Facebook, porca miseria, a Portofino. Come commentava mia moglie stamattina, a Portofino due ore di sosta con la macchina costano 19,90 euro. Per due ore! Allora, è chiaro che questo sistema, applicato un po’ qua e un po’ là, tende a escludere chi non ha soldi, e fa di un posto un’attrattiva solo per ricconi. E poi però succede che certe città, certi luoghi si svuotino. Ma non bisogna andare per forza in riviera romagnola. L’anno scorso ho avuto un piccolo lavoro da fare al Vinitaly, a Verona. Era pazzesco parcheggiare: a destra e a sinistra, tutto pieno. Ho trovato un parcheggio sotterraneo di fronte all’ingresso del Vinitaly. Qual era? Quello dell’Esselunga, un supermercato che io ho visto nascere da bambino. Lì si mangia anche molto bene, con le cose che si comprano. Bene, in quel parcheggio, la prima ora era omaggio, poi la seconda era una stangata — adesso non ricordo quanti soldi.
Stessa cosa anche in Toscana. Le possibilità iniziano a mancare...
La gente ha paura. Io credo che non si capisca più dove va a finire il mondo. Ci sono stagflazioni, bombe, sparatorie, minacce economiche, fisiche... non si è tranquilli. Almeno, uno vuole andare in giro a divertirsi! E poi i soldini sono quelli che sono. Io, da cronista gastronomico, non vado in ristoranti celebri dove, magari a Dubai, un menù degustazione costa 500 euro. Non mi interessa nemmeno segnalare un ristorante milanese — magari buonissimo, dove non sono mai stato — dove ti fanno la carbonara con una fogliolina d’olio italiano e te la fanno pagare 70 euro. Nei miei racconti — che faccio in chiave amichevole, nei ristoranti che provo — vado in ristoranti normali, dove la gente mangia bene, benino, e si spende il giusto. Se guardi i miei ultimi post su Facebook, TikTok e Instagram, ho mangiato addirittura all’ipercoop. L’altro giorno ho mangiato in un agriturismo vicino a dove vivo io, cioè vicino a Domodossola. Avevo un evento nel pomeriggio, ma sono capitato lì come cliente inatteso, pagante. Poi mi hanno ospitato, ma loro non mi aspettavano. Due ore prima dell’evento ho mangiato in un agriturismo a Monastero Bormida, dove uno mangia una degustazione completa, buona, assortita, con bicchiere di vino, per 35-40 euro. Questa è la funzione del giornalismo.

Parlando di agriturismi, sembra che sia più economico andare in montagna o in campagna, rispetto alla spiaggia.
La gente ha capito che una delle voci che incide di più sui costi dei ristoranti è, ovviamente, l’acquisto delle materie prime. Gli agriturismi veri, reali — quelli che producono in casa la materia prima, che sia bovina, suina, o la farina per il pane — hanno certi risparmi. Una volta, grazie a Luigi Veronelli, i ristoranti si riempivano di migliaia e migliaia di bottiglie che poi rimanevano invendute. Ma chi se ne frega? Adesso va bene il grandioso ristorante, ma noi giornalisti dobbiamo scrivere per le persone normali, quelle che comprano i giornali.
Un'altra cosa che sembra aver fatto calare il turismo è la tassa di soggiorno, che pare abbia fatto diminuire le presenze dell’80%.
Quello non lo so... perché la tassa di soggiorno è di 1 o 2 euro, non è chissà che cosa. Il problema è quando una camera matrimoniale, anche fuori stagione, ti viene fatta pagare 180 euro in un albergo a tre o anche quattro stelle. Quando uno spende, da solo, per una cameretta comoda quasi 200 euro...Ragazzi miei, per guadagnare 200 euro quanto ci mettiamo? Quanto guadagna un italiano medio? Un pensionato?
L’Italia è diventata una specie di parco giochi per ricchi e VIP? Le persone abbienti riescono a godersi la vacanza tipica italiana, ma l’italiano medio non ha queste possibilità....
È assolutamente vero. Tanto è vero che c’è il boom di mete vicine, come l’Albania, per esempio. Io ci sono stato due anni fa, per un evento, di corsa. E ragazzi miei... tu vai in Albania e trovi panorami, ristoranti dove si mangia benissimo, produzione di mozzarella di bufala...Ovviamente, perché la fanno? Perché il padrone dell’azienda ha studiato in un caseificio italiano. Siamo così vicini che i paesi vicini ci fanno concorrenza. Si va in Albania non solo per i dentisti che costano meno, ma anche perché le vacanze costano molto meno. Ecco, però attenzione: io purtroppo non mi occupo di economia, non capisco nulla di numeri. Però è un dato di fatto: quando vedi un giornalismo che esalta solo i vertici, allora è chiaro. Bisogna anche parlare della Ferrari, certo, ma non tutti possono permettersela. Raccontatemi anche delle macchine normali. Lo stesso vale per la ristorazione, per il turismo e per le mete enogastronomiche.
