“Una storia di serie B, oscurata da quella di Emanuela Orlandi”: è il biglietto da visita di Italian Girl, il nuovo podcast di Gabriele D’Angelo uscito su Storytel. Cinque puntate, trenta minuti a episodio, una sola domanda che da oltre quarant’anni non trova risposta: ma che fine ha fatto Mirella Gregori? Aveva solo quindici anni, viveva in via Nomentana a Roma, scomparsa il 7 maggio 1983, poco prima di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana sparita nel nulla il 22 giugno dello stesso anno. E per quarant’anni la sua storia è rimasta sul fondo, come se l’eco del caso Orlandi avesse seppellito tutto il resto. Anche la voce di Sonia De Vito, la sua migliore amica, l’ultima ad averla vista. Nel podcast Italian Girl, Sonia parla per la prima volta. Lo fa dopo anni di sospetti, accuse e veleni. “Tutti mi puntano il dito contro, ora parlo io”. La sua famiglia gestiva il Bar Italia, a pochi metri da casa Gregori. Lì, il 31 ottobre 1983, i servizi segreti intercettarono una conversazione decisamente importante. “Lui ci conosceva, contrariamente a noi che non lo conoscevamo. Come ha preso Mirella poteva prendere anche me”, disse Sonia a una commessa. Frase mai dimenticata, che ancora oggi alimenta sospetti. A chi si riferiva? Conosceva il rapitore di Mirella?
Sonia chiarisce così: “Quella frase non era niente, nel senso che non nasconde niente. Era un lui ipotetico. Io ho detto lui ma non lo so se era lui, se era lei, se erano loro. Grazie a Dio ognuno è libero di pensare quello che crede, ma la mia coscienza sta a posto, poi mi dispiace tantissimo che Maria Antonietta Gregori pensa questo, mi dispiace proprio tanto, è lei che deve trovare il male dove non c’è, deve trovare il marcio dove non ci sta. Se fossi un’amica come ha detto lei allora sarei un’amica di mer*a, io invece le ho sempre voluto un bene infinito e penso che anche lei mi volesse lo stesso bene”.

Maria Antonietta, sorella di Mirella, l’ha spesso accusata di reticenza. Dicendo che Sonia avrebbe riferito che Mirella stava andando a suonare la chitarra a Villa Torlonia con degli amici. Ma oggi la De Vito smentisce tutto: “Chi l’ha mai detto che tua sorella andava a suonare la chitarra? Non è che lei andava con gli amici a suonare la chitarra. Lei mi disse che loro andavano a suonare la chitarra, che lui aveva piacere di salutarla, anche lei evidentemente aveva piacere di salutarlo, me le ha dette precise queste cose”. Ricostruisce quel pomeriggio come una scena congelata nel tempo, chiarendo chi potrebbe essere questo lui: “Io ero in bagno e lei è arrivata. Innanzitutto lei aveva fretta, lei aveva premura, era passata a dirmi che Alessandro aveva citofonato. E quindi ho pensato ad Alessandro De Luca, il nostro ex compagno di scuola. Non mi ha detto Alessandro De Luca, mi ha detto Alessandro, però per me è stato normale pensare a lui. E io le ho detto: ‘Ma che ci vai a fare?’ E lei: ‘No, vado solo per un saluto poi torno’”. Quel “Alessandro” che citofonò a Mirella è ancora un fantasma. Forse era De Luca, forse un altro Alessandro, come racconta Simona De Santo, un’altra amica. Ma in Italian Girl compare anche l’ombra cupa di Marco Fassoni Accetti, il fotografo che si è più volte autoaccusato del rapimento. Anche di quello di Emanuela Orlandi. Disse che a citofonare fu proprio Sonia, ripresa dai suoi stessi filmati. Lei replica: “Non lo conosco. Io a suonare il citofono? Embè sarebbe curiosa sta cosa se fosse così, nego assolutamente. Lui non può avermi ripreso perché non sono mai andata a citofonare. Accetti non lo conosco, non so chi sia, non l’ho mai visto. Quindi io non capisco come può dire una cosa del genere. Per me si deve fa vede da qualcuno, per me queste sono coltellate. Ne sto sentendo di tutti i colori, qui non ci stiamo avvicinando alla verità, ci stiamo allontanando”. Oggi Sonia ha deciso di uscire dal cono d’ombra. La sua voce è un tassello, forse il più importante, in una storia che ha smesso da tempo di essere solo un cold case. È diventata una ferita aperta, fatta di silenzi, omissioni e mezze verità.

