“Il mio sogno si avvera, apriamo a Tirana, Albania. Che meraviglia ragazzi”. Inizia così la breve inchiesta condotta a FarWest sul caso Lacerenza, con focus sui viaggi in quello che definiscono “l’eldorado di Stefania Nobile”. Proprio in Albania, infatti, Nobile sarebbe andata in varie occasioni dal 2018 al 2021. E al centro delle trasferte c’era ovviamente la Gintoneria. Un primo locale aperto a Tirana, un altro a Durazzo. I giornalisti del programma Rai di Salvo Sottile sono andati a cercare informazioni, anche se entrambi i club sono ormai chiusi. A Tirana è stato aperto un salone di bellezza ma quando il giornalista si palesa lo cacciano via. Per questo ci si chiede: “C’è ancora qualcosa da nascondere?” Secondo il giornalista d’inchiesta Artan Hoxha, probabilmente sì: “I suoi viaggi potrebbero essere una copertura per portare i soldi dall’Italia all’Albania, forse anche con la collaborazione di alcuni albanesi”. Anche l’economista Fatus Cocoli, intervistato dai microfoni di Rai3, ha spiegato che in Albania “è un modo per lavare denaro sporco”. Chi aprì il locale a Tirana con Nobile nel 2018, però, sembra non abbia nulla da dire sulla vicenda, sostenendo di non sentire Nobile dal 2019. Eppure, la figlia di Wanna Marchi gli avrebbe “regalato” 30mila euro di quote, come si legge nel documento mostrato a FarWest: “La socia sig.ra Stefania Raimondo Nobile, dona intera quota di sua proprietà nel capitale sociale al sig. *** figlio della socia Sig.ra”.

Stessa cosa a Durazzo, dove il locale della Gintoneria è ormai chiuso. Intervistata, la proprietaria del nuovo club dice: “Me ne hanno parlato tutti male. Un locale scuro, buio, mal gestito. Qui c’era un letto e quindi aveva un’immagine completamente diversa”. Un letto per cosa? Sempre Hoxha commenta queste dinamiche ricordando che “quando ci sono delle connessioni tra italiani e albanesi, i proventi di vendite illecite possono essere trasferiti qui in Albania ed è più facile così”. In studio, ospite di Salvo Sottile, Selvaggia Lucarelli, che commenta la vicenda:“Incredibile che sopraggiunga questo sospetto dopo anni di attività felice della Gintoneria a Mialno e di un tenore di vita esibito senza pudore e che doveva destare qualche sospetto”. Secondo Lucarelli, il clamore mediatico arriva tardi, anzi tardissimo, rispetto agli indizi disseminati dalla coppia: “A me la cosa che stupisce di tutta questa vicenda è che non è che solo la parola Albania avrebbe dovuto destare qualche sospetto negli investigatori, ma tutto l’insieme dell’esposizione della gestione della Gintoneria puzzava di illecito”. “Nel momento stesso in cui Davide Lacerenza e Stefania Nobile giravano per Milano – aggiunge – con auto di lusso per altro griffate, cioè con il logo della Gintoneria, con la pagina social della Gintoneria stampata sulla fiancata della macchina, quando continuavi a vedere prostitute in quel locale e bilanci di quel posto che erano decisamente troppo alti e sproporzionati per un luogo di settanta metri quadrati in cui si vedeva champagne, la domanda è: solo l’Albania ha destato qualche sospetto?”
