Papa Francesco è morto. Oggi, in una piazza San Pietro gonfia di incenso e memoria, si celebrano i suoi funerali. A dire messa è il cardinale Giovanni Battista Re. Nome già sentito? Già, perché spunta anche nei verbali del caso più ingombrante che il Vaticano si porta sulle spalle da quarant’anni: la scomparsa di Emanuela Orlandi, la quindicenne cittadina vaticana di cui si sono perse le tracce il 22 giugno 1983. Mentre il mondo piangeva Ratzinger, nel 2023 Francesco decideva un qualcosa senza precedenti: aprire un’indagine interna su Emanuela. La prima in quarant’anni. Una bomba, considerato che per decenni da parte del Vaticano non c’è stato altro che silenzio. Il promotore di giustizia vaticano, Alessandro Diddi, chiama Pietro Orlandi, fratello di Emanuela. L’incontro dura oltre otto ore. Pietro parla. Fa nomi. Anche grossi. Tra questi, proprio lui: il cardinale Re. Il fratello della ragazza racconta che Re “stava sempre a casa nostra” e che intratteneva rapporti stretti con l’avvocato Gennaro Egidio, figura già nota nella vicenda. Avvocato segnalato dai servizi, e che ha seguito la famiglia Orlandi per anni. E dice anche che qualche anno fa lo incontrò e Re si limitò a un “ho letto qualcosa della storia”. Dopo quarant’anni.


Ma non è finita qui. Pietro cita anche Domenico Giani, ex capo della gendarmeria vaticana, tirato in ballo per presunti intralci alla trattativa con il magistrato Capaldo. E poi Costanzo Alessandrini, Giuseppe Pignatone – che secondo Pietro sarebbe stato messo lì “per far tacere Orlandi” – e il cardinale Sandri, che “dovrebbe sapere tutto della prima telefonata” ricevuta dalla famiglia il 22 giugno. Al centro di tutto, una “nota spese” da incubo: un documento attribuito al cardinale Antonetti, al tempo capo dell’Apsa (l’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica) ai monsignori Giovanni Battista Re e Jean-Louis Tauran, datato 1998 ma uscito sui giornali solo nel 2017. Cinque pagine, che si presentano come un documento di accompagnamento di una serie di fatture, con intestazione: “Resoconto sommario delle spese sostenute dallo Stato Città del Vaticano per le attività relative alla cittadina Emanuela Orlandi”. Totale: 483 milioni. Con 197 pagine di allegati mai pervenuti. Emanuela Orlandi scompare a Roma nel 1983. Oggi, nel 2025, siamo ancora a contare le ombre.

