Pietro Orlandi e sua sorella Natalina erano presenti all’incontro con i membri della Commissione d’inchiesta che indaga sulla scomparsa di Emanuela, che hanno fatto visita alla mamma che continua a vivere in Vaticano, la casa in cui Emanuela Orlandi è cresciuta, un luogo carico di ricordi e di mistero da quando la quindicenne scomparve misteriosamente nel giugno del 1983. Il fratello di Emanuela ha parlato dell’incontro come di un momento importante: “È stato un incontro cordiale, amichevole, alla fine mia madre li ha anche abbracciati”, ha raccontato Pietro. Durante la visita, la famiglia ha avuto modo di far vedere alla Commissione la cameretta di Emanuela, rimasta intatta nel tempo, con le sue bambole e i letti sistemati come allora, un segno struggente della sua assenza e del tempo che passa. Nonostante le frequenti critiche alla Commissione Parlamentare, Orlandi ha sottolineato l’importanza dell’incontro, che ha visto riuniti politici di diverse fazioni, dalla Lega a FdI e al Pd. “Mi ha fatto piacere vedere un obiettivo comune, al di là delle ideologie politiche: la verità appartiene a tutti”, ha dichiarato Pietro, apprezzando l’impegno collettivo per far luce sul caso.


Il fratello di Emanuela ha anche espresso delusione nei confronti del Vaticano, che, da quando suo padre è morto nel 2005, non ha mai mostrato segni concreti di vicinanza alla famiglia. “Lo Stato italiano è venuto in Vaticano, ma il Vaticano non è mai venuto da noi”, ha detto Pietro, ricordando come anche le visite del Papa o di alti prelati siano state sporadiche e senza continuità. Un trattamento che ha lasciato un vuoto emotivo in una madre, Maria Pezzano, che oggi ha 95 anni e vive ancora dentro le mura di Città del Vaticano, ma spesso dimenticata dalle istituzioni. Maria Pezzano, figura simbolo di una lotta incessante per la verità, ha passato più della metà della sua vita senza la figlia, senza sapere cosa le sia accaduto. Negli anni, ha cercato di far sentire la sua voce e quella del figlio, un dolore che diventa sempre più forte con il passare del tempo. In un’intervista, Maria raccontò un sogno premonitore di Emanuela, pochi giorni prima della scomparsa. La ragazza aveva sognato qualcuno che le tagliava i suoi lunghi capelli neri e si svegliò terrorizzata. Un sogno inquietante, che oggi appare come un segnale di un pericolo imminente, forse legato a chi la stava seguendo o minacciando. Dopo il rapimento i capelli le sono stati tagliati per davvero per non farla riconoscere?

