Calcio, ultras, ‘ndrangheta. Milano criminale e Milano bene. L’inchiesta Doppia Curva è lo specchio della città. A San Siro era consolidata una struttura in cui i capi delle due tifoserie gestivano, con l’appoggio di alcune famiglie calabresi, gli affari legati allo stadio. C’è anche la politica, però, in questa storia. Manfredi Palmeri, consigliere regionale in Lombardia, è indagato per corruzione tra privati. Grazie alla sua posizione all’interno della M-I Stadio, società che dal 2002 gestisce i parcheggi e l’area di rispetto intorno a San Siro, avrebbe facilitato l’imprenditore Gherardo Zaccagni in cambio di un quadro dal valore di 10mila euro. Report di Sigfrido Ranucci ha posto l’attenzione su un elemento specifico dell’inchiesta: i venditori ambulanti che lavorano nell’area dello Stadio. Stando a quanto emerso dal servizio di Rai 3, esisterebbe un accordo tra alcuni membri del consorzio costituito dai commercianti e la curva Nord: gli ultras avrebbero garantito un servizio di sicurezza e allontanamento dei rivenditori abusivi in cambio di soldi. Un meccanismo funzionante sia per le partite di Inter e Milan sia per i concerti. Ma come si è arrivati a questo punto? Il consorzio ha un accordo con la M-I Stadio S.r.l, che gli garantisce la concessione dell’area in cambio di 800mila euro l’anno. Ricordiamo che la M-I è compartecipata da entrambi i club. Emanuele Rimaudo e Massimo Tedeschi, due dei membri più rilevanti dell’associazione dei venditori, erano i “dominus” delle concessioni, almeno fino all’inizio dell’inchiesta. Tedeschi è azionista della Rock Dream, società che si occupa di vendita di materiale promozionale e merchandising, e fino a poco tempo fa, dice ancora Daniele Autieri di Rai 3, titolare esclusivo delle vendite all’interno di San Siro. Rimaudo, invece, controlla la 3R Sport, attiva nella business dell’abbigliamento sportivo. I due sono in affari nella società Big Bang, anche questa finalizzata alla vendita di merchandising. Sarebbe stato Rimaudo, stando alla Procura, a occuparsi dei rapporti con la curva Nord: da quanto emerge pare fosse lui a pagare i membri del direttivo in cambio del servizio di guardiania dell’area circostante a San Siro. In sostanza, gli ultrà minacciavano i venditori abusivi per tutelare gli affari delle attività commerciali già presenti. Per il concerto dei Pinguini Tattici Nucleari del 18 luglio 2023, per esempio, il membro del consorzio avrebbe pagato 6mila euro a Beretta. Un sistema che però non funzionava solo a Milano: nelle carte della Procura si parla anche delle date del 23 e 24 luglio all’Olimpico di Roma. E la trasferta avrebbe fruttato alla Nord più di quanto incassato per la security svolta nello stadio di appartenenza.

Secondo la testimonianza del venditore ambulante Luciano Di Sarno, il meccanismo era già in funzione quando a comandare in curva Nord c’era Vittorio Boiocchi. E ricorda un episodio in cui lo Zio e altri dieci ultrà lo hanno aggredito per impedirgli di vendere il merchandising. Ancora Di Sarno dice di aver subito lo stesso trattamento anche a Roma, il 23 luglio, durante il concerto dei Pinguini all’Olimpico. Un informatore ha poi raccontato che Antonio Bellocco, rampollo di ‘ndrangheta ucciso il 4 settembre da Andrea Beretta, era in contatto con uno degli ambulanti abusivi. Addirittura pare che lo avvertisse prima delle “ronde” degli ultrà: “Stanno venendo a prenderti”. Questo perché i due avevano passato un periodo in carcere insieme. Si torna lì: affari. Di fede calcistica c’è ben poco. Klaus Davi a Report ha ribadito che entrambi i direttivi potevano contare sulla copertura di alcune famiglie di ‘ndrangheta. Un peso criminale che era fatto valere soprattutto quando altri pretendenti si facevano avanti per avere una fetta dei guadagni. Nella curva interista questo ruolo era ricoperto da Antonio Bellocco, ucciso il 4 settembre da Andrea Beretta fuori dalla palestra Testudo di Cernusco sul Navigio con ventuno coltellate. Il giornalista ed esperto di mafia ha citato un’intercettazione in cui la suocera di Bellocco, colta mentre parla con Umberto Bellocco, spinge “Berto” a vendicare il fratello: “Devi fare una strage. Devi vendicare il sangue di Antonio”. Nel servizio di Autieri vengono trasmesse le parole di un affiliato alla ‘ndrangheta che ribadisce il concetto: “A Beretta e ai suoi familiari fino alla settima generazione gliela fanno pagare”. Anche per questo, probabilmente, Berro ha deciso di pentirsi. Dentro o fuori dal carcere, ora l’ex capo ultrà rischia la vita.

