Lo scudetto, alla fine, lo ha vinto il Napoli. Erano molti i tifosi interisti che se lo aspettavano. Allo stesso tempo, però, è difficile che prima dell’inizio dell’ultima giornata non ci fosse qualche speranza. Ma l’Inter ha una settimana prima della finale di Champions League contro il Paris Saint-Germain, la partita più importante della stagione. Abbiamo già raccontato dello scontro in corso tra Procura e curva Nord. Il pm Paolo Storari, da quanto ci è stato riferito da persone informate, sarebbe deciso a negare la trasferta a Monaco di Baviera a molti ultrà nerazzurri: “Tramite l’avvocato abbiamo tentato di impostare un confronto leale e civile, ma ci hanno negato anche quello”. I fatti scoperti nel corso dell’inchiesta Doppia Curva sarebbero troppo gravi. E nonostante l’importanza della finale, la Procura sta facendo muro. I tifosi interisti, sempre secondo le nostre fonti, avrebbero presentato diverse proposte per facilitare il dialogo. Inizialmente gli ultrà hanno detto di voler persino dare i nominativi e il numero di cellulare di tutti coloro che sarebbero stati all’Allianz Arena; poi avrebbero chiesto 15 biglietti per ogni gruppo della Nord. A entrambe le proposte la Procura avrebbe risposto con un “no” secco. Nino Ciccarelli, leader e fondatore dei Viking (ma attualmente fuori dal nuovo direttivo) ha chiamato a raccolta i tifosi: “Lunedì 26 maggio alle 18 tutti sotto la sede dell’Inter”. In segno di protesta i sostenitori nerazzurri hanno deciso di mobilitarsi. “Faremo un comunicato per ufficializzare la cosa”, fanno eco altri ultrà, “sarà una protesta civile, con bandiere, con i nostri colori, con i simboli della nostra squadra. Quello che sta succedendo è assurdo”.

La cosa che i tifosi considerano più grave è che a essere colpiti dal blocco non sono solo gli ultrà daspati. “Qua colpiscono gente incensurata”, ci dicono, “l’Inter ha 7mila abbonati, sulla carta almeno 3mila biglietti per la finale avrebbero dovuto essere riservati agli abbonati. Loro, invece, ne hanno presi qualcosa come 200. È una cosa assurda. C’è gente che è in curva da 30 o 40 anni e non è riuscita a prendere il biglietto”. Sempre le nostre fonti hanno sottolineato che l’intenzione di protestare è già stata comunicata ai giocati alla fine della partita contro il Como. E pare che la squadra abbia scelto: massima solidarietà ai gruppi della Nord. Il problema è che in questo momento ogni situazione in cui tesserati e ultras si trovano dalla stessa parte rischia di diventare un pretesto per proseguire gli attacchi contro la tifoseria. I reati di cui il vecchio direttivo è accusato sono gravi. Lo abbiamo detto più volte. Chi è rimasto fuori, però, ha più volte preso le distanze dal passato: “Quella di prima non era la Nord”. Le questioni poste dai gruppi sono valide: i prezzi dei biglietti, ormai, sono inaccessibili per molte famiglie. San Siro si sta trasformando in una meta turistica. Per gli ultras, però, è un simbolo al pari del Duomo di Milano. Questione di identità, piaccia o no. Ora l’unico obiettivo della Nord è il campo, il sostegno alla squadra, la spinta nel momento decisivo. Perché, dunque, privare l’Inter dei suoi tifosi proprio adesso? Perché far pagare gli errori della precedente gestione a chi con quel lato oscuro del tifo organizzato non c’entra niente? “Noi vogliamo solo stare al fianco dei ragazzi”, dicono. Lunedì gli ultras protesteranno. Faranno di tutto per essere all’Allianz Arena di Monaco. Per essere lì, nel giorno più importante.
*
Il comunicato della curva Nord
A meno di una settimana dalla finale di Champions League, ci ritroviamo a scrivere queste righe pieni di delusione e rabbia. Abbiamo vissuto un'intera stagione come vittime sacrificali, colpiti ingiustamente da società, polizia e questura, pagando errori e responsabilità che non ci appartengono, legati a fatti e persone completamente estranei a noi. Il livello di repressione a Milano ha raggiunto picchi inimmaginabili. Eppure, nonostante tutto, ci siamo rimboccati le maniche, cercando in ogni modo di restare vicini alla squadra, con ogni mezzo possibile. Ora, a pochissimi giorni dalla finale di Monaco, ci ritroviamo tutti esclusi, privati della possibilità di entrare allo stadio per sostenere la nostra Inter in una delle sfide più importanti della sua storia. La gestione del ticketing per la finale di Monaco è stata imbarazzante e ha lasciato fuori una marea di interisti che meritavano di esserci. Si è preferito distribuire biglietti a sponsor, amici e agenzie viaggi, dimenticando chi ha seguito questa squadra ovunque, sempre e comunque. Ci è stato persino vietato di allestire qualsiasi tipo di coreografia. Un accanimento folle e senza precedenti, che colpisce ragazzi totalmente estranei a qualunque vicenda giudiziaria. Adesso basta. Ci siamo rotti i coglioni. Se qualcuno, nei palazzi del potere, si è posto l'obiettivo di eliminare per sempre gli Ultras dell'Inter per potersi appuntare una medaglia al petto, sappia che faremo di tutto per impedirglielo. Potranno reprimerci finché vorranno, ma non ci arrenderemo mai. Perché l'Inter è la nostra vita, e nessuno potrà mai fermare la nostra aggregazione. Non accettiamo di essere trattati come comparse in una storia che abbiamo contribuito a scrivere, settimana dopo settimana, chilometro dopo chilometro. Non chiediamo privilegi: chiediamo rispetto. A 7 giorni dalla finale di Monaco tutti i gruppi sono esclusi dalle vergognose modalità di vendita dei tagliandi e nessuno entrerà allo stadio. La dignità vale più di qualsiasi trofeo. Oggi più che mai. L'appuntamento è per TUTTI alle 18 di lunedì 26 maggio sotto la sede dell'Inter in Viale della Liberazione. Facciamo sentire a questi signori tutto il nostro dissenso e dimostriamogli quanto è folle andarsi a giocare una finale di Champions senza il dodicesimo uomo sugli spalti.

