“Piaccia o no: Meloni dà una pista a tutti. Ormai è un modello per tante donne. Anche giovanissime: lo percepisco nelle scuole, la generazione Alpha si rivede in lei”. E ancora “lei è lei. Inarrivabile”: piaccia o no, così risulta aver parlato al Foglio Cathy La Torre, avvocato (avvocata?) contro il patriarcato, paladina della comunità Lgbtq (ecc…), attivista per i diritti civili, sedicente votante di Avs (Alleanza Verdi Sinistra) e talvolta del Pd, nonché già militante di Sel e Rifondazione e “osservatrice di sinistra e influencer”
Per La Torre “la sinistra insegue su tutto e a fatica. Figurarsi sulla leadership”, e rispetto a Elly Schlein “Giorgia fa un altro campionato. Gioca e vince da sola. È insomma l’esempio perfetto di quello che nel nostro paese non riesce a fare nessun altro”. E riferendosi ai “suoi”, dice: “se non cambiamo passo, anche stiracchiando tutto il campo largo che vogliamo, ci ritroveremo Meloni al governo ancora per tanti anni”. E poi: “Manca la concretezza. Se fossi Elly, ogni giorno farei un video davanti a una pompa di benzina per vedere quanto costa. Ma perché non ci va? Perché coi combustibili farebbe incazzare i verdi. Col Superbonus i Cinque stelle. Eccetera. Il problema a sinistra è che come ti muovi pesti una merda. Ma serve coraggio: Meloni a destra l’ha avuto, in barba a tutti, e ora anche sulla comunicazione non ha rivali”.
Sul video del “ritorno al lavoro” di Giorgia Meloni, infatti: “È uno stile che spiazza, funziona. Tutti i giornali parlano della sua assenza e lei che fa? Boom. Era qui a lavorare. E ce lo dice con ironia. Chapeau”.
Quanto al superamento della famiglia tradizionale, La Torre spera che le vicissitudini personali delle sorelle Meloni possano contribuire: “Stanno vivendo sulla propria pelle cosa significa la non linearità degli affetti. E la separazione del privato dalla politica è un altro tema ben evidenziato da loro: mi ha colpito molto la dichiarazione di Arianna sul riconoscere che i sentimenti, i rapporti, possono anche finire. Ma sempre con grande rispetto. Allora, se è così, bisogna essere conseguenti nell’azione di governo”. Peccato che la sinistra, quando era al governo, non sia stata conseguente a sua volta (e nonostante magari fossero iniziative da programma elettorale). Anche questo è la stessa La Torre a sottolinearlo: “Sono leggi pendenti da più di 15 anni: la sinistra ha inciso zero. Coi progressisti il tema era sempre ci sono cose più importanti. Adesso, con la maggioranza conservatrice, si parla solo di teoria del gender e famiglie arcobaleno”.
Altri aspetti in cui d’altra parte Meloni sarebbe “migliorata”: “Le va dato atto. Da quando è premier ho visto un’evoluzione: s’è fatta scaltra, istituzionale. Quando c’è un’aggressione omofoba non minimizza più. Ha imparato a tenersi lontano dalle polemiche. Di qualsiasi tipo. E quando ce n’è una la conduce lei: vi ricordate la storia della figlia portata con sé al G7? Nessuno gliel’aveva contestata. Ma Giorgia l’ha montata ad arte. Altro talento del fare politica”.
Quindi La Torre è pronta a passare a Fratelli d’Italia? Pare di no, almeno per ora: “Il grande problema di Meloni è […] essere dentro un partito che non si è tolto di dosso il mantello del passato. […] Lo scollamento tra lei e il resto di Fdi è abissale. Tra competenze e contenuti: cose aberranti, oltre ogni imbarazzo. […] Il mio suggerimento ad Arianna, nella segreteria di partito, è intervenire decisa sulla componente interna. Ricorrendo alle espulsioni quando serve espellere. Altrimenti il mondo attorno a Giorgia non crescerà mai”. Ma quindi? “Quando c’è da contestare, lo si fa. Ma quando c’è da applaudire, ci vuole onestà intellettuale. […] Soprattutto a sinistra”.
Sui social, nel momento della diffusione sui social stessi di spezzoni di intervista (fino a quel momento rimasta “custodita” nel perimetro del Foglio), Cathy La Torre è stata subito coperta di mer*a. Tra i commenti più carini, tra accuse e insulti, vari “Michela perdonala” o derivati. Il riferimento è a Michela Murgia, che a detta dei fan sarebbe stata quindi tradita da La Torre. Lo stesso commento adottato (ma declinato su sé stessa) da Selvaggia Lucarelli, che dopo aver provato a smontare la tesi secondo la quale Meloni sarebbe la più brava nella sua newsletter si rivolge a Cathy: “Mi resta una domanda da farti: se tu con i social sei forte (ha cinque volte i follower di Schlein, ndr) e Elly invece capisce poco, come mai i candidati con il tuo endorsement (vedi Bonaccini e Mauro Orso) non sono stati eletti, mentre Elly, la suffragetta-boomer, sì? Forse il vero problema degli influencer è questo, non saper leggere la realtà se non attraverso la lente deformante dei social, mentre la politica è fatta anche, e forse soprattutto, di un’altra materia. Che non è quella di cui sono fatti i like. P.s. Michela, mi dispiace”.