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Che credibilità può avere Achille Lauro testimonial di McDonald’s se preferisce mangiare da Cracco? Ma soprattutto, dove sono finite le battaglie sociali da “incoscienti giovani”?

  • di Angela Russo Angela Russo

21 maggio 2025

Che credibilità può avere Achille Lauro testimonial di McDonald’s se preferisce mangiare da Cracco? Ma soprattutto, dove sono finite le battaglie sociali da “incoscienti giovani”?
Achille Lauro è il nuovo volto dello spottone di McDonald's, ma la scelta ha sollevato un’ondata di critiche. Dalla pubblicità in stile profumo Dior - ma dagli aromi da friggitoria- alle accuse di incoerenza politica, il cantante che un tempo parlava di diritti e vulnerabilità ora presta la sua immagine alla multinazionale del fast food più criticata del mondo. Intanto, Virginia Veludo sintetizza bene tutte le sue incoerenze in un video: ai lavoratori 40 ore di lavoro per 900 euro al mese, mentre Lauro incassa cachet da 75mila euro a concerto e la multinazionale fattura miliardi. Che fine ha fatto il militante di Sanremo?

di Angela Russo Angela Russo

L'avete vista tutti la nuova pubblicità di McDonald's, no? Quella con Achille Lauro in giacca e pantaloni eleganti, nuovo volto ormai ufficiale del Crispy McBacon. Lo spot gira ovunque, in Tv, sui social, nelle storie sponsorizzate. Il cantante, per accettare una simile offerta, deve aver guadagnato parecchi soldi, perché, al di là di papille gustative e ideologie, lo spot è, come direbbero oggi, “cringe”. Un aggettivo che, per una volta, calza a pennello. Opinione condivisa da molti. Perché, se ci fate caso, sembra davvero la brutta copia di una pubblicità di un profumo Dior: frasi banalmente poetiche, voce sussurrata, tono passionale, lo sguardo perso nel vuoto mentre cammina in slow motion. Ma invece del profumo di legno di sandalo e ambra, qui c’è un Crispy McBacon. Un panino. E della più grande catena di fast food al mondo. Un cortocircuito difficile da ignorare. Tutti, o quasi, lo abbiamo assaggiato, quel panino. Da bambini, magari lo abbiamo pure amato. Era una specie di premio, un momento di festa. Ma a un certo punto cresci, ti informi, ti fai delle domande. E inizi a vedere anche l’altro lato di una industria intensiva che mette in ginocchio l’ambiente, il benessere animale, i lavoratori. Carne di qualità discutibile, sfruttamento delle risorse, una catena produttiva che bada al profitto più che a tutto il resto. Quello che sorprende, o forse no, è la scelta di Achille Lauro. Non solo artista, ma simbolo di un certo tipo di messaggio, di un’idea di libertà, di trasgressione, di vicinanza ai temi sociali. Lauro ha incarnato l’alternativo, il “diverso”, il ribelle. E ora eccolo lì, con lo sguardo profondo e la voce sensuale, a vendere un panino. Da qui, la delusione. Non solo da parte del pubblico, ma anche dei sindacati, che si sono schierati contro la sua scelta. Perché non è solo una pubblicità: è un simbolo. Un simbolo che, per molti, si è rovesciato.

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Lauro ha calcato il palco di Sanremo lanciando messaggi importanti, prendendo posizioni scomode. E ora? Tutto cancellato da un contratto da, presumibilmente, centinaia di migliaia di euro? Virginia Veludo, in arte su Instagram rossaperpendicolare, in un suo video condensa bene tutte le ipocrisie di questa operazione di marketing: un dipendente di McDonald’s lavora 40 ore a settimana e guadagna circa 900 euro al mese. McDonald’s, nel primo trimestre del 2025, ha fatturato 5,96 miliardi di dollari. Un abisso. E Lauro? Il suo patrimonio, secondo stime, è di circa 15 milioni di euro. Per un concerto, pare guadagni 75 mila euro. E, cosa non proprio irrilevante, sembra che nemmeno ci vada, lui, da McDonald’s. Preferisce. come testimoniano diverse foto, andare a mangiare da Carlo Cracco. Alta cucina, piatti da 40 euro in su, locali stellati. Sicuramente non per tutti. Quindi la domanda viene spontanea: se nemmeno tu mangi McDonald’s, perché ci metti la faccia? Nel 2021, lo stesso Lauro ribadiva il proprio impegno per i diritti umani e le persone più vulnerabili. Parlava di riscatto sociale, di inclusività, di dar voce agli ultimi. E oggi? Oggi la sua voce è prestata a una multinazionale accusata, da anni, di pagare poco e sfruttare molto. Dov’è finito quel militante artistico che scuoteva l’Ariston con messaggi forti e decisi? Hanno comprato anche lui? Forse i fan più accaniti non ci fanno caso, o fanno finta di non vedere, ma tutti gli altri sì. Soprattutto chi ha sempre visto in Lauro un simbolo di rottura. Oggi appare sempre più come uno dei tanti: commerciale, omologato, disponibile al miglior offerente. E il prezzo lo pagano anche gli ideali. Anche al Concertone del Primo Maggio, altro evento simbolico, altro palco sociale, la polemica sullo spot non è passata inosservata. Anzi. C'è chi si è chiesto: cosa ci fa uno che pubblicizza McDonald’s sul palco del lavoro e dei diritti? E mentre si discute, McDonald’s lancia la sua “Must Collection”: una linea di capi esclusivi che puoi vincere comprando un Crispy McBacon. Oppure puoi vincere i biglietti per il concerto del 1° luglio al Circo Massimo. Pacchetto completo. Achille, ma perché hai venduto così la tua immagine pubblica? Perché hai deciso di diventare l’ennesimo milionario-immagine delle lobby mentre là fuori ci sono proteste, scioperi, giovani precari e condizioni di lavoro che definire vergognose è poco? Sarà anche una scelta legittima, ma ogni scelta comunica qualcosa. E questa, Achille, parla forte e chiaro.

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