Che cosa succede quando una donna decide di fare del proprio corpo una risorsa? Se si chiama Elena Maraga, maestra di scuola materna di Treviso e bodybuilder, il prezzo da pagare è un licenziamento. Ma non stiamo parlando di un’insegnante che ha trasgredito le regole della professione, o che ha mai messo in discussione il proprio ruolo educativo. Stiamo parlando di una donna che ha osato mostrare il corpo su OnlyFans per arrotondare un misero stipendio da insegnante. La reazione? La scuola cattolica la licenzia con l’accusa di aver compromesso il rapporto di fiducia, come se fosse stato il suo corpo a diventare il nemico pubblico. La questione, però, è un’altra: siamo davvero così ossessionati dal corpo delle donne? Se lo stesso corpo fosse di un uomo, infatti, non scatenerebbe un simile frenesia. Pensiamo ai bodybuilder, quei modelli muscolosi che inondano Instagram con foto di bicipiti, addominali scolpiti e tatuaggi da guerra. Nessuno ha mai osato chiedere loro di scegliere tra il bodybuilding e il lavoro d’ufficio, tra il fitness e la carriera da insegnante. Anzi, li esaltiamo, li mettiamo sulle copertine delle riviste, li seguiamo sui social, li ammiriamo come divinità moderne.

Prendiamo ad esempio Pietro Boselli, il professore italiano che ha conquistato il Regno Unito con il suo fisico scolpito. Modello e dottore in Ingegneria Meccanica, Boselli era stato definito "il professore più sexy del mondo" dopo che una sua foto era diventata virale e grazie a una sua studentessa che l'aveva condivisa. Ha insegnato per un anno all'University College London e, nonostante il suo corpo statuario, nessuno aveva mai messo in discussione la sua professionalità. Anzi, quel fisico mostrato al mondo è diventato parte del suo fascino, alimentandone la popolarità sui social, dove il suo profilo Instagram conta oggi addirittura oltre 3.4 milioni di follower. Boselli, quindi, ha utilizzato la sua immagine come strumento di ascesa sociale, ma mai nessuno ha parlato di licenziamento dall'università o di questioni morali. Il suo corpo è stato apprezzato come simbolo di virilità e successo.

Un altro caso simile è quello di Roberto Di Muro, professore di matematica e bodybuilder. Anche lui, come Boselli, ha mostrato il fisico scolpito sui social, senza che questo abbia mai compromesso la sua carriera. Ha attirato l’attenzione dei suoi studenti (e immaginiamo studentesse), che ammiravano il suo corpo muscoloso, ma non è mai stato messo in discussione per il suo aspetto fisico. La passione per il fitness è stata accolta positivamente, senza che nessuno si sentisse offeso o moralmente turbato dagli impegni in palestra. Tanto che sul Corriere della sera viene intervistato e il pezzo parte così: "Prof, ma che bicipite mostruoso ha?". Eppure, quando una donna come Elena Maraga decide di fare lo stesso, ma con l'aggiunta di guadagnare qualcosa extra su OnlyFans (perché dai social non si guadagna con sponsorizzazioni e eventi?), il suo comportamento viene additato come moralmente discutibile e merita il licenziamento. Non sarà, invece, che sul corpo delle donne circola ancora una paura viscerale, un controllo sociale, un bisogno incessante di definire i limiti di ciò che possono e non possono fare? Un uomo può essere un bodybuilder o un modello, ed è uno che “si prende cura di sé”, mentre una donna che decide di vendere foto intime per pagare l’affitto è automaticamente una che “ha perso il senso della morale”. Questo doppio standard, che continua a regnare sovrano, si traduce nella caccia alle streghe ogni volta che una donna osa prendersi una forma di libertà di espressione con il proprio corpo. E per cosa? Per un lavoro che paga male, per un impiego che, alla fine, non le consente nemmeno di vivere dignitosamente?

Insomma, nel 2025 la triste realtà è che la società ha paura di vedere una donna avere il controllo del proprio corpo, usarlo come strumento di indipendenza. Perché il corpo femminile è stato sempre e solo uno strumento di controllo, non di empowerment. E quando una donna lo usa per guadagnare, lo fa solo per sfruttamento, non per affermazione. La verità è che, come al solito, il corpo femminile è stato ridotto a una questione morale. Una donna che vuole controllare la propria immagine e usarla a suo favore è una minaccia. Un uomo che fa lo stesso è un esempio di successo. L’ossessione per l'estetica esibita non è solo una questione di perbenismo, ma di potere. E la morale che la società impone è sempre la stessa: le donne non devono essere libere, neanche nel mostrare chi sono, perché sarebbe troppo pericoloso. Le femministe? Anche stavolta non pervenute...
