In un mondo di persone che si domandano perché tizio o caio non abbiano commentato in nessun modo la morte di Papa Francesco, siate più Jovanotti. La vita si ferma con la scomparsa del Pontefice? No. Certo, ne parleremo per diverso tempo, aspettando il Conclave e il prossimo Papa, ma nel frattempo la vita va avanti. Jovanotti ha confermato i concerti in programma a Roma, al Palazzo dello Sport, in programma il 23, 25, 26, 28 e 29 aprile, oltre all’1 e 2 maggio. “Tutta la squadra di PalaJova è arrivata a Roma ieri mattina e come tutti abbiamo appreso in diretta la notizia della morte di Papa Francesco. Suoneremo a Roma a partire da stasera”. E ha continuato: “Moltissimi hanno programmato da tempo di partecipare a questi concerti, in molti arrivando a Roma da lontano. Suoneremo e realizzeremo i concerti romani con tutto il nostro slancio e la nostra passione di sempre e più di sempre. Volevamo bene a Francesco e soprattutto lui ne voleva a noi tutti 9 miliardi di abitanti del mondo, ce lo ha ripetuto ogni giorno del suo pontificato. La sua presenza è stata un dono per tutti, non lo dimenticheremo. Dedicheremo i nostri spettacoli a una delle parole che Papa Francesco ha pronunciato più spesso: goia”.

Jovanotti ha anche pubblicato un post (e i commenti sono stati limitati, indovinate un po’ perché) in cui tra chi ha capito i motivi del cantante, c’è anche chi è rimasto “deluso”. Ma da cosa, esattamente? Jovanotti si è comportato correttamente, facendo una scelta tutt’altro che ipocrita. Soprattutto: ha messo davanti i suoi fan. E chi, magari, per riuscire a vederlo a Roma ha messo da parte soldi, preso giorni di ferie (che non ti vengono restituiti) e magari dovrà anche affrontare un lungo viaggio. Scegliere di non esibirsi avrebbe avuto più contro che pro. E i primi a criticarlo sarebbero stati probabilmente proprio quelli che, oggi, si dicono “delusi” dalla sua scelta. Questo discorso non riguarda solo i fan, perché dietro un tour ci sono tantissimi lavoratori, dai fonici all'ufficio stampa, che dedicano intere giornate alla riuscita degli eventi live. Non è una "mera" questione economica, non è tutto "solo per fare soldi", ma c'è dietro davvero tanto di più, anche se spesso non si vede. Allora tutto questo ci fa dire che è proprio vero: che si faccia A o si scelga di fare B ci sarà sempre qualcuno che romperà il caz*o. E probabilmente saranno gli stessi che ieri si sono detti dispiaciuti per la morte di Papa Francesco, ma dieci minuti dopo erano già con le gambe sotto il tavolo e aspettavano solo di potersi dedicare alla grigliata di Pasquetta.
