Secondo quanto riportato nella relazione del procuratore Raffaele Tito, Chico Forti avrebbe chiesto, tramite un altro detenuto, l’intervento di sodali della criminalità organizzata per "far tacere" i giornalisti in questione. Il detenuto stesso avrebbe successivamente confidato le intenzioni di Forti al sacerdote Carlo Vinci, garante dei diritti dei detenuti. Vinci, considerato da Tito una figura "di elevata affidabilità e serietà", si sarebbe premurato di avvertire direttamente Marco Travaglio, consentendogli di prendere precauzioni. Questa segnalazione ha spinto Travaglio a mettersi in contatto con il procuratore Tito, che ha avviato un’indagine preliminare affidata al Nucleo investigativo dei Carabinieri di Verona. Il procuratore, nel riferire i risultati dell’indagine, ha descritto un "quadro sostanzialmente confermativo", ma "di difficile interpretazione", inviando la documentazione agli organi competenti in materia di sicurezza. Le dichiarazioni di Tito sono arrivate anche in Parlamento su iniziativa del deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Devis Dori, che ha interrogato il ministro della Giustizia Carlo Nordio sulla fondatezza delle accuse. Il guardasigilli ha riportato integralmente le parole del procuratore Tito, fornendo al dibattito istituzionale un quadro sintetico della vicenda.
Le conclusioni hanno evidenziato la complessità della situazione e la necessità di un approccio prudente alla luce dell’inconsistenza definitiva delle prove emerse. Nonostante la richiesta di archiviazione del caso, la vicenda ha generato un’ondata di polemiche. Il senatore di Fratelli d’Italia, Giulio Terzi, noto per il suo sostegno a Forti – tanto da aver presenziato nel 2021 alla cerimonia in cui l’ex detenuto fu insignito del titolo di “Uomo dell’anno” alla festa di Atreju – ha duramente criticato le accuse e il modo in cui sono state gestite. "Siamo dinnanzi a un nuovo processo mediatico e all’ennesimo caso di tentativo speculativo. Questo comportamento viola i fondamentali principi costituzionali del nostro Paese", ha dichiarato Terzi, difendendo la presunta innocenza di Forti. Alcuni osservatori hanno letto nelle sue parole un tentativo di ridimensionare una vicenda dai contorni ambigui, mentre altri le hanno interpretate come una difesa dell’uomo, già al centro di un lungo e travagliato iter giudiziario per l’accusa di omicidio negli Stati Uniti.