God save the King. E tutta la monarchia verrebbe da dire. Una Pasqua amara quella per il palazzo inglese. I recenti annunci hanno paralizzato l’intera nazione e creato al contempo attesa per l’arrivo di questa mattina alla St. George’s Chapel di Windsor. Del resto, la stessa Queen Elizabeth ha retto tutto il suo regno sul motto secondo il quale “devo essere vista per essere creduta”. Così ha fatto anche il suo successore e di conseguenza tutti i reali. Tranne Kate e William e il motivo è noto a tutti. Le emozioni sono un lato importante della nostra esistenza. Influenzano il nostro modo di pensare, agire e interagire con gli altri. E lo influenzano anche quando, o forse soprattutto, ti chiami Carlo, sei Re d’Inghilterra ed hai un cancro. Che cosa ha raccontato l’analisi delle royal emotions? Partiamo dalle basi. Un look matchy-matchy quello scelto da (quasi) tutta la Royal Family, che in questo momento così delicato non è certamente figlio del caso. Ma dettato da ragioni precise. Il secondo anno per Carlo III in veste di sovrano alla messa di Pasqua alla St. George’s Chapel di Windsor. Un anno particolarmente nero. Prima l’annuncio del suo cancro, poi quello della principessa del Galles. Per quel che riguarda la psicologia del colore, inoltre, il verde è sinonimo di continuità, stabilità ed equilibrio. Oltre che di rinascita. Quell’equilibrio di cui tanto hanno bisogno i sudditi. Tutti, o quasi, i Wales si sono presumibilmente adeguati rispetto a un guardaroba studiato a tavolino. Lo scorso anno, invece, avevano scelto il colore blu.
La prima ad arrivare è stata la principessa Anna, poi è stata la volta di Sarah Ferguson, del duca Edoardo di Edimburgo e della consorte Sophy Rhys-Jones. L’arrivo della principessa Anna si è rivelato particolarmente significativo. Vestita rigorosamente, in palette, The princess è scesa con passo deciso dall’auto che l’ha accompagnata di fronte alla St. George’s Chapel. Un passo deciso che sicuramente conferma la consapevolezza del ruolo ricoperto. Nel momento del saluto ai sudditi ha esibito un sorriso compiaciuto. Ha cioè sollevato lievemente le labbra assumendo anche uno sguardo rilassato. Prima di entrare, però, si è afferrata le mani dietro la schiena insieme alla borsa. Dimostrando anche in questo modo di sentirsi a proprio agio, padrona della situazione e cosciente della sua autorità. Emozioni non da poco in un momento così delicato per la monarchia. Edoardo, la moglie Sophie di Wessex e Sarah Ferguson si sono mostrati complici, ma senza rivolgere alcuno sguardo alla folla. Addirittura, la duchessa di Edimburgo ha rotto la palette reale esibendo un capotto viola. Che indica il colore della transizione.
Ma è stato l’arrivo dei regnanti quello cruciale. Carlo e Camilla hanno esibito anzitutto complicità. Una complicità indistruttibile tra il Re e la sua darling, come è solito chiamarla in pubblico. Anche negli eventi solenni. Ad ogni modo, prima di rivolgersi a sudditi e fotografi appostati fuori dalla St. George’s Chapel, il re e la regina si sono scambiati uno sguardo d’intesa. Poi in sincronia di movimenti hanno abbandonato gli occhi l’uno dell’altro per rivolgersi a coloro che li stavano aspettando. E hanno sorriso. Come se stessero fluttuando. Cercando di rassicurarsi reciprocamente e rassicurare il loro pubblico. Tentando anche di dimostrare che, uniti, possono affrontare qualunque cosa. Anche il cancro. Carlo si è lasciato andare a qualche battuta, ha fatto un cenno con la mano. È apparso rilassato e orgoglioso, come conferma lo slancio con il quale ha sventolato la mano. Nessun cenno di nervosismo. Come quello invece trapelato durante l’incoronazione. Camilla Windsor, fu Parker Bowls, ha tenuto un’espressione facciale positiva, un contatto visivo diretto e prolungato. Denotando così fiducia e autostima. Oltre a essere positivo, il suo volto era visibilmente rilassato e aperto.
La mimica facciale di Camilla denotava anche una composta felicità. Come hanno testimoniato gli angoli della bocca e le sue guance sollevate. E la ruga formatasi dal naso e scesa fino agli angoli della bocca. La regina consorte ha sollevato le braccia per il saluto in maniera fluida e coordinata. In più, le sopracciglia sollevate e le palpebre socchiuse hanno confermato quanto era emerso quasi un anno fa al momento dell’incoronazione: il suo orgoglio. Un orgoglio dato dalla consapevolezza di essere lei “The Queen”. Tirando le fila, inutile dire che l’assenza dei duchi di Cambridge ha pesato come un macigno. Per l’immagine, per la continuità e per la lungimiranza. God save the King, but above all the next Queen!