L’approfondimento tecnico voluto dai genitori della vittima, che riguarda una delle tracce rimaste impresse sulla scena del crimine: l’impronta n. 33, individuata sul terzo gradino delle scale interne dell’abitazione ha portato a risultati contrastanti. Le ipotesi della Procura, infatti, vengono ora criticate.
Secondo i consulenti della famiglia Poggi, la traccia in questione non apparterrebbe ad Andrea Sempio, amico di Chiara e per un periodo finito al centro dell’attenzione degli inquirenti. Ma soprattutto, secondo quanto riportato dai legali della famiglia, l’impronta 33 sarebbe da ritenersi «estranea alla dinamica omicidiaria».
La consulenza, redatta su incarico privato, smentirebbe quindi le conclusioni della Procura di Pavia, che aveva attribuito la traccia proprio a Sempio. Gli avvocati della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, hanno chiesto che venisse disposto un incidente probatorio per rivalutare ufficialmente la questione. Tuttavia – si legge in una nota dei legali – la richiesta è stata respinta dai pubblici ministeri.
Nel frattempo emergono nuovi dettagli anche su un’altra traccia, finora rimasta in secondo piano: l’impronta n. 44. Si tratta di una sagoma di scarpa con righe nere verticali, rinvenuta sul muro destro delle scale che conducono alla tavernetta dell’abitazione. Repertata all’epoca come “indefinibile”, l’impronta è perpendicolare rispetto alla numero 33.
A riportarne l’esistenza sono oggi Il Fatto Quotidiano e Il Messaggero. Secondo quanto emerso, l’impronta 44 è tornata sotto esame da parte del Ris di Cagliari, che sta riesaminando l’intero corpus dei reperti raccolti nel villino.

La Procura di Pavia, guidata dal procuratore Fabio Napoleone, considera tre tracce fondamentali per ricostruire la dinamica dell’omicidio: l’impronta palmare 33, quella di scarpa 44, e una terza, la strisciata di sangue 97F. Secondo gli inquirenti, le tre tracce sarebbero collegate tra loro e restituirebbero il movimento di una sola persona: l’aggressore.
A supporto di questa tesi, la procura fa riferimento a impronte di polpastrelli individuate sulla spalla sinistra del pigiama di Chiara. Sarebbero state lasciate – è la ricostruzione – da una mano insanguinata, la stessa che avrebbe poi lasciato anche la macchia 97F sulla parete sinistra della scala, mentre il corpo della giovane veniva trascinato verso la parte inferiore dell’abitazione.
A quasi diciotto anni dai fatti, il delitto di Garlasco continua ad alimentare analisi tecniche, divergenze interpretative e nuove ipotesi investigative. La famiglia Poggi, con i propri consulenti, continua a sostenere la necessità di ulteriori approfondimenti, mentre la Procura sembra voler consolidare un quadro già definito.
