“Chi cammina per strada senza alzare lo sguardo dallo smartphone, rischiando di inciampare, scontrarsi con altre persone, attraversare la strada in modo pericoloso”. Questa è la definizione che la Treccani dà di “Smombie”. Ed è una notizia. Il vocabolario fra i più citati e consultati d’Italia, tanto prestigioso per il percorso storico quanto per la capacità di innovazione e studio linguistico, ha inserito fra i suoi termini anche questo che, per anni, era stato tanto cercato dai boomer.
È urticante, in effetti, andare in giro e sbattere contro qualcuno che sta camminando a testa bassa sul cellulare, o scendendo di fretta le scale della metro e venire ostruiti da qualcuno che cammina a due chilometri orari perché sta chattando online sullo smartphone. Ma se c’è una categoria a cui questo termine proprio serviva è quella dei boomer. Il termine è stato coniato nel 2008 in Germania e, ai tempi, era stata eletta parola dell’anno 2015 per il linguaggio giovanile.
Nel 2008 l’iPhone era arrivato da appena un anno sul mercato e gli smartphone stavano crescendo di numero. Sono cambiate poi negli anni le strutture e le dimensioni dei device, con i dispositivi che hanno raggiunto dimensioni maggiori e allargati a un utilizzo trasversale, dalle mappe al cinema. Inutile dire che oggi tutti hanno uno smartphone e inutile ricordare che tutti, anche noi, utilizziamo il cellulare mentre camminiamo.
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Ma se si vuole affrontare il discorso con un taglio più sociologico, si può ricordare un’altra parola che fa il paio con smombie, che è hikikomori. La parola è nata per riferirsi ad alcuni cittadini in Giappone che passano il tempo chiusi in casa, alienati dalla vita sociale e con un rifiuto per le relazioni e il senso di comunità. Non che gli smombie siano così esageratamente fuori dal mondo e caustici verso la società, ma è comprensibile che la tendenza all’iperconnessione porti in qualche modo - paradossalmente - a dissociarsi dalla realtà circostante.
Ma in realtà c’è poco da filosofeggiare: almeno una volta, tutti abbiamo risposto a una mail strada facendo e tutti hanno almeno una volta hanno googlato qualcosa mentre attraversavano la strada. Visto l’alto tasso di deficienti che siamo, come soluzione al problema e come già accaduto in Belgio e in Cina, nelle smart o sensitive city del futuro potrebbero esserci spazi nelle carreggiate per delle corsie dedicate agli smombie - un po’ come la corsia soltanto per chi gira in auto da solo in California - e quindi, come mosche dentro un barattolo, schiere di gen Z che vanno a sbattere fra di loro mentre gli altri pedoni gli girano intorno. Oppure, possiamo fermarci un attimo a riflettere e dire: ma che cazzo sto facendo? E mettere via il telefono.