Dimenticate la convinzione che mangiare pizza a Napoli e provincia sia estremamente economico. Nella maggior parte dei casi non è così. Ricordo quando da bambina mia nonna mi parlava della pizza “a ogge a otto”. Una usanza tutta napoletana di comprare una pizza oggi e pagarla la settimana successiva. Una buona Margherita a portafoglio, incartata e mangiata calda con il fiordilatte filante. Interessante pensare a quello come il pranzo del popolo. Un cibo buono, completo, ma soprattutto economico. Alla portata di tutti. Oggi invece non è più così. Facendo un giro per le pizzerie famose e quelle più frequentate e affollate di Napoli e dintorni, ci sono prezzi un tantino gonfiati. Ci si riempie spesso la bocca sull’utilizzo di ingredienti di qualità per giustificare il costo di alcune pizze, ma spesso sono scuse che poi ricadono sullo scontrino. Forse il proprio guadagno dovrebbe basarsi sulla quantità di pizze vendute? Per non parlare dei costi aggiuntivi di coperto, bibite o alcolici. Ma atteniamoci al costo della pizza. Quella classica, la buona e semplice Margherita. Una di quelle pizze che non hanno bisogno di nulla per splendere, gode di luce propria ed è una ambasciatrice del Made in Italy nel mondo. Andiamo con ordine, utilizzando la lista del Gambero Rosso delle nove migliori pizzerie di Napoli del 2023.
Partiamo da Starita, storico locale napoletano con sede principale a Materdei, e altre a Milano, Torino e Firenze. La sua Margherita costa 6.50 euro. Altro nome è quello di Oliva da Concettina ai Tre Santi, di Ciro Oliva. Qui invece costa 8 euro. Non può mancare Sorbillo. Anche qui abbiamo la Margherita al classico prezzo di 7 euro. Un’altra presente in questa lista è la Pizzeria di Francesco e Salvatore Salvo, a San Giorgio a Cremano. Qui una ottima Margherita ha il costo di 6 euro. A Napoli si vive molto di popolarità e tradizione e ci sono alcune pizzerie che è impossibile non conoscere. Un esempio è il Trianon, che oltre a essere legata alla tradizione nello stile e ingredienti utilizzati, è rimasta legata al classico prezzo, o quasi. Qui infatti una Margherita di tutto rispetto costa 5 euro. Un altro posto dove addirittura si racconta sia nata la pizza Margherita è la Pizzeria Brandi, con una storia che risale al 1780 e un costo contenuto di 5 euro e 50 centesimi.
Non si può, poi, non fare un salto da Pellone. Qui ci si basa sull’essenziale. Pochi fronzoli e molta sostanza. E mangi una buona e grande pizza Margherita a 5 euro. Infine, tra quelle più popolari, citiamo la Pizzeria dal Presidente, anche questa ferma a 5 euro. Le pizzerie popolari non deludono. Spostiamoci in provincia di Napoli, dove la situazione non cambia tantissimo. Parliamo di Portici, zona vesuviana. Una località molto frequentata, dai turisti. La prima pizzeria che cito è Gallo. Ottimo sapore e ingredienti per una Margherita che ha il costo di 5 euro e 20 centesimi. Un’altra pizzeria molto carina è Pummarola Gourmet. Il prezzo della classica Margherita è 5 euro. Abbiamo poi la Vesuvio. Qui una Margherita costa 6 euro. Infine, nella zona più trafficata della città troviamo Pizzeria del Centro che offre una Margherita a 6 euro.
Come si può notare non ci sono grandi differenze tra Napoli e provincia. Ciò che emerge è che a prescindere dal posto, dal nome, o dalle recensioni, il prezzo è tutto nelle mani del locale che lo decide autonomamente. Ricordo quando costava meno della metà. Come sia “lievitato” il prezzo, nel vero senso della parola, lo possiamo immaginare vista la situazione economica generale. Fatto sta che è aumentato proprio tutto e oggi un pasto veloce e sostanzioso, nonché molto gustoso, per una famiglia ha un costo notevole rispetto al passato (aggiungendo coperto, bibite ed eventuali alcolici). Mi piace pensare che, prima o poi, si capirà che le persone comuni avrebbero bisogno di maggiore semplicità e costi più bassi. Così come, oltre alla Margherita, ci sono una miriade di tipologie di pizze proposte e molta confusione. Si associano ingredienti talmente diversi tra loro che mai avremmo immaginato sarebbero andati a braccetto. Anche perché ci si basa sulla moda e sulla necessità di stupire per sbaragliare la concorrenza, ma si tralascia la sostanza. Io ancora spero che si possa tornare ai prezzi minimi di una volta. Sarebbe un bel traguardo (popolare) per tutti.