Abbiamo già parlato di Elena Basile, ex diplomatica, scrittrice, chiamata in televisione come opinionista politica e spesso presentata come “ex ambasciatrice”. Anche nella bio del suo account Twitter possiamo leggere “Former Ambassador”. Tuttavia il sindacato dei diplomatici, Sndmae, ha condiviso una nota in cui si sottolinea come Basile non sia stata mai, effettivamente, ambasciatrice: “La dottoressa Basile si è infatti dimessa dalla carriera diplomatica con il grado di ministro plenipotenziario, e sebbene, dopo aver servito a Tananarive, Toronto, Budapest e Lisbona abbia svolto nel corso della sua carriera anche le funzioni pro tempore di capo missione in Svezia e Belgio non è mai stata promossa al grado di ambasciatrice. Non si tratta di una mera distinzione formale ma di una corretta informazione del pubblico, dal momento in cui l’appellativo di ambasciatore/ambasciatrice incide direttamente sulla percezione dell’autorevolezza dell’interlocutrice”.
La nota arriva dopo le numerose apparizioni televisione e i numerosi articoli su Il Fatto quotidiano di Basile in cui la scrittrice avrebbe sostenuto posizioni considerate ambigue, paragonate in più di un’occasione a quelle di un’altra firma de Il Fatto, Alessandro Orsini. Pur non essendoci un dichiarato collegamento tra il comunicato del Sndmae e la presenza pubblica di Basile, e sostenendo comunque la piena libertà di espressione dell’autrice, l’intervento del sindacato ha contribuito ad alimentare una polemica. Elena Basile, in risposta, ha definito questa uscita parte della “macchina del fango” contro di lei e contro altre firme non schierate. Elena Basile, come Dario Fabbri, l’analista geopolitico “arruolato” da Enrico Mentana durante per commentare gli eventi in Ucraina, con la finta laurea, si è fatta forte del titolo di ambasciatrice nonostante non lo sia mai stata?
La risposta arriva dalla diretta interessata che con un post su Twitter critica le parole del sindacato: “Sono stata la prima ministra plenipotenziaria donna Ambasciatrice a Bruxelles I miei predecessori Min Plen uomini con funzioni di Ambasciatore come sottoscritta. Prassi: ambasciatori di funzione sono chiamati Ambasciatori. Tutti. Burocrazia ridicola, meschina. Macchina del fango”. Nella stessa nota il sindacato si dice solidale e vicino “al popolo e allo Stato di Israele per il brutale attacco terroristico di sabato 7 ottobre. Uguali sentimenti sono rivolti a tutti i Paesi che, come l’Italia, hanno connazionali ricompresi nel novero dei rapiti dai terroristi di Hamas, senza distinzione alcuna”.
Elena Basile, che da giorni accusa la rassegna stampa Esteri di non includere i sui articoli sulla guerra in Israele, è stata attaccata anche da alcuni esponenti politici, come Carlo Calenda che dice: “Interessante questo fatto che negli studi televisivi si ritenga di dover invitare qualcuno in ‘quota Hamas’ come scrive oggi Stefano Cappellini”. Anche Massimo Gramellini, nel suo spazio su Il Corriere della Sera, critica pesantemente Basile: “Ogni guerra ha l’Orsini che si merita. A questo giro ci tocca l’ex ambasciatrice Elena Basile. Appena appare in tv, corro a indossare sciarpa e cappotto, tale è il gelo che emana dai suoi modi ma soprattutto dalle sue parole, rigorosamente a senso unico. L’algida signora riduce ogni vicenda umana a un mero calcolo di interessi e rapporti di forza”.
E proprio Alessandro Orsini difende l’ex diplomatica, dopo aver condiviso il palco della Festa de Il Fatto il 9 settembre scorso: “Ecco, vorrei dire questo a tutti i minatori di Repubblica e del Corriere della Sera: attenti, Elena Basile non è come Alessandro Orsini, è molto peggio. È cattiva, è malvagia, è feroce. Elena Basile ragiona, è il male! È una persona pericolosa. Serrate i bimbi a casa e non fateli uscire affinché non scoprano mai quale sia il livello culturale della Repubblica e del Corriere della Sera”. Tra i personaggi pubblici che si sono esposti in difesa di Basile anche Selvaggia Lucarelli, accusata da Fabrizio Corona di "esercizio abusivo della professione" per il suo nuovo corso di giornalismo, pur non essendo iscritta all'ordine: “Al netto dei suoi modi a tratti naïf di cui possiamo talvolta sorridere, andrebbe ascoltata e rispettata. Le penne anche autorevoli (quasi tutti maschi) che la stanno trattando come la scema del villaggio, i tg e i giornali che sintetizzano o manipolano il suo pensiero con virgolettati falsi o semplificazioni da bar della serie ‘tifa per Hamas’ o ‘odia gli anglosassoni’ stanno facendo un lavoro di character assassination veramente deprecabile”.