“Cari amici, mi auguro che la questione di Gennaro Sangiuliano sia stata finalmente archiviata. Non se ne può più di leggere articoli su una che si chiama Boccia, che sarebbe stata la sua consigliera oppure fidanzata, non lo sappiamo perché non abbiamo l’abitudine di spiare sotto le lenzuola degli altri”. Parla il Direttore Vittorio Feltri, che in un video-editoriale per Il Giornale mette un punto alla vicenda dell’ormai ex ministro, sostituito da Alessandro Giuli, e punta l’attenzione su qualcos’altro: “C’è un episodio precedente che non è stato citato da nessun giornale, da una radio privata, da nessuno. E riguarda una delle figlie del ramo Agnelli, Ginevra Elkann. Sapete tutti chi è la famiglia, non una famiglia di poveracci. E in passato hanno ricevuto denari dallo Stato senza che nessuno fiatasse”. La famiglia Agenlli-Elkann è stata più volte accusata di aver scaricato le conseguenze della crisi sullo Stato e di aver coperto delle spese grazie a dei finanziamenti concessi dai governi. Ma Feltri si concentra, invece, su un caso di costume e decisamente meno importante di queste vicende: “Cosa è successo? È successo che si è scoperto che il predecessore di Sangiuliano, cioè Franceschini, aveva elargito tre milioni di euro a questa Ginevra Elkann, per girare un film. E questo è legale, perché si possono finanziare le opere d’arte. Quindi il ministro Franceschini non ha commesso una cosa così grave. Peccato che il film della signora Elkann, poi nelle sale, abbia incassato una miseria perché nessuno l’aveva visto, perché era una schifezza”.
In realtà, la notizia era già uscita qualche giorno fa anche su La Verità in un articolo a firma di Marcello Veneziani, che ricordava, a fronte del comportamento di Sangiuliano, il comportamento giudicato amichettista del ministro in quota Pd. Come detto anche da Feltri, nulla di irregolare in sé. Esiste un tesoretto in mano al ministero della Cultura destinato al finanziamento di opere del cinema considerate particolarmente meritevoli. È lo stesso tesoretto negato a C’è ancora domani di Paola Cortellesi o al recente Sicilian letters, un film ispirato alla vera storia di Matteo Messina Denaro e che vede nel cast due attori come Elio Germano e Toni Servillo (come mai non è stato finanziato?). Si notava, piuttosto, l’assurdità di un finanziamento destinato a una regista che alle spalle avrebbe una delle famiglie più ricche e potenti d’Italia. “È stata strafinanziata,” prosegue Feltri, “ha preso tre milioni e nessuno ha detto niente. Il ministro Franceschini non ha ricevuto neanche una critica”. Cosa avrebbe fatto il Direttore? “Io gli avrei, non dico sparato… ma metaforicamente sì. Gli avrei sparato”.