No, la diatriba relativa all’eredità Agnelli (e a quella Caracciolo) ancora non si è placata, anzi… La vicenda continua a far discutere, e ogni giorno vengono svelati nuovi dettagli che rischiano seriamente di trasformare questa diatriba familiare in un caso internazionale. E a dire il vero, questa lite che continua ormai da vent’anni tra Margherita Agnelli, figlia dell’Avvocato, e i suoi tre figli John, Lapo e Ginevra Elkann è già diventato un caso internazionale. Sotto la lente degli inquirenti, infatti, non c’è solamente la questione dell’eredità. Quest’ultima ha aperto un vaso di pandora fatto di opere d’arte sparite, conti segreti all’estero, presunte frodi fiscali, messaggini di WhatsApp tra madre e figli, documenti fasulli, e, adesso, tre moli nel porto francese di Beaulieu che rischiano di inguaiare seriamente gli eredi di Gianni.
Tutta colpa della grande passione per gli yacht e le barche di lusso dell’Avvocato, un passo falso che gli Elkann potrebbero rischiare di pagare caro. A rivelarlo sono i giornalisti Gaspare Gorresio e Gigi Moncalvo su La Verità. “Nel locale porticciolo turistico - rivelano i due - erano ormeggiati i suoi (di Agnelli, ndr) panfili, un’avveniristica barca a vela (Stealth) e un ex rimorchiatore, trasformato in natante di lusso (F100)”. Insomma, secondo quanto svelato dal quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, il profondo amore dell’Avvocato per il mare e la nautica “ha lasciato agli eredi la spia dell’esistenza di un patrimonio fuori dall’Italia”. Il motivo è semplice: “I natanti da sogno - scrivono Gorresio e Moncalvo - erano intestati a società offshore”. La suddetta questione era venuta fuori già nel 2013, quando in una richiesta di archiviazione veniva scritto, come riportato da La Verità: “«L’esistenza di tre moli (numeri 25, 26 e 27) presso il porto francese di Beaulieu, notoriamente in uso dall’avvocato Agnelli sin dagli anni Settanta e intestati a una finanziaria e a due società offshore metteva, nuovamente, in luce la disponibilità della famiglia Agnelli di schermi attraverso cui detenere beni celandone provenienza e titolarità»”. Ma quali sono queste società? Il giornale ne rivela i nomi: Triaria investments limited con sede in Jersey, Delphburn limited con sede nell’Isola di Man e Clestrina company limited, sempre in Jersey. Inoltre, continuano i due giornalisti, “la riconducibilità diretta dei tre moli all’avvocato Gianni Agnelli veniva altresì confermata dai figli di Achille Boroli […] persona che nel 2004 aveva rilevato i tre moli”. Secondo le ricostruzioni, “le tre società offshore riconducibili ad Agnelli avrebbero incassato 466.000 euro l’una”, mettendo in atto, continuano Gorresio e Moncalvo, “un gioco di scatole cinesi da far venire il mal di testa e di cui oggi non resta traccia”. Il motivo? “Come ha confermato Marco Emilio Boroli ai pm - si legge su La Verità -: «Documenti non ve ne sono perché sono stati distrutti»”.