Nuova pagine della storia infinita firmata Agnelli; vale a dire quella dell’eredità prima di Gianni (l’Avvocato) e poi di Marella. Dopo gli ultimi aggiornamenti, legati a presunte irregolarità fiscali, con l’iscrizione nel registro degli indagati di John Elkann, Robert Von Groueningen e Gianluca Ferrero, ecco che spunta una novità lanciata dal quotidiano La Verità. “Quella passione degli Elkann per i contanti” il titolo dell’articolo, questo a firma di Fabio Amendolara e Gaspare Gorresio, in cui si riporta “un uso disinvolto del denaro” da parte dei tre fratelli Elkann. A quanto pare, sottolinea sempre il giornale diretto da Maurizio Belpietro, risulterebbero “8 prepagate di John Elkann ricaricate con versamenti al bancomat” e prelievi corposi. Un esempio? “Lapo ritira circa 700.000 euro in banconote”, ma ad apparire è anche il nome di Ginevra, oltre a dei movimenti che potrebbero risultare quantomeno particolari. Si prevede un terremoto nella royal family torinese? Secondo Amendolara-Gorresio, “quel che emergerà (dalle perquisizioni dei giorni scorsi, ndr) potrebbe essere devastante”, anche se, continua l’articolo, “a perquisizioni ancora calde, le agenzie avevano smesso di battere lanci […]. Ma si sa - sottolineano i due autori del pezzo - con gli Agnelli i giornalisti riescono solo a fare i cani pastori” (piccola frecciatina a La Repubblica e La Stampa e alle diatribe politiche/editoriali dei giorni scorsi?). Ma se le perquisizioni sembrano essere acqua passata, ecco “le operazioni sospette - come si continua a leggere su La Verità - finite nelle more dei numerosi fascicoli aperti sulla diatriba di famiglia”.
Dunque, continua l’analisi del quotidiano, “risulta che John Elkann nel 2020 fosse titolare di otto carte prepagate, emesse da Banca Piemonte, istituto di fiducia degli Agnelli, utilizzate in modo non comune. In effetti sono state per lo più ricaricate con denaro contante tramite sportello bancario: 136.500 euro nell’arco di un anno. Generalmente due operazioni al giorno, più volte al mese (155 in tutto), effettuate a brevissima distanza l’una dall’altra per importi al massimo di 1.000 euro”, e infine “circa 8.000 euro sono stati prelevati cash, il resto è stato utilizzato per acquisti in negozi di vario genere. «Tale movimentazione non risulta apparentemente coerente con le finalità proprie degli strumenti di pagamento utilizzati» hanno evidenziato i risk manager”. Per quanto riguarda Lapo invece, continuano Amendolara e Gorresio, “tra il marzo 2020 e il dicembre 2021, ha ritirato circa 112.000 euro utilizzando cinque carte di credito [...]. Nei documenti visionati dalla Verità si parla anche di altre sei «carte prepagate contrattualizzate» (una bloccata per furto)con cui sarebbero stati effettuati 687 approvvigionamenti per un importo di quasi 150.000 euro. Un’altra segnalazione riguarda prelievi di contanti, per un totale di circa 247.000 euro, da sportelli Atm nel Comune di Milano, operazioni registrate nel periodo tra gennaio 2014 e maggio 2016”. Inoltre, “tra settembre 2017 e ottobre 2018 la carta di Lapo avrebbe ritirato ulteriori 179.000 euro”. Il dettaglio più curioso riguarda però un “bonifico inviato a una donna straniera di origine sudamericana che risulta disoccupata e, solo occasionalmente, occupata come sommelier. La signora - riporta il quotidiano - avrebbe ricevuto 23.000 euro da Lapo. «Non si comprende a che titolo riceva i soldi. Tutto lascia supporre un’attività ‘in nero’ con conseguente frode fiscale» annotano i segnalanti”. E per finire, “è finito sotto osservazione anche un bonifico da 30.000 euro ricevuto dall’azienda Italia Independent group [...] per la vendita di occhiali da sole a una società di contractor, attiva a Erbil, nel Kurdistan iracheno”. Anche Ginevra, quindi, è finita nel mirino dell’Antiriciclaggio. La figlia minore di Margherita Agnelli e Alain Elkann, annotano Amendolara-Gorresio, “tra marzo 2018 e marzo 2019, in 90 volte, ha ritirato circa 75.000 euro”. Ovviamente, sottolinea La Verità, “le centinaia di migliaia di euro incassate in contanti o i denari usati per le ricariche [...] non significano che dietro ci sia qualche reato”; anche se, conclude il giornale, “resta il fatto che in una battaglia legale in cui la madre dei tre rampolli lamenta la mancata dichiarazione di milioni di euro di vitalizio destinato a Marella anche queste segnalazioni non possono passare inosservate”.