Dopo lunghi mesi di trattative, di annunci e di attese, viene scritta definitivamente la parola fine su Italia Independent, ovvero l’avventura imprenditoriale nel settore dell’occhialeria di Lapo Elkann, con la tanto attesa, e temuta, liquidazione (questione di cui avevamo già parlato su MOW). Ma forse, in contemporanea, la stessa parola viene impressa anche sulla carriera di businessman del nipote dell’Avvocato, terminata in modo tragico, o quasi (anche se non è mai detto). La holding, quotata in borsa tra l’altro, così chiude i battenti dopo diciassette anni di attività, e di alcuni alti entusiasmanti e altrettanti (forse qualcuno in più) bassi desolanti. Infatti Italia Independent, fondata nel 2007, nel corso del suo cammino ha avuto anche momenti felici, con alti ricavi e una quotazione tutt’altro che banale; ma questo scenario, ormai, è parte del passato. A Lapo, scrive Mario Gerevini sul Corriere della Sera, a questo punto è possibile attribuire “un’attenuante e due aggravanti. L’attenuante - si legge nell'articolo - è quella di non aver mai gestito direttamente le sue aziende. La prima aggravante, da socio di riferimento, è di non aver scelto manager adeguati ammesso che il problema non fosse, in realtà, il progetto di business originario”, mentre “la seconda aggravante è aver coinvolto soci terzi con la quotazione in Borsa”. Comunque sia, non sono tutti strafalcioni quelli commessi nella sua carriera dal fratello minore di John Elkann. Scrive ancora Gerevini: “Resta, ovviamente, l’«altro» Lapo, quello che ha dato un contribuito di stile al design di grande successo della 500”, o quello delle felpe vintage Fiat, “sono un’altra idea di successo”, quello che “è stato anche nel consiglio di amministrazione Ferrari”, o ancora quello che ha “venduto Garage Italia più di due anni fa a una società svizzera”. Ma la chiusura di Italia Independent fa rumore, soprattutto perché arriva dopo anni di piani di rilancio e ricapitalizzazioni, e poi aiuti (anche dalle banche) ultramilionari e richieste di ulteriori aiuti. Insomma, Lapo in persona ci ha rimesso ben 40 milioni di euro (dato riportato dal Corriere), mentre alcuni creditori si sono accontentati solamente di minime quote di rimborso (come avevamo riportato su MOW), e in questo triste scenario, il giornalista Gigi Moncalvo rivela: “Ecco tutti i debiti che Lapo non pagherà”…
Secondo Moncalvo, raffinato conoscitore della Royal Family degli Agnelli (e Elkann), questa è “una storia che lascia stupefatti poiché una elargizione così generosa a una persona non si mai registrata, o forse - meglio - non era mai stata resa nota”. Infatti, si legge in un suo articolo pubblicato su Panorama, Lapo è “riuscito in una impresa titanica: ottenere dalle banche cui da anni deve molti soldi nientemeno che l’azzeramento dei suoi milioni di debiti verso di loro”. All’atto pratico parleremmo di condono. Un condono, però, molto particolare, visto che, scrive Moncalvo, “il beneficiario di questo «condono», tra l’altro, è privo dei requisiti richiesti in simili occasioni”. Così, il giornalista e scrittore passa in rassegna tutti passi falsi del nipote dell’Avvocato, ma anche tutto il suo patrimonio “di almeno una decina di miliardi di euro”, inclusa la tanto discussa eredità di nonna Marella e di nonno Gianni (la faida di famiglia è descritta da MOW). Moncalvo, inoltre, rende noto che il fallimento di Italia Independent, “avrebbe precluso (a Lapo,ndr) di amministrare qualche azienda (magari quelle del fratello)”, o di “entrare in qualche board come quello di Juventus o Ferrari”, e di “accedere al credito bancario”. Ma la soluzione arriva “dall’alto”, quasi fosse un vero e proprio miracolo divino. Scrive ancora Moncalvo: “Qualcuno interviene dall’alto convince quell’ipotetico e potente consesso formato da sei istituti di credito a cancellare i debiti di Lapo”. Ma anche i creditori privati, o alcuni di loro, cedono alla misericordia, e rinunciano (in media) a circa il 90% delle loro spettanze (come riportato su Panorama), incluso Cristiano Ronaldo che avrebbe accettato appena 700 mila. Ma nonostante questo taglio netto del credito di CR7, “che sia riuscito ad avere questi soldi - rivela Moncalvo - ha mandato in bestia gli altri creditori dovuto rinunciare a quasi tutto quello che vantavano: amministratori delle due società di Lapo, consulenti, commercialisti, legali, licenziatari dei marchi, Borsa italiana spa, Monte titoli spa, il revisore dei conti Deloitte & Touche (che ha perso 198 mila euro), rivenditori e fornitori di occhiali in Italia, in Cina e in Giappone, società di vigilanza delle sedi, agenzie di raccolta pubblicitaria. Un lungo elenco che in tutto - sottolinea il giornalista - ha dovuto rinunciare a 7,2 milioni”. Eccoli, insomma, secondo Moncalvo, i debiti che Lapo non pagherà, e forse a suo dire la profezia di Sergio Marchionne non era poi così sbagliata: “È molto creativo e talvolta ha qualche buona idea - citazione riportata da Panorama -. Ma occorre fare attenzione poiché è privo delle più elementari capacità finanziarie”.