No, la grande guerra nata sulla dubbia eredità Agnelli ancora non è finita, e anzi sembra essere destinata a non finire mai. Ogni giorno saltano fuori novità scontanti, racconti scabrosi e segreti mai confessati; come quello riportato dal giornalista Gigi Moncalvo sulle pagine del quotidiano La Verità. Lo scrittore di Agnelli coltelli e Juventus segreta porta indietro le lancette del tempo, e torna al 2003, l’anno della morte dell’Avvocato. La questione riguarda quel famoso accordo siglato tra Margherita Agnelli e la madre Marella Caracciolo, 1,3 miliardi per essere esclusa dalla successione per l’eredità, e inoltre riguarda anche l’ultima causa intentata dall’avvocato Emanuele Gamna nei confronti della stessa figlia di Gianni. Dunque, secondo Moncalvo, “non è vero […] che Margherita Agnelli fosse soddisfatta del duplice accordo che le era tato sottoposto dopo la morte del padre […] Lo conferma la postilla autografa che Margherita appone in calce al documento intitolato «Proposta accettata»”. Questa postilla, scritta a mano dalla ereditiera in persona in lingua francese, recita: “Accetto, per amore della pace di regolamentare definitivamente la successione di mio padre conformemente a questa proposta, precisando che ai miei occhi le cifre non sono conformi alla realtà”. Inoltre, nella stessa lettera Margherita pone due condizioni: “«Per il battello F100 - si legge su La Verità - se mia madre desidera che non sia venduto ella dovrà prenderne l’intera proprietà ricompensandomi». Secondo: «La proprietà dell’appartamento di Rue Fabre a Parigi e del suo contenuto deve essere chiarito e io voglio potrene divenire proprietaria se lo desidero nel corso del 2004 per la quota di valore»”. Ma Margherita non sapeva che quell’appartamento era già stato venduto…
Già, perché mentre madre e figlia si mettevano d’accordo sulla casa parigina (di proprietà di una delle società del gruppo Exor France, sottolinea Moncalvo nel suo articolo), la prima, si legge su La Verità, “lo aveva già venduto senza dirle nulla (a Margherita, ndr). Non solo ma ad acquistarlo - continua il giornalista - sono stati John e Lapo Elkann, e anche loro non hanno detto nulla alla madre”. Altra questione importante di questa storia è il prezzo della vendita dell’immobile, soprattutto se lo si confronta con il suo valore reale. Infatti, rivela sempre Moncalvo, “Marella avrebbe venduto il 21 novembre 2003, 75% a John, 25% a Lapo, al prezzo irrisorio di 350 mila euro contro un valore di mercato di almeno 1,5 milioni”. Ma non c’è soltanto l’appartamento di Rue Fabre a impensierire John Elkann, ma un possibile terremoto ai piani alti della Dicembre. La società della famiglia Agnelli è passata nelle mani dei tre fratelli Elkann, il primogenito, come rivelato da Stefano Zurlo su Il Giornale, detiene il 60% mentre Lapo e Ginevra hanno ciascuno il 20% delle quote. Ma tutto adesso potrebbe cambiare con le ultime indagine della guardia di finanza riguardo a una presunta evasione fiscale di donna Marella. La questione gira intorno a una domanda: ma dove risiedeva davvero la vedova Agnelli? In Svizzera o a Torino? Zurlo rivela, quindi, che “tre collaboratori di Marella delineano […] un quadro che potrebbe mandare in crisi certezze apparentemente inscalfibili: Marella viveva più in Italia che in Svizzera”. Inoltre, a queste tre voci si sarebbe aggiunta anche una quarta, ovvero, come si legge su Il Giornale, “quella autorevole, del marchese Lodovico Antinori. Ebbene, secondo Zurlo Antinori, grande amico dell’Avvocato, avrebbe consegnato al Fatto quotidiano una “verità assai nitida”, secondo cui “Marella fu forzata a trasferirsi a Lauenen, dove era infelice e dove andava solo un paio di mesi l’anno”. Scacco matto per gli inquirenti? Intanto si attende il Riesame in tribunale chiesto proprio da John Elkann.