Dopo cinque anni trascorsi nella campagna dell’Oxfordshire, Jeremy Clarkson, ex volto di Top Gear, oggi improbabile agricoltore, racconta nella sua rubrica sul Times come la vita nei campi gli abbia cambiato la percezione del tempo. “Quando vivevo a Londra, per sei mesi indossavo il cappotto, e per i successivi sei no. Non c’erano alberi né verde a indicare dove fossimo nel calendario”, scrive. “Le fragole c’erano sempre, anche a dicembre”. Oggi è tutta un’altra storia. “L’inizio di maggio è la stagione più bella dell’anno: alle sei e mezza del mattino, con la nebbia rossastra nella valle, i cespugli pieni di fiori di biancospino e gli uccelli che cantano come pazzi, sembra che l’erba cresca a vista d’occhio”. Una bellezza che, dice, rivaleggia con i paesaggi più spettacolari del mondo: “Lo ammetto, anche il nord dell’Iraq e l’Arizona sono splendidi… ma Chipping Norton il 10 maggio, poco dopo l’alba, li batte tutti”.

Ma sotto il romanticismo da cartolina, Clarkson denuncia sempre qualcosa. E in questo caso tuona sui problemi seri che affliggono l’agricoltura britannica. Il clima, innanzitutto. Da quando ha iniziato a gestire la sua azienda, Diddly Squat Farm, il tempo è diventato imprevedibile e drammatico: “Nel 2020 non ha piovuto affatto, poi ha piovuto troppo. E quest’anno, a maggio, abbiamo avuto 4 mm d’acqua. Non ci annaffi una cassetta di gerani con così poco”. La siccità, racconta, sta mettendo in ginocchio i raccolti: “Le mie cipolle e le barbabietole stanno lì nella polvere, immobili, come quei tossicodipendenti al fentanyl che si vedono per strada a San Francisco”, scrive con il suo solito sarcasmo tagliente. Poi c’è il paradosso economico. “In qualunque altro settore decidi tu quanto vale il tuo prodotto. Ma in agricoltura? Compro le mucche, le nutro, le curo… e poi qualcuno a Chicago decide quanto mi verrà pagato. Se è meno di quanto mi è costato, affari miei”. Neanche le scorciatoie sembrano funzionare. “Ho provato a vendere il mio orzo al mio stesso birrificio. Ma se calcolo il costo reale del raccolto, un pinta di Hawkstone costerebbe 7.000 sterline”. Lo stesso vale per il suo pub “farm-to-fork”: “È un’idea geniale, ma se facessi pagare il prezzo giusto per l’agnello, nessuno se lo potrebbe permettere. Quindi devo vendere sottocosto”. Infine, Clarkson non risparmia anche stavolta una frecciata al leader laburista Sir Keir Starmer: “Guarda un cespuglio in fiore e pensa: ‘Lo confischerò e ci costruirò una casa sopra’”. Tra ironia e amarezza, il nostro dipinge il quadro di una campagna inglese ancora affascinante, ma sempre più ostile per chi cerca di viverla, e non solo di fotografarla quando gli pare.
