Tra dichiarazioni-bomba (di quelle che in un bar farebbero volare le tazzine da caffè vuote o le bottigliette di plastica ipersottile che ti si schiacciano in mano) e fatti di cronaca che fanno alzare entrambe le sopracciglia, è arrivato il momento di ascoltare l’opinione di Paolo Giordano, navigato giornalista musicale per Il Giornale e fresco protagonista, insieme ai colleghi Luca Dondoni e Andrea Laffranchi, del neonato podcast “Pezzi: dentro la musica”. Con Giordano andiamo subito al sodo, lui di notizie ne mastica tante da anni, basta un piccolo assist e lui trasforma il passaggio in rete.
Victoria De Angelis (Måneskin) registra Psycho killer dei Talking Heads insieme ai Duran Duran e il prode John Taylor, storico bassista del gruppo, che esplode in un trionfale: “Victoria è probabilmente la più importante bassista elettrica in circolazione”. Che ne pensi?
Penso che la chiave per formulare un giudizio assennato su dichiarazioni come questa stia nei termini da utilizzare. Che in questo momento Victoria sia la più significativa, la più chiacchierata e la più famosa, è fuori di dubbio. Che sia anche la più brava, è un altro discorso. Mi pare azzardato affermarlo, ma mi sembra naturale: ha vent'anni. Nonostante la carriera finora mostruosa, ha comunque solo vent'anni, non dimentichiamolo. Credo che Victoria non abbia avuto nemmeno il tempo di arrivare a una perizia tecnica assoluta. O di avere quella totale padronanza dei propri gesti che sul palco si pretende che lei abbia. Detto questo, è davvero bravissima. Victoria è capace di essere sia precisa sia spettacolare. È perfettamente in grado di calarsi in una performance che non richiede solo abilità tecniche sullo strumento. Poi è evidente, se srotoliamo la storia del rock davanti a lei, di bassiste donna di altissimo livello ce ne sono state diverse, penso a Kim Gordon (Sonic Youth), irrinunciabile figura post-punk, a Tina Weymouth, autentico motore dei Talking Heads, a Kim Deal (Pixies), a Melissa Auf der Maur (Hole, Smashing Pumpkins). Stiamo nominando gruppi giganteschi, in quest’ottica aspetterei ad aggiungere Victoria alla lista.
Perché oggi anche a figure che non t’aspetti (Mick Jagger) preme incoronare i Måneskin? Fino a due anni fa, quando la band italiana aprì la data dei Rolling Stones a Las Vegas, Keith Richards disse: “Måneskin? Chi?”. Oggi è tutto cambiato...
C’è il bisogno di individuare dei punti di riferimento chiari. Un italiano che si lascia andare a certi giudizi potrebbe suonare patriottico – e comprensibilmente tale (perché non andare orgogliosi di un simbolo italiano positivo?) –, ma una star come Mick Jagger... credo che lui sia sinceramente colpito da quella che, in fin dei conti, è una splendida favola, una meravigliosa storia rock. I Måneskin – se n’è accorto anche lui – hanno colmato un vuoto che qualche anno addietro hanno provato a riempire i Greta Van Fleet, che però si sono persi presto. Non avevano la sfacciataggine e la sensualità che hanno i Måneskin.
Una battuta su Shiva, arrestato a Milano con l’accusa di tentato omicidio lo scorso 11 luglio a Settimo Milanese, per aver ferito alle gambe con una pistola due ragazzi che lo avrebbero aggredito. Un ennesimo episodio che è lo specchio della Milano violenta di oggi?
No, non credo che un episodio del genere possa essere considerato figlio, per dire, dell’attuale Amministrazione. Credo che i trapper che delinquono o si sono macchiati in passato di atti criminali (da Simba La Rue a Baby Gang passando appunto per Shiva, nda) sono protagonisti di un tipo di violenza che non può essere addebitata a Beppe Sala, queste situazioni sarebbero potute capitare a qualsiasi altro sindaco. Di certo Milano sta passando un periodo spaventoso. Immagino la sensazione di insicurezza che può avvertire una donna che si aggira sola, anche per le vie del centro, in determinati orari. I trapper che finiscono sotto i riflettori della giustizia non c’entrano con Sala, ma la Milano di oggi è indubbiamente pericolosa.