Anno Domini MMXXIV, nella perfida Albione il conservatore ed (ex) primo ministro Rishi Sunak richiama le elezioni anticipate, dopo che per mesi i sondaggi hanno collocato il Partito dei Tories indietro rispetto al Partito laburista dell’opposizione. A conferma di quanto detto le ultime elezioni amministrative per il sindaco di Londra, e la gloriosa stangata finale di Starmer. Bye Bye Tories. In mezzo al risveglio elettorale succede il G7, dove Sunak, come avrebbe detto mia nonna, si “consola con l’aglietto”. E l’aglietto in questo caso è l’amica trovata Giorgia Meloni. Abbiamo visto la nostra premier sciusciarsi in una fatidica stretta di mano in cui l'espressione di giubilo mista a estasi è diventata immediatamente il meme più condiviso nel selvaggio web. Ma non finisce qui: da bravo padrone di casa, Sunak invita la Meloni ad esplorare le bellezze, e soprattutto la nightlife, dello Yorkshire che, a detta sua, nulla ha da invidiare alla magia della Puglia. Leggo la dichiarazione e penso: “Silvia, be open to meraviglia e accogli l’invito di Sunak”.
Dopo dieci anni di permanenza in Uk mi rendo effettivamente conto di non aver mai esplorato la romantica regione dello Yorkshire e siccome sono incline a ricevere plurimi segnali dall’universo, succede che il mio profilo Facebook svalvola e cambia la data del mio compleanno al 6 luglio 1969. La bacheca viene inondata di auguri da amici e parenti. Non mi sento di smentire, ringrazio stile Sandra Marchegiano, e decido di festeggiare i miei 55 anni anticipati a Leeds, vibrante capitale dello Yorkshire. Prendo dunque un treno per direttissima da King’s Cross in compagnia dell'amica Farida, londoner DOC. Due gin tonic marca Tesco e crollo sui sedili della Liner. Al mio risveglio, segnata sul volto dalle cuciture dello zaino, scopro di essere già arrivata. Scendiamo quindi dal treno, sono le 21 ed è ancora pieno giorno, l'Inghilterra ha vinto contro la Svizzera, non piove e tutto sembra andare secondo i piani. La prima cosa di cui io e Farida ci rendiamo conto è che oltre a sembrare uscite da una serata all'adorato Forte Prenestino (essendo noi irriducibili fricchettone col cappotto da Epifanio) rispetto al resto della fauna locale siamo extremely overdressed. Spoilerando un poco il resto del racconto, quoto Farida che ha riassunto la wild life di Leeds come segue: "Ho visto più c*li nudi a Leeds che sulla spiaggia di Mondello".
Ore 21:06, nella City Square sfilano rispettivamente:
- Un uomo vestito da ape
- Un gruppo di persone vestite da Minions
- Due Bridesmaids (le prime di una lunga serie) che si passano una bambola gonfiabile
Oh yes, Leeds, babe!
Corriamo quindi a fare il check-in al The Met hotel. Nella sala principale circa 250 insegnanti di non so quale università sono in mood festaiolo perché è la awards night. Sfilano acchittatissime e poco bilanciate sui tacchi, a vederle mi vengono in mente antichi ricordi di quando insegnavo inglese in una prestigiosa scuola privata di Roma per 650 euro al mese. Non avrei preteso alcun premio ma due soldarelli in più magari... Anyhow, the Dog days are over. Da dietro al bancone del check-in il receptionist di origini asiatiche esclama ''Welcome to MY hotel''. Quando si dice essere fully-committed. Saliamo dunque ognuna nella sua stanza, ci diamo una rinfrescata e subito riusciamo per non perdere la golden hour.
L'aria per strada è elettrica. Imbocchiamo immediatamente una delle strade famose per la movida notturna: la Greek street. Un'alcova fatta di locali trash in cui spicca e ci richiama a sé l'immancabile local Wetherspoon. Come da tradizione, tutti sono lì per il pre-serata a bere alcol semi scaduto e a basso costo. Dal maxi-schermo stanno proiettando la partita Olanda vs Turchia. Sono tutti molto presi: l'Olanda è un vecchio nemico. Ovviamente quest'ultima vince e il morale scende, giusto per una manciata di secondi. Anche qui sono molte le persone mascherate, tra cui un uomo con indosso una tutina attillata color carne da cui spunta un grande pene in gommapiuma; e poi il costume più in tinta con la tappezzeria e il legno laccato del pub che sembra una nave: un giovane pirata ubriaco. Il pavimento ricoperto di moquette è assai fetido. Non solo cannucce di carta, fazzoletti usati, stuzzicadenti, ma una distesa ammirevole di ciglia finte. Tracanniamo i due gin tonic più zuccherini della storia contemporanea, e usciamo a fumare. Non abbiamo l'accendino, lo chiediamo a due uomini di mezz'età seduti a un tavolino, provano a sedurci, non riescono e ci regalano l'accendino.
Proseguiamo - prendendo in prestito le parole di Farida - il ''safari antropologico'' e imbocchiamo l'altra strada famosa per la nightlife: Call Lane. Un busker ci accoglie con il grande pezzo romantico di Elvis Can't Help Falling in Love, richiamando a sé i passanti da ogni angolo della strada. Cantiamo in coro, un momento catartico subito prima del devasto.
I c*li nudi di cui sopra appartengono ad una precisa e numerosissima categoria di donne in giro per Leeds: giovani quasi spose e damigelle d'onore. Scopriamo infatti che, assieme a Liverpool, Leeds è la città più gettonata per gli addii al nubilato, o come dicono qui hen parties. E questi culi impertinenti che fanno tanto allegria (sfido a trovare qualcuno a cui un paio di chiappe non fanno simpatia) si appoggiano in ogni dove: sui marciapiedi, sui muri, sulle panchine ghiacciate, a terra nei locali. Dopo un giro perlustrativo entriamo al gay bar The Bridge LST sul cui ingresso campeggia la scritta ''Love'' con il lettering Coca-Cola. Capiamo immediatamente che è il posto giusto per noi: veniamo accolte dagli Abba che il DJ magistralmente mixa in un mashup perfetto e combinato con Witney Houston e Cindy Lauper. Il paradiso. Accanto a noi un tris di donne di mezza età, tra cui una che sembra la copia sputata di Loredana Bertè di 30 anni fa, balla, si dimena, sono d'ispirazione.
Vado e torno dal bagno che si trova nel seminterrato. I miei capelli riccioluti e fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i cotton fioc attirano l'attenzione di una donna, Kat, che mi blocca, mi abbraccia, dice che ho dei capelli stupendi e mi tira un limone (semi)duro perché interrotto da me. Indico Fari, le dico che e' tutto molto bello, compreso il suo cappello, ma che la mia ragazza è un tipetto geloso. Si scusa, mi abbraccia di nuovo, e mi saluta. Presidente Meloni, lei DEVE accogliere l'invito di Sunak ed esplorare la città dello Yorkshire dove prende vita '''The Biggest celebration of LGBTQ+ LIFE''. Salutiamo quindi Kat, la Bertè e la Vanoni, ritornando verso Commercial street.
Ripassiamo per Call Lane e ci troviamo davanti un'esilarante scena del crimine: una porzione di strada è perimetrata dal nastro con su scritto "police", e una manciata di poliziotti immobili piantonano il quadrato. Al centro si trova il sospettato: uno sgabello in legno e ferro. Al quinto gin tonic ci è sembrato uno dei momenti più esilaranti della serata. Decidiamo dunque di riprenderci qualche istante, e ci sediamo fuori all’aria aperta. È lì che incontriamo George, un giovane archeologo molto timido che sta aspettando un Uber per tornare a casa. Fortunatamente per noi il taxi cancella la corsa, e ci mettiamo a chiacchierare. George è bisessuale e ci racconta che appena può fa visita a Leeds perché è davvero uno dei posti più sicuri per le persone queer. Mi fermo un attimo a pensare e realizzo che neanche per un secondo mi sono sentita in pericolo. Nonostante lo stato di ebrezza abbia colpito indistintamente tutta la città, non ho infatti assistito ad alcuna rissa, atto di violenza verbale, catcalling, o simili. Grazie a George scopriamo anche che esiste in pieno centro a Leeds la Wharf Chambers, uno spazio polifunzionale gestito da una cooperativa di lavoratori, il cui obiettivo è offrire un luogo inclusivo e accessibile per ospitare musica, arte, cinema, politica e discussioni. Prima di andare via, ci consiglia anche di esplorare questo villaggio nello Yorkshire chiamato Hebden Bridge che negli anni ‘80 è passato dall’essere una sleeping beauty a una lesbian beauty, o meglio, la Lesbian Capital of the Uk. È successo infatti che negli anni '70, artisti e attivisti si trasferirono per i prezzi accessibili delle case e nel ventennio successivo si formò una comunità lesbica coesa, e artefice di eventi come il Todmorden Women's Disco, che continuano tuttora. Un censimento del 2021 ha rivelato che il 9% della popolazione è lesbica, gay o bisessuale, una percentuale tre volte superiore alla media nazionale. Un safe heaven per la comunità LGBTQ+ che al più presto andremo a visitare.
Sono ormai le 3 del mattino, avendo avuto una cena liquida a base di solo alcol con Fari prendiamo la saggia decisione di andare a procacciarci del cibo. E lo troviamo nell’unico posto aperto a quell’ora, il paradiso di tutti i fattoni e beoni delle Western Countries: il McDonald's. Ora, io non so se avete presente la trasmissione Affare fatto (Auction Hunters) con Allen Haff e Clinton "Ton" Jones, ma comunque provate a chiudere gli occhi e immaginare un’orda di zombie molto educati che aspettano affamati il loro panino mentre l’inserviente urla nel microfono stile Non è la Rai una serie di numeri, esattamente come in un’asta. Fuori e dentro il bestiario è davvero affascinate, sia bipede che quadrupede. Tutto il trash di Leeds in a nutshell.
L’indomani è il turno di York, lì dove lo Yorkshire pudding (pastella a base di farina, uova e latte, cotta nel grasso di arrosto) è stato inventato. Le prime testimonianze di questa ricetta risalgono al XVIII secolo. Nel 1737, il libro anonimo ‘’The Whole Duty of a Woman," includeva una ricetta per "dripping pudding," considerata una versione primitiva dello Yorkshire pudding. Successivamente, nel 1747, Hannah Glasse pubblicò la ricetta in modo più dettagliato nel suo libro "The Art of Cookery Made Plain and Easy," chiamandola appunto Yorkshire pudding. Oggi viene servito nel tradizionale Sunday Roast, che io a Fari andiamo immediatamente a cercare. Nella nostra caccia allo Yorkshire pudding navighiamo stradine e viottoli che sembrano usciti da un libro di Harry Potter. No, non è l’hangover, sono le Shambles dove si tiene il mercato cittadino, le quali pare abbiano ispirato il design di Diagon Alley.
Mi manca già Leeds, e per quanto sia incantevole York, le piccole grandi chains di caffetterie e negozi, come del resto se ne vedono in molte cittadine in tutta Uk, la rendono priva di personalità. Una ‘’bella che non balla’’. Non fraintendetemi, i paesaggi suggestivi a cui si riferiva Sunak (Presidente Meloni prenda nota) sono lì proprio di fronte a noi, ma credo ci sia qualcosa che mi sfugge. L’anima errante della città che non si vuole far prendere. Non solo perché la domenica è il giorno più malinconico della settimana. L’universo però mi manda un altro segnale: accostato ad un albero di fronte all’imponente Minster un cartello recita le seguenti parole "The Ghost Trail" every night, whatever the weather, Adult £5. Per un prezzo così piccolo, dove a Londra ormai non ci compri neanche più un caffe macchiato, prendiamo l’occasione al volo. Attendiamo l’inizio del tour in un ristorante italiano chiamato La Piazza Antica, gestito da un albanese di nome Arian, il quale ha abitato per molti anni ad Artena e dove conosciamo anche Gianfranco, calabrese DOC, cameriere che non vuole svelare nulla di lui e alla domanda ‘’Sì, ma oltre a lavorare qui che fai nel tuo tempo libero?’’ risponde ‘’il p*rno attore’’.
Finalmente arriva il momento del Ghost Trail. La nostra guida si chiama Greg e non può farsi filmare perché la moglie ‘’non sa che fa questo di mestiere’’. Greg indossa un cappello stile Van Helsing di Hugh Jackman ma non ha altrettanti capelli. Il modo il cui recita le storie di fantasmi che infestano la città di York è di Shakespeariana memoria. Sfodera anche due/tre frasi in italiano molto articolate. Greg è un professionista. Nel gruppo abbiamo anche un bimbetto di circa sette anni, un clever cookie a cui non sfugge nulla. Lui e Greg sono davvero un duo brillante (mai quanto Lillo e Greg, ovviamente) ma intrattengono il pubblico a colpi di botta e risposta. La visita dura un’ora, forse quella meglio spesa a York, che ci apprestiamo a salutare. Mentre passiamo di fronte alla colonna romana ricostruita al contrario (si, la trovano durante degli scavi, si eccitano moltissimo, forse troppo, e la ricostruiscono al contrario) io e Fari veniamo inebriate da un godurioso odore di chocolate brownie. Fantastichiamo sull’esistenza di una magica factory di Willy Wonka ma scopriamo che di magico c’è ben poco: è Nestlè, e vabbè. Torniamo stanche e felici in stazione, sono le 21 e una grande sorpresa ci attende: tre bridesmaids e la sposina novella vestite del loro buon umore stanno gonfiando una bambola con appiccicata la faccia del futuro marito.
Heading to Leeds, honey!
Appello alle mie amiche: se faccio la cazzata di sposarmi, vi do un solo ordine: portatemi a Leeds!