Le elezioni sono sempre un gran bordello, questo si sa. Che sia il capoclasse, il sindaco, il rappresentante sindacale, il Presidente della Provincia, della Regione o del Consiglio, la turbolenza è inevitabile. In questi giorni si sono tenute le elezioni del Grande Oriente d'Italia, la prima Obbedienza nostrana della massoneria. Se la notizia è finita su tutti i giornali, non per il fatto in sé, ma perché si è trattato di una vera e propria battaglia interna tra i confratelli. Forse questa è già una prima grande notizia, il fatto che il fatto sia diventato una notizia - passate oltre il gioco di parole, ma molti hanno ancora l'idea della massoneria come di un ordine in cui vige la massima segretezza, come un qualcosa di occulto e conspiratorio. Invece no, oggi si sa tutto, ma davvero tutto, perfino i panni sporchi che per consuetudine generale, si sa, dovrebbero essere lavati in casa. Questa volta lo scandalo sembra anche abbastanza grosso, e porta con sé, anche se può ancora suonare strano parlando di massoneria, tutti i problemi che hanno le grandi democrazie, in tempo di elezioni. Prima, giusto due dati, a titolo informativo. Il Grande Oriente d'Italia è l'Obbedienza, così si chiama, più grande del nostro Paese. Più di 23mila iscritti. La sua sede amministrativa è attualmente a Roma, alla Villa del Vascello, ma fino al 1985 l'associazione ha avuto dimora nello storico Palazzo Giustiniani, oggi residenza ufficiale del Presidente del Senato della Repubblica Italiana. Come ogni altra associazione, il Grande Oriente ha una sua Costituzione, dei profili social; svolge attività, collaborazioni, fa cose e vede gente. Pure troppa, perché poi capita che nel 2017, la commissione Antimafia guidata da Rosi Bindi ordina il sequestro degli elenchi degli iscritti, per il sospetto di infiltrazioni, all'interno del Grande Oriente, da parte di alcuni esponenti della criminalità organizzata. Segnatevi questa cosa, perché gran parte della confusione elettorale di oggi arriva da qui. La cosa, infatti, assunse i toni di una sfiammata mediatica, e non solo. Rosi Bindi, durante la trasmissione Presa Diretta, disse che "Non siamo ancora alle conclusioni definitive, ma i primi risultati del nostro lavoro dimostrano che tra i nominativi degli iscritti alle logge massoniche della Calabria e della Sicilia, ci sono alcuni condannati per 416 bis, quindi per associazione mafiosa, e un numero considerevole di situazioni giudiziarie in itinere, imputati, rinviati a giudizio, sia di reati di mafia che di quelli che comunemente chiamiamo i reati spia di comportamenti mafiosi o comunque di collusione con la mafia". Non è un'inchiesta sulla massoneria, aggiunse, ma sui mafiosi massoni. Nessuna Obbedienza ufficiale tra quelle richieste, Sicilia e Calabria, consegnò le liste degli iscritti alla Commissione Parlamentare, così se ne ordinò il sequestro. Il Gran Maestro rispose che "La presidente Rosy Bindi ci dica i nomi, dica chiaramente a quale Obbedienza o a quali Obbedienze si riferisce quando parla genericamente dell’esistenza di alcuni condannati al 416 bis negli elenchi di massoni sequestrati. Noi vogliamo e pretendiamo, in questo preoccupante clima politico preelettorale di tutti contro tutti, che si faccia chiarezza nella massima trasparenza. Siamo stufi di strumentalizzazioni e di subire attacchi immotivati", ricordando inoltre che il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, aveva parlato di massoneria deviata, e non di quella regolare. Ancora Bisi, qualche mese dopo, disse che il vero obbiettivo di Rosi Bindi era quello di "eliminare i massoni", come in una "crociata". Ma non si limitò a questo. Bisi, come rappresentante del GOI, fece ricorso contro il sequestro degli elenchi, denunciò i parlamentari della Commissione per diffamazione. Il caso venne poi archiviato nel 2019, per insussistenza del fatto. Tuttavia, questa vicenda delle infiltrazioni mafiose smuove in maniera brutale le acque apparentemente calme dell'ambiente massonico. Se a questo scontro con la commissione Antimafia ci si aggiunge il fatto delle imminenti elezioni, e dell'impossibilità di ricandidare il già due volte Gran Maestro Stefano Bisi, la mareggiata è pronta.
Le elezioni partono già in un clima decisamente frizzantino, se non burrascoso. Il Gran Maestro Stefano Bisi non si può più ricandidare, avendo raggiunto il limite dei due mandati consecutivi. I candidati sono tre. Il calabrese Antonio Seminario, già Aggiunto del Gran Maestro, e indicato da quest'ultimo come suo successore ideale. Seminario riceve anche l'endorsement del gran maestro onorario Ugo Bellantoni, anche lui calabrese, già indagato, poi prosciolto, dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa avanzata dalla Procura di Catanzaro. Poi c'è il ravennate Leo Taroni, che ha come punto cardine del programma elettorale la lotta alle infiltrazioni mafiose all'interno dell'Obbedienza. Il confronto principale si gioca tra questi due candidati. Il terzo è il barese Pasquale La Pesa. Il problema della collusione con la mafia, soprattutto in clima elettorale, è ovvio che diventi polarizzante. Sul canale Telegram Il Cavaliere Nero, dedicato alla controinformazione massonica, da parte dei massoni, si parla del candidato calabrese puntando ampiamente su questa tematica. Ma non solo. Come in ogni canale Telegram che si rispetti, ci si trova veramente di tutto. Il Gran Maestro Bisi viene criticato per aver organizzato un convegno con un nemico storico della massoneria, la Chiesa. La memoria di Giordano Bruno, il filosofo arso vivo in Campo dei fiori, viene salvata soltanto dall'ex Gran Maestro Giuliano di Bernardo, che è stato anche di recente ospite di Fedez nel podcast Muschio Selvaggio, e che, bisogna dirlo, appoggia il candidato Taroni, quello che ha dichiarato guerra alle infiltrazioni mafiose. Il bello, però, arriva durante i giorni delle elezioni.
Si va a votare, inizia lo spoglio, si comincia a contare. Il mondo della massoneria italiana è in subbuglio, il canale Telegram scoppietta di notizie e dichiarazioni, perlopiù polemiche. Tra un Triplice e Fraterno Abbraccio e un altro, sempre fraternamente, ci si accoltella. Le polemiche riguardano principalmente l'area calabrese e siciliana. Bisi, il maestro uscente, è calabrese, calabrese è il suo ideale successore Seminario. Sul canale viene pubblicata una mappa geografica con le proiezioni di voto. L'Italia dei Fratelli Muratori è divisa in due. Un taglio netto. Taroni al nord (non ditelo a Umberto Bossi) Seminario al Sud. Qualcuno parla di minacce. Una tabella parziale, in cui si vede che in Calabria Seminario ha ottenuto ben 1531 voti. Il numero più alto presente: in Lombardia ne ha presi un quinto, circa 300, mentre il numero più alto di Taroni sono gli 889 che li hanno votato in Toscana. La tabella è incompleta, siamo alla sera del 4 marzo. Curiosità: in Sicilia e in Emilia-Romagna ancora non hanno iniziato a contare. Un Fratello sul canale scrive che la Calabria si conferma campionessa di velocità nel trasporto e nel conteggio. Subito dopo aggiunge anche che in Calabria hanno avuto il triplo delle schede, Un altro parla di elezioni bulgare che non possono essere lo specchio della realtà. Un altro ancora equipara la sezione siciliana al Marchese del Grillo di Alberto Sordi, e lamenta la stranezza per cui in Sicilia non si sia ancora iniziato a contare i voti, citando un articolo del Regolamento dell'Ordine, il quale prevede che il mancato invio delle buste entro 24 ore dalla chiusura della sezione elettorale. Un altro sostiene che in Sicilia i voti siano stati oggetto di compravendita. Altri ancora, un vero flame, sulle schede che non arrivano dalla Sicilia. Spunta anche la foto di un carro postale ottocentesco, per sottolineare il ritardo della consegna. Anche dall'Emilia-Romagna non arriva nulla, in un primo momento. C'è un risultato parziale che da in vantaggio, anche se di poco, Taroni. Qualcuno è demoralizzato, manca la Sicilia e si dà per scontato che vinca Seminario. Alle 10:34 del 5 marzo compare un messaggio dell'admin, si dice che è iniziata l'apertura dei pacchi arrivati dalla Sicilia. Quando arriva un pacco dalla Sicilia è sempre festa, anche se questa volta parliamo di voti: niente arancine, né olio fresco né limoni. Qualcuno ribadisce che il voto in Calabria è stato troppo dubbio, sia per tempistica che per tutto. A Taroni viene contestato un centinaio di voti, si dice, a Seminario nemmeno uno. Il Cavaliere Nero in persona invita al silenzio, e ad attendere i risultati. Cominciano i numeri. A quanto pare, avrebbe vinto Taroni per una quindicina di voti. Qualcuno esulta: via i mercanti dal tempio, dice. Il Cavaliere rincara, e dice che è ora di ricostruirlo, il tempio, liberandolo dai topi che l'hanno infestato. Poi, il degrado. Da qualche parte spunta fuori un deepfake di Taroni che annuncia la vittoria. Il Gran Maestro uscente Bisi dirama un comunicato ufficiale sul sito del GOI in cui accusa il sedicente vincitore delle elezioni di aver usato impunemente il simbolo ufficiale del Grande Oriente, e parla esplicitamente di fake news. Si tratta di una specie di Capitol Hill massonica, con Bisi nei panni di Trump? No, perché poi è lo stesso Taroni a pubblicare una lettera in cui dice che qualche simpaticone ha creato, come si fa con Gerry Scotti, un finto file audio con la sua voce per screditarlo davanti agli occhi dei confratelli. Ad ogni modo, tutti i giornali danno per vincitore Taroni, anche se sui canali ufficiali del Grande Oriente d'Italia, magari per ragioni soltanto burocratiche, ancora non c'è nulla. Sul profilo X dell'Obbedienza l'ultimo post, della mattina del 6 marzo, riguarda Shaquille O'Neal, il colossale campione della Nba famoso perché rompeva i tabelloni dei canestri durante le schiacciate. Anche lui è massone. Lo sapevate? Noi no.