Hoara Borselli è quasi sempre in prima pagina sul Giornale. Ex modella e attrice italiana, da anni si è dedicata interamente al mondo della politica e dell’informazione, come conduttrice e poi come giornalista di destra. L’abbiamo incontrata a Roma a L’Italia dei conservatori, il più importante evento di area conservatrice dell’anno, e le abbiamo chiesto cosa si muove nel mondo femminile della destra, da Marina Berlusconi sempre più liberal (come Melania Trump?) a Maria Rosaria Boccia, Giorgia Meloni sull’aborto, la sottorappresentazione delle donne nel governo e la trasformazione di Francesca Pascale in paladina dei diritti lgbtqia+.
Melania Trump si è dichiarata apertamente pro-aborto, in Italia Marina Berlusconi sono pro-diritti e vicini alle battaglie lgbtqia+. Le donne di destra stanno iniziando a guardare al progressismo?
È un tema estremamente divisivo tra destra e sinistra. Sicuramente la destra dice una cosa: siamo a favore della vita senza indugi, ma non abbiamo la minima intenzione di toccare la legge 194. La nostra politica è quella di dire che siamo a favore della vita e vogliamo aiutare le donne che magari sono costrette a ricorrere alla pratica dell’aborto per delle motivazioni esterne alla loro volontà (una questione economica, una questione di disagio). Ma se c’è la loro volontà di mezzo, c’è una legge che stabilisce che le donne sono libere di ricorrere a quella pratica e la destra ha detto chiaramente di garantire la libertà di scelta.
Quindi Giorgia Meloni, che indiscutibilmente ha raggiunto dei risultati importanti come donna (prima premier e prima leader di un partito di destra donna), non rischia di rimanere indietro rispetto a queste nuove tendenze?
Ma io non credo che una persona che diventa presidente del Consiglio, che chiaramente ha raggiunto un ruolo apicale, debba cambiare quella che è una sua impostazione di idee. I politici non devono andare dietro a questioni di comodo. Certo, le farebbe comodo dire quello che dicono altri per portare a sé una buona parte di consensi, perché la gente, soprattutto le nuove generazioni, sono molto sensibili a questi temi. Lei dice una cosa sacrosanta e ben più seria: non sono d’accordo con voi ma vi lascio la possibilità di agire secondo la vostra coscienza.
Caso Boccia-Sangiuliano, il ministro è stato persino costretto a dimettersi. Non crede ci sia stato eccessivo il modo di trattare l’influencer, spesso descritta come una manipolatrice e sfasciafamiglie?
Qui non si tratta di difendere un ministro, è questione di metodo. Siamo tutti diventati estremamente moralisti, tutte cime imbiancate. Sembra che abbiano scoperto ora grazie al ministro e a Boccia che esistono i tradimenti e le relazioni extraconiugali. Tutti scandalizzati… Invece quello che non può passare davvero inosservato è l’atteggiamento che c’è stato da parte di Maria Rosaria Boccia, che è andata ben oltre un discorso che riguarda la sfera personale. Mi rifaccio alle parole di Giorgia Meloni: le nostre donne si comportano in maniera esattamente opposta. Che non vuol dire che le donne debbano tacere quando subiscono un torto, ma la donna non dovrebbe utilizzare le sue armi per mettere in difficoltà una persona e arriva a questo genere di obiettivi (come una, per fortuna evitata, crisi di governo).
Lollobrigida, Sangiuliano, Salvini. Giorgia Meloni ha un problema con la classe dirigente? Non mancano un po’ delle donne di destra tanto elogiate dalla premier?
Abbiamo una donna di destra presidente del Consiglio, non basta? La destra ha delle donne estremamente valide. Il problema della classe di dirigente è un po’ un mantra che si ripete sempre con la destra. Ma il governo ha dato una dimostrazione di apertura fortissima. Basti pensare che se la sinistra oggi ha una leader donna è perché noi abbiamo una presidente del Consiglio donna. Se Giorgia Meloni non fosse diventata premier, oggi non ci sarebbe Elly Schlein, perché la sinistra non ha mai contemplato una donna.
Quanto è difficile essere giornalista, donna e di destra in questo Paese?
Se sei di destra, dicono, sei ignorante per definizione. Tu già devi dimostrare qualcosa in più, perché l’intelligenza è da un’altra parte. Questo non ha mai creato in me nessun senso di battaglia. Io sono sempre andata dritta fin da quando ho iniziato a espormi, anche in maniera netta, perché detesto le mezze vie. E da subito mi hanno avvertito, dicendomi che avrei fatto meglio a stare dall’altra parte, altrimenti non avrei mai lavorato. Invece la coerenza, almeno nel mio caso, alla fine ha premiato. Poi io sono per il merito, non per le quote rosa o altro, anche se un gap c’è e va colmato. Essere donna è più difficile forse in questo senso: quando scoprono che sai fare il tuo lavoro ti dicono “Ah, ma sei anche brava”. E ti dico, a sinistra si offendono per una frase del genere. Io non mi offendo e semmai sono contenta che finalmente se ne siano accorti. Si può essere bionde, si può essere di destra e si può anche scrivere in prima pagina sul Giornale.
Ha parlato di coerenza. Cosa pensa della conversione totale di Francesca Pascale alle cause della sinistra?
Francesca Pascale è una donna estremamente intelligente e ha un grande eloquio. Ha capito, come hanno capito tanti, che poteva diventare una straordinaria paladina toccando un tema che si sa essere di moda, quello dell’inclusione. Sta seguendo questa moda e le stanno dando un grandissimo spazio. Lei ha dichiarato di non voler scendere in politica, ma ho qualche dubbio. Potrebbe anche essere una persona molto valida. Sta seguendo una buona rotta.