In molti si chiedono come mai il mitico Chef Rubio, diventato popolare con trasmissioni come Unti e Bisunti o Camionisti in trattoria, da qualche anno non si veda più in tv, ma invece faccia spesso discutere per tweet contro i giornalisti (Maurizio Molinari di Repubblica) o contro le forze dell'ordine (come nel caso Aldrovandi). Il cuoco già da diversi anni ha intrapreso una sua personale battaglia per la causa palestinese, che si è tradotta il 26 gennaio con il fermo da parte della polizia, dopo essere stato trovato con una tanica da cinque litri di sangue di animale. Rubio era diretto verso il sit-in pro Palestina davanti alla Farnesina. Ma noi di MOW, attraverso una nostra fonte, siamo riusciti a saperne di più sui reali motivi che hanno spinto lo chef a cacciarsi nuovamente nei guai. Si tratterebbe quasi certamente della ritorsione dopo aver partecipato nel 2021 a una iniziativa benefica presso l'Istituto di Cultura italiana di Córdoba in Argentina dove era andato a cucinare per le mense dei poveri, i cui video furono censurati da parte dal Ministero degli Affari esteri perché lo chef indossava una t-shirt con la bandiera palestinese. Anche per questo motivo, Gabriele Rubini - questo il suo vero nome all'anagrafe - avrebbe deciso di partecipare alla manifestazione e di imbrattare la facciata del Ministero degli Affari Esteri. Una azione dimostrativa bloccata dalla polizia, che lo ha fermato e portato in commissariato. Ma ricordiamo la parabola di Chef Rubio degli ultimi anni.
Chef Rubio in tv
Chi era Chef Rubio prima di diventare Chef Rubio? Gabriele Rubini nasce rugbista (come suo fratello Giulio). Si avvicina al mondo della ristorazione grazie a diverse esperienze nelle cucine di tutto il mondo e ai corsi della Scuola Internazionale di Cucina Italiana di Gualtieri Marchesi. Nel 2013, Rubini esordisce in tv con Unti e Bisunti, il format televisivo on the road di Dmax in cui lo Chef a spasso per il Belpaese va alla ricerca di piatti della tradizione più "unti e bisunti", per poi sfidare un cuoco del posto. Chef Rubio non dimentica le cause nobili, dal 2014 infatti supporta Never Give Up, una associazione che si occupa dello studio e cura dei disturbi del comportamento alimentare e dal 2016 insieme alla coach Lis Deborah Donadio collabora con l'Istituto Statale per sordi di Roma per il programma Segni di gusto. Non è finita qui perché Rubio è stato anche cuoco ufficiale della nazionale italiana alle Paralimpiadi di Rio del 2016. D'un tratto però, dopo il biopic Unti e bisunti - La vera storia di Chef Rubio e È uno sporco lavoro, Camionisti in trattoria, Rubio alla ricerca del gusto perduto, la collaborazione tra lo Chef e Discovery nel 2019 si interrompe misteriosamente...
Controversie
E quindi che fine ha fatto lo Chef più affamato del Paese? Rubini ha preferito dedicarsi a progetti e cause più in linea con la sua sensibilità decidendo, poco dopo aver salutato i suoi fedeli telespettatori, di partire per Gaza insieme all'Acs - Associazione Cooperazione e Solidarietà, realtà che da oltre vent’anni opera in paesi esclusi dallo sviluppo economico, per distribuire al popolo palestinese messaggi di speranza e inclusione attraverso la cucina e la cultura. Ma non tutto va per il verso giusto, perché negli anni lo Chef è stato al centro di non poche polemiche. Dopo alcune battute considerate misogine da Amnesty International, l'ente ha preferito interrompere la collaborazione con Rubini. Le cose non sono andate certo meglio sul fronte politico. Lo Chef ha raccimolato negli anni alcune denunce per diffamazione ed è persino finito a processo per essersi esposto sul caso Aldovrandi. Rubio aveva infatti commentato il posizionamento dei rifiuti dell'immondia che si trovavano davanti al luogo in cui morì il giovane Federico Aldrovandi con un tweet parecchio esplicito: “Caro Comune di Ferrara anche se avete messo l'installazione 'la Monnezza' proprio a denunciare che chi uccise un ragazzino inerme furono 4 maiali della @Poliziadistato di Ferrara (@sindacato-Sap ancora in servizio) potreste far spostare i cassonetti? Grazie #Aldrovive#Ovunque”. E sulla causa palestinese...
La causa palestinese e la recente manifestazione
Passano gli anni ma non le questioni che girano attorno al nostro Chef che di recente ha condiviso un tweet contro il direttore di Repubblica, Maurizio Molinari sostenendo che il suo giornale fosse vicino a quello del Likud, complice di una propaganda sionista. Ma la vicinanza dello Chef alla causa palestinese non è certo una novità, dopo la sua missione direttamente sul posto di qualche anno fa a Gaza, Rubio è stato ritratto nelle fotografie che vi mostriamo nel 2021 all’Istituto di Cultura italiana di Córdoba in Argentina dove era andato a cucinare per le mense dei poveri (gli scatti provengono dal sito dello Chef) con una t-shirt che non è passata inosservata. Questa iniziativa infatti è stata censurata dal Ministero degli Affari esteri perché lo chef indossava una maglietta con la bandiera palestinese. Per questo e altri motivi, Gabriele Rubini avrebbe deciso di partecipare alla manifestazione pro Palestina dello scorso 26 gennaio e di imbrattare la facciata del Ministero degli Affari Esteri con la tanica di cinque litri di sangue animale che portava con sé, poi fermato dalla polizia.