Non c'è ancora una versione ufficiale che spiega cosa (o chi) abbia provocato il blackout che il 28 aprile ha lasciato una parte dell'Europa al buio per svariate ore. Sappiamo soltanto che l'epicentro della crisi energetica era localizzata in Spagna, e che da qui le tenebre si sarebbero in qualche modo diffuse in Portogallo e in Francia del sud. In un primo momento il sospetto era ricaduto sulla pista del possibile cyberattacco. Ma realizzato da chi? La Russia non avrebbe avuto ragioni plausibili per colpire Madrid e Lisbona, non certo le capitali che guidano l'Unione europea. Ancora meno ne avrebbe avuti la Cina che proprio con il governo spagnolo ha recentemente stretto diversi accordi energetici (ricordatevi questo passaggio: ci torneremo più avanti). Iran e Corea del Nord? Ipotesi realistica ma a detta degli esperti poco concreta. Passano dunque le ore e arriva la prima versione ufficiosa. I giornali parlano di un “raro fenomeno atmosferico” noto come “vibrazione atmosferica indotta”, e cioè di di fantomatiche “variazioni di temperatura” che avrebbero provocato oscillazioni nelle linee di alta tensione. Quasi nessuno ha abboccato all'amo e infatti anche le autorità meteorologiche spagnole hanno presto smentito questa teoria. Sta avendo, invece, un discreto successo un'altra ipotesi ufficiosa messa sul tavolo per sfamare la sempre più preoccupata opinione pubblica europea (ancora scossa dai kit di sopravvivenza sponsorizzati da Bruxelles): quella del blackout causato delle energie rinnovabili, e quindi del green, e quindi delle eco-follie sponsorizzate dall'Ue. In altre parole il solare non reggerebbe i picchi di tensione e, in certi casi, farebbe saltare la rete lasciando tutti quanti al buio: ipotesi molto, molto, molto accettata e più spendibile rispetto all'opzione “fenomeno atmosferico”. Ma è andata veramente così?


Come vi abbiamo spiegato, non c'è una versione ufficiale che consenta di risolvere il mistero. La Aemet (Agencia Estatal de Meteorologia) ha dichiarato che poco prima del blackout non si erano verificati fenomeni atmosferici inusuali, né variazioni termiche significative. Escluse altre possibili cause come le tempeste solari o cambiamenti di pressione atmosferica. Le indagini ufficiali sono ancora in corso, ma le prime analisi suppongono che il blackout potrebbe esser stato causato da una forte oscillazione del flusso di potenza nel sistema elettrico europeo che avrebbe compromesso l'equilibrio tra produzione e consumo di energia. Se così fosse, sarebbe effettivamente colpa di un problema tecnico collegabile al sistema delle energie rinnovabili. Da qui il processo immediato al settore green. Spagna e Portogallo sono infatti i modelli esemplari del piano dell'Ue di sostituire i combustibili fossili con fonti rinnovabili come l'energia solare e eolica. Secondo Red Electrica, il problema ha avuto origine nella regione sud-occidentale dell'Estremadura, che ospita la centrale nucleare più potente del Paese, alcune delle più grandi dighe idroelettriche e numerosi parchi solari. La stessa società elettrica il 16 aprile dichiarava con orgoglio di aver prodotto energia rinnovabile sufficiente a coprire la domanda: “La transizione ecologica sta procedendo”. Nel 2024 più della metà dell'elettricità spagnola proveniva da fonti rinnovabili, in aumento rispetto a circa un quarto rispetto a 15 anni fa. Nel frattempo il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez è una furia, vuole chiarire al più presto cosa sia avvenuto e non esclude nessuna ipotesi. Neppure quella dell'hackeraggio. Anche perché la crisi energetica è curiosamente avvenuta in un momento particolare. Sarà sicuramente un caso, ma pochi giorni fa Sanchez ha effettuato un viaggio in Cina per tendere la mano a Xi Jinping, per cercare un'alternativa europea agli Stati Uniti di Donald Trump e per attirare in patria investimenti capaci di bilanciare l'effetto dei dazi Usa (al momento congelati ma in futuro chissà).

Il viaggio del leader spagnlo ha infastidito Washington che, non a caso e a mezzo stampa, ha fatto sapere di aver ritenuto la trasferta pechinese di Sanchez non opportuna né nella forma né nella sostanza. L'amministrazione Trump, hanno spiegato fonti anonime al quotidiano El Mundo, ha acceso i riflettori sul governo spagnolo per monitorare due questioni: i rapporti tra Madrid e Pechino (che Sanchez ha rafforzato) e l'aumento della spesa militare in ottica Nato (che infastidisce Sanchez). In merito al primo punto, tra l'altro, c'è da dire che la Spagna sta consolidando una solida partnership con la Cina nel settore delle energie rinnovabili, con investimenti significativi e accordi strategici che mirano a rafforzare la transizione energetica europea. Il colosso cinese Envision Energy, per esempio, ha annunciato un investimento di 1 miliardo di dollari per costruire un parco industriale in Spagna dedicato alla produzione di elettrolizzatori per l’idrogeno verde. Il progetto, che dovrebbe partire nel 2026, mira a produrre fino a 5 Gw di capacità, quasi la metà dell’obiettivo nazionale spagnolo per il 2030. Un'intesa tra la società cinese Hygreen Energy e l'azienda spagnola Coxabengoa prevede invece lo sviluppo congiunto di impianti per l’idrogeno verde in Andalusia. E ancora: China Three Gorges Europe ha investito oltre 1 miliardo di dollari in Spagna, con progetti significativi come la centrale solare di Mula (Murcia), la più grande del paese. L'azienda ha inoltre installato circa 2 Gw di capacità rinnovabile in sette comunità autonome spagnole. Sarà poi sicuramente un caso che il blackout sia avvenuto pochi giorni dopo che il governo spagnolo aveva annullato unilateralmente un contratto da oltre 6 milioni di euro per l'acquisto di munizioni da Imi Systems, un'azienda israeliana. Siamo sicuri che dietro al blackout iberico ci siano soltanto le energie rinnovabili e qualche strano fenomeno atmosferico? Non è che qualcuno ha voluto avvisare l'Europa colpendo la Spagna?

