La scelta del Collegio dei cardinali elettori è ricaduta su Robert Prevost, che ha scelto come nome Leone XIV (qui vi spieghiamo quali sono i significati). Ma chi è il nuovo pontefice?
Il Cardinale Robert Francis Prevost, figura centrale della Chiesa cattolica contemporanea, ha vissuto un percorso ecclesiastico che intreccia rigore accademico, spirito missionario e responsabilità di governo. Nato a Chicago nel 1955, con una lunga esperienza in Perù e alla guida dell’Ordine di Sant’Agostino, Prevost è emerso negli ultimi anni come una delle personalità più fidate da Papa Francesco, fino a essere considerato un possibile cardinale “di compromesso” nel Conclave del 2025.
Prevost ha compiuto i primi passi nella vita religiosa nel 1977, entrando nel noviziato degli Agostiniani. Dopo una formazione accademica di alto livello – con studi in matematica, teologia e diritto canonico – ha servito come missionario in Perù, dove ha ricoperto ruoli educativi e pastorali di primo piano, tra cui quello di rettore del seminario agostiniano di Trujillo.
La sua leadership si è consolidata nel 1999, quando è stato eletto priore provinciale della Provincia Agostiniana di Chicago, e successivamente priore generale dell’Ordine, incarico che ha mantenuto per due mandati fino al 2013. Nel 2014 è tornato in Perù su richiesta di Papa Francesco, diventando prima amministratore apostolico e poi vescovo di Chiclayo.
Il suo profilo è diventato globale nel 2023, quando Francesco lo ha nominato prefetto del Dicastero per i Vescovi, un ruolo strategico nella nomina dei nuovi pastori della Chiesa. Nello stesso anno è stato creato cardinale. Stimato per discrezione, capacità di ascolto e sintesi, Prevost ha mantenuto un basso profilo mediatico ma ha guadagnato rapidamente rispetto all’interno della Curia.
Le sue posizioni su temi pastorali sono generalmente in linea con quelle del Papa: favorevole a un approccio inclusivo verso divorziati risposati e migranti, pur mostrando cautela nel dialogo con la comunità LGBTQ. “Il vescovo non dovrebbe essere un piccolo principe seduto nel suo regno,” ha dichiarato, in linea con la visione di una Chiesa più umile e vicina alla gente.
La sua carriera non è stata priva di controversie. È stato coinvolto in due casi legati ad abusi sessuali da parte di membri del clero, uno negli Stati Uniti e uno in Perù. In entrambi i casi, Prevost ha negato qualsiasi responsabilità diretta e i suoi sostenitori sottolineano la correttezza delle procedure adottate. Tuttavia, nel maggio 2025, è emersa una nuova accusa riguardante presunti pagamenti a vittime in Perù, circostanza che potrebbe pesare sulla sua immagine pubblica.
In vista del Conclave, Prevost è considerato da alcuni come un candidato “di raccordo”, grazie alla sua esperienza internazionale e alla reputazione di uomo equilibrato. Tuttavia, la sua recente elevazione al cardinalato e l’età relativamente giovane potrebbero limitarne le possibilità effettive.
Con incarichi in ben sette dicasteri e nella Commissione per il Governatorato del Vaticano, Prevost incarna l’equilibrio tra visione pastorale e competenza gestionale che ha caratterizzato molti dei più stretti collaboratori di Papa Francesco. Resta da vedere quale sarà il suo ruolo nella prossima fase della Chiesa universale.
