Dante ha inventato il Reich, detto dal ministro della cultura Gennaro Sangiuliano; Rivoluzione Dissoluzione che diviene Rivoluzione Derattizzazione dopo che il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, ha detto a Morgan “Non ti ho neanche pensato. Tu sei un topo”, prima di sbatterlo fuori da WhatsApp come una chat delle mamme qualsiasi. E questo in un solo giorno. Ci vorrebbe, più che un “mattinale”, un “serale” attraverso il quale seguire le inedite e strepitose attività quotidiane del nostro ministero alla Cultura. E poi aprirne un doveroso dibattito. Certo – e ci torneremo – Sangiuliano che indica come Dante Alighieri addirittura il fondatore del pensiero di Destra è roba forte, ma io sono più curioso di sapere: perché Sgarbi non pensa ai topi? Ho cercato su Google “topi nell’arte antica” e su Wikipedia esiste una pagina interamente dedicata all’argomento ed intitolata: “Ratto e topo nella cultura”, dove si può scoprire che non solo Hieronymus Bosch dipinge topi nel suo giardino delle delizie, ma esiste anche il dipinto “La donna e il topo” di Michel Martin Drolling e hanno dipinto topi anche George Phlegel e Willem Van Aelst, mentre a un anonimo della scuola caravaggesca appartiene “Ragazzo morso da un topo” (1630 circa). Ma comunque. Torniamo a Dante balilla.
Ci sono certo dantisti specializzati migliori di me capaci di cavare il Dante dal cul de sac in cui lo ha infilato il ministro Sangiuliano. Ma coltivo un certo amorazzo smodato per la logica per la quale l’unica opera vagamente socialista prima della vera comparsa del socialismo (intorno alla Rivoluzione francese) o dall’altra parte dell’oceano con l’opera di alcuni americani, e in ogni caso a Dante morto e sepolto, è “La città del sole”, che dopo una introduzione vagamente dedicata all’uguaglianza dei cittadini sforna una società meganazi al cui confronto i deliri hitleriani sono roba da boy scout. Questo per dire che la Destra, nel mondo appare forse con Caino (acquisizione della Tecnica – in senso severiniano – e uso di quest’ultima contro il debole, un capitalismo guerrafondaio ante litteram). Certo, sempre che non vogliamo considerare di Destra gli imperatori egiziani, gente alla mano fortemente comunista il cui pensiero Dante ha prontamente stoppato. Anche l’Impero Romano d’Occidente era dunque, secondo il ministro della Cultura, una società di uomini liberi in cui gli schiavi sceglievano di esserlo come filosofia di vita e se Ottone I il grande fondò il Reich lo fece – data la visione ucronica del nostro ministro alla cultura, lo fece “dopo” avere letto Marx. Quello che so è che Dante infine cedette alla scuola sicula-toscana, che parteggiava per il “volgare”, ossia la vera rivoluzione socialista del linguaggio che brasava il capitalismo elitario dell’uso del latino, e che – per l’influsso siculo dell’appunto citata scuola siculo-toscana – soleva spesso esclamare: - Ma che minchia dici?