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Il matrimonio della Murgia e la solita giustizia a orologeria italiana? Meglio Italodisco di The Kolors

  • di Stefano Bini Stefano Bini

17 luglio 2023

Il matrimonio della Murgia e la solita giustizia a orologeria italiana? Meglio Italodisco di The Kolors
Basta parlare di riforma della giustizia per scatenare una (presunta?) giustizia a orologeria nei confronti di esponenti del governo di centrodestra? E perché Michela Murgia si è sposata dopo aver dichiarato il matrimonio una questione “patriarcale e limitata”? Si fanno le femministe con le vite degli altri? In tutti questi italici cliché, forse meglio consolarsi con il successo di The Kolors, Italodisco…

di Stefano Bini Stefano Bini

Non è questa l’occasione adatta per entrare nel merito dei problemi giudiziari che sono sorti in brevissimo tempo per il sottosegretario alla giustizia Andrea Del Mastro, per il ministro del turismo Daniela Santanchè, per il figlio di Ignazio La Russa, i quali coinvolgono ca sans dire anche la seconda carica dello Stato, e di nuovo per Marcello Dell’Utri (e per Silvio Berlusconi: agghiacciante, tanto da suscitare la reazione della figlia Marina). Guardiamo però il rovescio della medaglia; finalmente dopo decenni un ministro della giustizia, Carlo Nordio, decide di “aggiustare” l’intoccabile magistratura e (la parte più politicizzata di) questa scatta con atti giudiziari nei confronti del governo di turno. Mettiamo un punto fermo: l’opinione pubblica non è più scema e non è rimasta ai tempi di Silvio Berlusconi. Le persecuzioni nei confronti del Cavaliere, poi di Matteo Renzi e ora di parte del Governo Meloni fanno sorridere i più. Tantissimi giornalisti, come persone comuni, già sapevano che il solo toccare la magistratura avrebbe scatenato questa ricerca del pelo nell’uovo di componenti dell’attuale esecutivo, direttamente o indirettamente, simbolo del fatto che molti si aspettavano il dejà vu, un film già visto che mette in imbarazzo in primis la credibilità della magistratura, che non è fatta solo di uomini da tagliola o personaggi di sinistra. Con questi gesti, attualmente la magistratura è più debole che mai sia sotto il profilo tecnico che morale e la colpa è sola sua, non avendo saputo gestire una mediazione governativa che prima o poi doveva arrivare poiché, scrivendo chiaro, questa non è mai stata indipendente ma parecchio dipendente da certe sensibilità.

Per una magistratura al minimo di credibilità storica, c’è un gruppo musicale nato nel programma Amici di Maria de Filippi che sta facendo ballare e cantare tutta Italia, oltre a essere primo in classifica con il singolo Italodisco, The Kolors. Le loro canzoni hanno tutte un sound indie anni ’80, che piacciono ai giovani come agli adulti, che scatenano ricordi indelebili, forti anche di video azzeccatissimi. Italodisco non è forse la canzone migliore della band, probabilmente il singolo in uscita con il testo più semplice, ma in un’estate fatta dai soliti problemi economici e sociali, con ancora in qualcuno lo spauracchio del Covid, questa è riuscita a conquistare davvero tutti. Il gruppo, battezzato e protetto da Maria De Filippi, ha sempre tenuto un basso profilo, lontano dalle polemiche e dal ciarpame mediatico, ha conquistato il popolo italiano con professionalità senza mai cadere in tranelli giornalistici. Il terzetto ha ormai una nutrita discografia e il rimanere “democristiani” senza esagerazioni, lo ha fatto amare da addetti ai lavori come dal pubblico, il quale lo premia con streaming da milioni di views e comprando i loro brani, poiché ispirano fiducia, sicurezza e con il loro sound dopo due ascolti impari la canzone di turno. Il leader Stash è un cantautore e si sente; seppur con la solita linea “testi semplici & sound anni ’80”, il cantante mette tanta passione e crede in quello in ciò canta. Altri dello stesso stile credono in ciò che fanno ma i testi vengono scritti da altri; Stash è cantante, autore e interprete, e c’è una abnorme differenza.

Michela Murgia con il neomarito "in articulo mortis"
Michela Murgia con il neomarito "in articulo mortis"

Da un gruppo musicale che ha conquistato l’Italia a una giornalista amata dalla sinistra e, per sua volontà, non amata dal centrodestra, Michela Murgia. La donna ha da poco dichiarato di avere un cancro terminale, infatti anche in questo caso non esamineremo il trascorso della malattia, ma la “bastoniamo” sotto il profilo editoriale, come vorrebbe lei, che ama tanto gli scontri intelligenti. Neppure in punto di morte (lei stessa ha dichiarato che le mancano pochi mesi di vita) riesce a non polemizzare con la moralità italiana, e dà spunti affinché i giornali parlino di lei; questa situazione rincuora perché è sintomo del fatto che nonostante tutto è ancora una leonessa. La Murgia si è sposata pochi giorni fa, civilmente, con il compagno Lorenzo Terenzi; ha dichiarato recentemente che il matrimonio è una questione “patriarcale e limitata”, ma allora perché si è sposata? Poteva non farlo, partire per un viaggio culturale all’estero, organizzare uno dei suoi polemicissimi incontri librari, invece ha deciso di concretizzare la forma più alta d’amore che esiste tra uomo e donna, il matrimonio appunto. E qui cade l’asino: la donna vorrebbe imporre un becero femminismo d’avanguardia nel quale, a quanto pare, non crede neppure lei, ma lo usa per avere spazio sui giornali e in tv. Michela Murgia ha l’abbraccio di tutta Italia per le condizioni mediche ma è pur sempre un personaggio della cultura criticabile come chiunque altro, che poi a conti fatti è quello che lei vuole. Spuntata su Rai 3 qualche anno fa, ha preso piede grazie ad un centrosinistra che lo ha osannata. Alzi la mano chi si ricorda un suo libro; nessuno. Alzi la mano chi si ricorda di alcune sue esternazioni poco felici sulla famiglia; notiamo parecchie braccia che si muovono.

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