“Maxi hackeraggio contro politici e cariche dello Stato, i pm: pericolo per la democrazia”. Questo uno dei tanti titoli allarmistici usciti sui giornali in questi giorni sul caso “spioni” Equalize e Sdi (il Sistema d’Indagine Informatico usato dalle forze dell’ordine italiane che contiene gli elementi che possono essere utili per le attività investigative). Per Nicola Porro, conduttore di Quarta Repubblica e vicedirettore de Il Giornale, si tratta di una esagerazione: “Tutti i giornali – le parole di Porro nella sua Zuppa – parlano di rischio per la democrazia. Cos'è successo? Una banda di spioni aveva accesso a una banca dati del Ministero degli Interni. Questa banca dati del Viminale è una banca dati che tutti noi giornalisti vorremmo avere, ma è certamente mille volte meno della banca dati che aveva Striano. Lì trovi tutti i dati di polizia su tutti i cittadini italiani. è poca roba? No, è un botto di roba, e queste notizie vanno consultate solo da magistrati e agenti di polizia che fanno le indagini. L'operazione di questi hacker e spioni (secondo i magistrati, perché dalla difesa non abbiamo sentito niente) è di una gravità fenomenale. Ma per cosa usavano gli accesi gli spioni? Per fare soldi, per operazioni commerciali, perché volevano sapere cosa faceva la fidanzata di Del Vecchio, perché volevano sapere cosa faceva il povero Rivolta. Tutte robe illegali, è evidente, se venissero confermate. Ma qui non siamo al rischio democrazia. È come se uno prendesse le foto di Nicola Porro con Franceschina e mi ricatta. Questo è un rischio per la democrazia? No, è una bastardata che deve essere punita, ma il rischio per la democrazia è quando magistrati e guardie si mettono a fare dossier sui politici”.
Porro sottolinea poi che “chiunque abbia fatto il cronista giudiziario sa perfettamente che c'è la possibilità attraverso un amico o un conoscente di fare un accesso singolo alla banca dati del Viminale. È vietato? Sì. C'è qualcuno che l'ha fatto fino adesso? Tantissime persone. Poi leggo 'bucato il Quirinale', sono giochetti che possono fare hacker di serie Z, quelli di mandare una email a nome di qualcun altro. E poi ovviamente per Caselli 'è impossibile non parlare di mafia', perché 'la politica non è più libera'. Ma la politica non è più libera perché abbiamo visto Striano con i suoi dossier, non perché abbiamo visto un Equalize che fa il Tom Ponzi. C'è un problema di dossier, c'è un problema di sicurezza del Viminale, ma si vuole buttare in vacca una grandissima operazione che è stata fatta da Striano e da Cafiero De Rao. Questi [di Equalize] hanno usato gli accessi per fare soldi, non per fare dossier. Si confonde lo spionaggio politico con lo spionaggio industriale. Anche questo è grave, ma il rischio per la democrazia è nello spionaggio politico, non in quello industriale come in questo caso".
Prosegue Porro in una successiva puntata della Zuppa: “I giornalisti italiani capiscono di tecnologia come io capisco di scacchi: un cazzo. Il sistema Beyond che entrava con un click all’interno del cervellone del Ministero degli Interni, server in Lituania (come magari li ho anche io per il mio sito, perché purtroppo i server non sono tutti in Italia). Si sono visti tutti quelli del Ministero degli Interni ad altissimo livello e hanno detto ‘ma che state a dire?’ Qua tutti gli accessi (che è una cosa del tutto vietata) fatti al cervellone del Ministero dell'Interni e dello Sdi sono stati fatti da impiegati infedeli, non da un cazzo di cervellone. Cosa che è sempre avvenuta nella storia dello Sdi, dove c'è un poliziotto che per conto dell'investigatore privato fa la ricerchina. Qui ne hanno fatte un botto, non è che sto diminuendo la forza penale di questa vicenda, ma sto dicendo che se immaginavi la Spectre da Londra eccetera eccetera, non c'era niente di tutto questo secondo il Ministero. E per il Gip il focus del gruppo non era la politica, ma la clientela economico-finanziaria. Tra l'altro parliamo di una società che fatturava 1 milione-1 milione e mezzo, cioè niente. Era semplicemente attività di investigazioni privata su aziende private, Barilla, Del Vecchio. E anche il Gip dice che non vede la piattaforma automatica di cui si parla, anche lui vede impiegati o militari infedeli. Stiamo parlando di un'agenzia investigativa di Milano che usava metodi poco trasparenti ma che non c'entra un cazzo con la tarantella dell'attacco alla democrazia che ci hanno fatto i magistrati, che invece – conclude Porro – sul caso Striano non è stata fatta”.
Nel frattempo la portata delle notizie si allarga ancora parlando di “pozzo senza fondo” e di altri sistemi “bucati”.