Lo schema è sempre lo stesso: tifo organizzato, curve infuocate, partite. Ma dietro i cori e gli striscioni si muove altro. E ora anche la Curva Sud della Roma entra nella lista nera delle inchieste sul narcotraffico legato agli ultras, dopo i casi che hanno travolto Inter e Milan. A Roma la questione assume contorni inquietanti: la Digos ha scoperto una vera e propria piazza di spaccio attiva nei bagni dello stadio Olimpico, durante le partite casalinghe dei giallorossi. Come fa sapere l’Ansa, sei gli ultras indagati, tre dei quali già raggiunti da un decreto di fissazione per l’interrogatorio, disposto dal gip su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e notificato oggi dalla Digos della Questura di Roma. Gli altri tre, tra cui anche un minorenne, sono stati oggetto di perquisizioni domiciliari e personali.
Tutti gravitano attorno al Gruppo Quadraro, che occupa il secondo anello della Curva Sud, storicamente una delle zone più calde del tifo romanista. Secondo quanto emerso dalle indagini, il gruppo avrebbe messo in piedi una struttura criminale a tutti gli effetti. Non si tratta di episodi isolati o occasionali, ma di una filiera ben articolata: dal trasporto dello stupefacente allo stadio, alla consegna interna, alla detenzione, fino alla vendita al dettaglio. Il tutto direttamente all’interno dei servizi igienici della curva, in occasione delle partite.

Una vera “curva di spaccio”, attiva sotto gli occhi di migliaia di tifosi e che, secondo gli inquirenti, avrebbe operato in modo continuativo almeno da gennaio fino a maggio 2024, durante numerosi match casalinghi della Roma. Le sostanze vendute? Prevalentemente cocaina e hashish, distribuite durante la partita, sfruttando il flusso di tifosi, la confusione e l’assenza di controlli efficaci in determinati punti dello stadio. Le indagini, coordinate dalla pm antimafia Francesca Crupi, si sono sviluppate con appostamenti, riprese e intercettazioni, arrivando a delineare una rete di complicità interna al tifo organizzato. Non solo spaccio, ma anche dinamiche di potere dentro la curva, in un contesto dove la gestione del business illegale si intreccia alla leadership negli spalti. L’operazione di oggi alza ulteriormente il livello di allarme. Dopo la Curva Nord interista e la Curva Sud del Milan, anche il cuore del tifo romanista viene travolto da un’indagine per traffico di droga. E ancora una volta, il calcio da passione si trasforma in copertura per traffici criminali, con lo stadio usato come luogo di transazioni e territorio d’influenza.

Nel frattempo, il decreto notificato oggi prevede interrogatori già nelle prossime settimane, ma gli sviluppi sono solo all’inizio. Gli inquirenti stanno cercando di risalire anche alla provenienza della droga e ai collegamenti esterni, perché nulla fa pensare che la filiera si esaurisca all’interno della curva. Il caso rischia di avere conseguenze pesanti non solo per i singoli indagati, ma per l’intero mondo ultras della capitale, già sotto osservazione dopo gli scontri, i casi di violenza e le infiltrazioni criminali. E intanto la domanda che sorge spontanea: quante altre curve italiane sono diventate ormai, silenziosamente, centrali di spaccio protette dalla fedeltà calcistica?