Finita la sbornia della Gintoneria e degli scazzi con Fedez e i suoi avvocati, è la volta buona che Fabrizio Corona riesce a mandare in onda lo speciale di Falsissimo sulle curve, rimandato più e più volte per motivi di sopravvenuta urgenza. Corona, prima di buttarla fuori, la presenta come “un'inchiesta giornalistica di estrema attualità, dura, documentata, senza filtri”. Ci tiene a specificarlo: a Gurulandia può anche fare il pagliaccio, ma qui la sua intenzione è fare sul serio. L'argomento è la curva sud del Milan, della quale si è già molto parlato anche in relazione alle frequentazioni vip dei suoi esponenti. Lusso e malavita, canzoni d'amore e guerriglia, cantanti che si ritirano da Sanremo e pestaggi in discoteca. Ecco la versione di Corona. Si parte da Sanremo, ovvero da Fedez e Emis Killa, entrambi coinvolti nelle indagini sulla curva milanista ma “legati da due fili completamente diversi, in cui il perno è Luca Lucci. Di lui sappiamo tutto, ma nessuno vi ha raccontato come ha fatto a diventare Luca Lucci. Ve lo raccontiamo noi, in esclusiva a Falsissimo”, promette Corona. Tutto inizia nei primi anni Duemila, in seguito ad alcuni scontri interni ai gruppi ultras milanisti dopo lo scioglimento della Fossa dei Leoni in due fazioni: i Leoni della Sud e i Guerrieri Ultras, al cui comando c'era Giancarlo Lombardi detto Sandokan. “Segnatevi questo nome”, dice Corona. Un altro gruppo ultras, i Commandos Tigre, sono contrari alla gestione di Sandokan e arrivano a scontrarsi dopo Milan-Roma, nel gennaio del 2007, quando Walter Settembrini, capo dei Commandos, viene aggredito fuori dallo stadio.


A quanto riporta Corona, dopo che Sandokan Lombardi viene condannato per estorsione, “serviva un secondo capo. A quel punto arriva Luca Lucci”. Lo spiega, al telefono con Corona, Il Barone, lo stesso personaggio che ha nominato Lucci come comandante della Sud: “Per me era un ragazzo responsabile”. Il Barone, afferma Corona, “È una persona per bene, oggi vive di pensione. Ma Luca Lucci nella sua ascesa ha sbagliato molte volte. La volta in cui ha sbagliato di più è il 15 febbraio 2009. Durante il derby dei tifosi al primo anello blu tirano giù uno striscione. Non l'avessero mai fatto: la furia di Lucci e dei suoi si scatena un una maniera incredibile. Vanno giù e aggrediscono le persone tra cui tale Virginio Motta che, colpito da un pugno di Lucci, perde un occhio ed entra in crisi depressiva, tanto che dopo qualche anno si suicida. Lucci viene condannato a pagare i danni subiti da Motta e la moglie di Lucci, in tribunale, urlerà contro Motta: i 140mila euro te li devi mangiare tutti in medicine, infame. Ma dopo la condanna l'ascesa di Lucci continua: vuole assumere il comando di tutti gli ultras eliminando gli avversari. A Genova, durante una partita, avviene l'aggressione a Pino Rosso, esponente dei Commandos. Tante persone contro una, ma la roba assurda è che Rosso, in ospedale, dirà che è caduto dalle scale. È un'inchiesta giornalistica, non è la solita puntata di gossip”, precisa Corona, “Mi permetto di dire certe cose un po' pericolose perché ho vissuto queste situazioni”. Le cose un po' pericolose di cui parla Corona riguardano il tentato omicidio di Enzo Anghinelli, che il giornalista descrive come “Il boss della zona in cui abitavo: un fratello, un sopravvissuto a diversi colpi di pistola, pluripregiudicato e criminale”, che sarebbe stato al centro di una lite con Lucci, indicato a sua volta da alcune indagini come il mandante del tentativo di assassinarlo. “Nel frattempo Lucci continua col narcotraffico e patteggia una condanna a 6 anni e 4 mesi, ma nel frattempo continua a lavorare, aprendo una catena di Barberie con Emiliano Giambelli, scusate, Emis Killa. Lucci, forte del suo potere, tenta di entrare nel mondo dello spettacolo e lo fa attraverso il rapper del momento”. Qui Corona specifica che si prende “Tutte le responsabilità da un punto di vista della comunicazione e della vita privata”, un disclaimer necessario prima di affermare che “Emis Killa nel momento in cui investe nella società sa da dove arrivano i soldi, e ve lo dico qui: Emis Killa prenderà una grande condanna. 12 quinques, quello che hanno dato a me al tempo dei soldi nel controsoffitto”. Poi aggiunge i dettagli di un'intercettazione in cui Lucci si vanterebbe di un anello ricevuto in regalo proprio da Emis Killa. E a quel punto “Tutti i cantanti diventano amici di Lucci perché chiedono protezione: Lazza, Fedez, Sfera. Tanto che poi viene aperta una società di eventi musicali, la Why Event, intestata per metà alla compagna di Lucci e per metà alla moglie di Norrito, arrestato per l'inchiesta Curva Nord e legato a Beretta, guardia del corpo di Clemente Zard, capo di Vivo Concerti”.

E qui entra in gioco Fedez, che secondo Corona è “Il gancio per Luca Lucci per iniziare a fare business”. Un contatto di Corona, che organizza date in Calabria da 20 anni, racconta che lui aveva prenotato solo una data con Fedez, che tra l'altro poi era stato male e non aveva nemmeno fatto, ma in ogni caso l'agente aveva “comprato la data da Vivo, che poi aveva chiesto di contrattualizzare con l'agenzia di Lucci”. Ma parlando di Fedez, Corona continua, vediamo cosa succede “quel fatidico 22 aprile con tale Iovino, l’uomo del caffè di Hillary. Vi picchiate, ci sono le immagini. Tu al muro, tutto altezzoso. Poi esce la notizia, si sparge la voce della spedizione punitiva. Fedez nega di aver partecipato, anche se poi viene dimostrato che c’era. Ma oggi”, e qui arriva un vero momento Corona, “ho messo la maglietta con le maniche corte e i tatuaggi per fare un po’ l’ultras. Tic tic tic, che cos’è questo rumore? Il rumore delle ore che passano dall'apertura di una nuova inchiesta”, poi prosegue rivolgendosi direttamente a Fedez: “non sono un infame come hai detto tu, faccio il mio lavoro. Alle 5 del mattino mi arriva un audio dove Federico Lucia, vi faccio vedere lo screen, poi come al solito lo vedremo cancella le parti più brutte. Questo audio lo tengo per quando arriverà la Procura a chiedermelo, ma ora vi dico cosa c’è”. Intanto, Corona mostra le intercettazioni da cui risulta che, siamo sempre dopo l’aggressione a Iovino, Lucci scrive a Fedez: “Fai il bravo, che anche oggi ho dovuto sistemartela”, mentre Fedez stesso manda un vocale a Corona, questo pubblicato a Falsissimo, in cui si lamenta che “è ridicolo: hanno aperto un fascicolo per lesioni quando non c'è un referto medico per far partire le lesioni d'ufficio, non c'è una denuncia, e quindi non c'è reato di lesioni. Sono matti!”. Corona gli dice di fare attenzione, ma lui risponde in tono minaccioso: “Certo che non è un gioco ma tutti devono stare attenti frate non devo stare attento solo io. Devono stare attenti tutti perché non sono mia moglie”. Due giorni dopo, Iovino si presenta a casa di Corona, “tumefatto, gli occhi di fuori, devastato. Iovino è grosso, muscoloso. Lui e un mio amico mi dicono: tu sai dov’è Fedez, andiamolo a prendere. Io gli rispondo, ragazzi, guardate che c’è di mezzo Luca Lucci. E loro mi dicono che Lucci lo ha scaricato. Gli rispondo: datemi un attimo di tempo che provo a parlare con Federico. Lo chiamo, e gli ripeto quello che mi hanno detto. Il mattino dopo mi arriva un messaggio di Luca Lucci: We sono Luca Lucci, comunque quello di ieri sera è un mio carissimo amico e mi ha detto che probabilmente hai capito male quando puoi chiamami che ci vediamo Un abbraccio. Poi facciamo una chiamata a tre: io, Fedez e Lucci, del tipo: ma cos’è sta storia che ti hanno detto che lo abbiamo scaricato?”. Una chiamata che ricorre anche nelle intercettazioni tra Lucci e Fedez, già uscita, in cui si parla di lui. “Corona è il peggiore di tutti”, scrive Lucci. “Matto vero mi sa”, risponde Fedez, “Ma va, furbo”, dice Lucci. “Eppure nulla eh non capisce mai”, dice Fedez, “Doppio gioco, domani ti racconto”, aggiunge Lucci, ammonendo Fedez così: “Ok che Corona è dalla tua ma non coinvolgerlo nelle robe, non lo sai che non si tiene una pisciata vuole fare i suoi scoop e le sue robe devi capire di chi ti puoi fidare e chi no. Comunque mo li sento io a questi tu non vedi nessuno se vogliamo vederci Ci stringiamo la mano e la chiudiamo qua. Te pensa a lavorare. Stai sereno. Fai il bravo me la vedo io”. Fedez risponde: “Ti vengo a trovare in sti giorni e ti porto un regalo”. “Abbiamo solo obblighi morali io e te e basta”, chiude Lucci. A questo punto spunta fuori un rapper “di cui non voglio fare il nome”, dice Corona mentre manda in schermo la foto di Tony Effe, “molto amico di Cristiano Iovino. Lui e altre persone iniziano a contattare persone di altissimo spessore criminale, tra cui un mio carissimo amico ora in carcere, legato alla mala romana, Kevin Di Napoli. Stava per scoppiare una guerra, tanto che questo cantante un giorno va da Lucci a parlare, ma lui lo gli dice: bello, hai capito male. Vai fuori di qua prima che finisce male. Ci doveva essere un regolamento di conti al release party di Capo Plaza, ma gli ultras della Lazio sono amici della curva dell’Inter, il quale ha un patto di non belligeranza col Milan. Lucci era amico di Beretta, quindi tutto si placa. Ma Iovino a un certo punto si apre l’ipotesi per Iovino di denunciare Fedez, allora io cerco di farli ragionare. Ci incontriamo tutti, con gli avvocati, nello studio di Minniti. Fedez arriva con il cappello all’indietro e il borsello verde da maranza. Dopo un po’ di trattative riesco a metterli d’accordo. Dico a Fedez: passi da Ruzza, paghi un orologio con la carta, poi passa Iovino e lo ritira”. Tutti contenti? Corona di sicuro sì, perchè è riuscito a guadagnare qualcosa dalla mediazione.

