Sempre sul crinale scivoloso tra il vero e il verosimile, dove è il potere della persuasione a fare l’unica differenza che conta davvero. Non si fa in tempo a prendere posto nella sala grande del ristorante Villa Renoir di Legnano, a pochi chilometri da Milano, che Fabrizio Corona si fa cogliere dall’afflato autocelebrativo, mentre la masturbazione pubblica dell’“Io” – il suo, qui in versione “consigli per gli acquisti – investe le decine di persone pronte a farsi stregare dal grande oratore: “Da settembre, non lo sa nessuno ve lo dico in anteprima, esce la mia serie su Netflix. Sono 6 puntate della mia vita. La presentiamo a New York. La mia storia è internazionale”. Ed eccolo, il piano si inclina. Le parole di Corona, smettono di significare per il loro valore letterale e iniziano ad essere pure scariche elettriche, con un unico obiettivo: rapire il pubblico. Quello davanti a lui e quello che lo guarda, di spalle, tramite un video poi postato sui social media: “Riprenderemo con una prossima stagione di Falsissimo, a quel punto nel 2026 faremo i palazzetti, fra il 2026 e il 2027 esco con il film al cinema, nel 2027, vado a Sanremo come superospite e tra tre anni divento Presidente del Consiglio. Vi basta?”. Sono già applausi e schiamazzi.

Fabrizio Corona, il "Guru", torna a parlare di tutto e di tutti. Del resto, lui pare essere ovunque. Sicuramente è stato – divertendosi – nella Gintoneria di proprietà di Davide Lacerenza amministrata da Stefania Nobile, figlia di Wanna Marchi. Il luogo in cui, secondo le indagini, è passata tutta Milano, è ora sotto sequestro con revoca della licenza, mentre Lacerenza e Nobile sono in arresto per droga e prostituzione. È proprio Lacerenza a incarnare al meglio, secondo Corona, il messaggio sotteso al caso della Gintoneria, quello che riguarda la totale mancanza di percezione del reato quando si vive in una realtà distorta: “Davide Lacerenza è il male peggiore, anche se non è neanche un ragazzo cattivo. Però nel momento in cui esageri e ti fai prendere troppo la mano diventi talmente palese che non può non succedere nulla. Poi ora si parla di Lacerenza perché è mediatico, perché fa fare ascolti, tutta l'informazione è legata alla mediaticità”.

È domenica sera, gioca l’Italia. Sta perdendo 3-0 contro la Germania. A fine serata riuscirà a pareggiare, ma questo a Corona non interessa: contro di lui questa Italia probabilmente non scenderebbe nemmeno in campo. Ma c’è un azzurro che proprio non va giù al nostro oratore: “Volete sapere chi sta sul cazzo a me? Sentite che mi sta sul cazzo: Spalletti. Ragazzi, io Spalletti lo odio. Guadagna 10 milioni di euro, Spalletti”. Anche qui, il pubblico va in brodo di giuggiole.

Poi si passa a parlare delle polemiche degli ultimi giorni, della puntata di Falsissimo su Fedez per la quale il rapper aveva consentito la pubblicazione salvo poi fare un passo indietro, sostiene Corona. I due hanno collaborato in passato, fa sapere il Guru sul palco, che sembra far trasparire un certo rispetto reciproco, ma poi infilza: “Le due puntate di Falsissimo sono state fatte d'accordo con lui. Nella puntata che manderemo in onda lunedì racconteremo che lui ha visto le puntate prima che andassero in onda. Pensare poi di fare una contro-narrazione a me, al re dell’informazione, è da folle. Significa cercare di giocare un altro campionato. Nel momento in cui poi cerchi di fermare attraverso una querela per stalking uno che conosce la legge e che ha le prove di quello che hai fatto, ti suicidi. Credo che dopo le due puntate di Falsissimo che usciranno lunedì e mercoledì, Federico – Fedez, appunto – avrà perso definitivamente quel briciolo di credibilità che aveva”.

Lo avrete capito: ora, per Corona, è il momento di distruggere gli idoli terreni. Per i santi, quelli veri – il Papa – e i sedicenti tali – Silvio Berlusconi – ci sarà tempo più tardi. Ed ecco che l’iconoclasta si scaglia verso il più sacro dei culti pagani: il calcio. Sceglie la più “tormentata” delle sue anime, “er pupone” Francesco Totti: “È stato tra i più grandi sportivi italiani e sicuramente il più legato a una maglia. Però ora se lo vedete è una macchietta. Perché? Perché sei Francesco Totti e sei costretto a metterti il logo di uno sponsor del mondo del calcio (Bentsson Sport) per fare un'intervista. E se sei costretto, come Pupo, ad andare in Russia per prendere 4-500mila euro (per un evento che riguarda il mondo delle scommesse sportive), allora la tua etica non conta nulla”.
All’improvviso, il fulmine: “Se mi dicono vai in Russia per 500mila euro io dico certo, ma ammazzo Putin”. È delirio tra il pubblico. “Lo ammazzo dopo aver preso i 500mila euro”, precisa.

Ed è ora che si toccano i Santi, o meglio, che secondo Corona si confondono i piani scivolosi tra la realtà e la provocazione, gli stessi che olea minuziosamente la sua scaltrezza della sua ars oratoria. Si parla di quando, qualche giorno fa, avrebbe dichiarato la morte di Papa Francesco, uscito poche ore fa dal Policlinico Gemelli dopo un mese di malattia che ne ha certificato l’estrema resistenza: “Chi guarda Gurlandia vede che bestemmio, che c'ho gli occhiali da sole, che cazzeggio. E quella roba lì è satira, è cazzeggio, scherzi. Quando ho detto che il Papa era morto è diventato virale. Mi veniva chiesto ovunque, dalle presentazioni alle discoteche. Ma tu mi hai mai sentito sui miei canali, sui miei programmi di informazione, o sui tre giornali, o sui tre siti di comunicazione su cui lavoro io – Dillinger, On Air e Falsissimo – parlare del Papa? No! Perché quella è una boutade, una provocazione, perché la gente si chiede, la gente del popolo, ma il Papa lo dov’è? Io ho almeno 30 direct dai medici infermieri che lavoravano a Gemelli che dicevano che il padre era morto. Ieri nel bollettino il medico ha detto che due volte l'hanno preso per i capelli. Ha rischiato veramente la morte”.

La serata sta volgendo al termine, si parla di televisione e della sua “disfatta” secondo il nostro Guru. Parla dei volti che l’hanno colonizzata, dei nomi che girano e rigirano saltando da un programma all’altro e da una rete all’altra, restando comunque sempre gli stessi. Sintomo che “il mondo della televisione è morto, – dice lui, perché – tutto quello che c'è in televisione è vecchio”. E prosegue: “Se devi dare un’immagine politicamente perfetta e pulita ti affidi alla Marcuzzi, che oggi vale come Amadeus, come Carlo Conti. Non valgono niente, sono persone che sono lì perché sono persone della porta accanto e non danno fastidio, sono come Fabio Fazio”. Uno solo sembra salvarsi dall’invettiva totale. Forse perché non è più tra noi, forse per compassione verso ciò che ha lasciato e che ha rappresentato anche il mondo del nostro Guru: “Silvio Berlusconi è stato il più grande imprenditore che abbiamo avuto in Italia”. Al nome del Cavaliere la sala cambia spirito. I toni selvaggi e sguaiati del pubblico fanno posto ad applausi solenni: “Da quando è morto lui, Mediaset è morta. Io ho giurato, quando è morto lui, che a Mediaset non ci avrei messo mai più piede”.

