9 ottobre 2025, alla Camera si vota per negare il processo contro i ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio e il sottosegretario Alfredo Mantovano per il caso della scarcerazione del torturatore libico Almasri. L’aula esprime il sostegno ai tre: non ci sarà nessun procedimento a loro carico. 10 ottobre 2025, il giorno dopo: viene inaugurato il Benghazi International Stadium, nella Libia orientale sotto il controllo del generale Haftar, con l’amichevole tra Inter e Atletico Madrid. O almeno tra ciò che rimane delle due squadre, con le prime linee impegnate con le rispettive nazionali. Dal punto di vista sportivo poca roba. Se l’idea dietro al via libera per la gara tra Milan-Como in Australia è chiara, sulla scelta di far giocare un’italiana in Libia qualche domanda in più bisognerebbe farsela. La prima decisione è prettamente economica, lo ha detto anche Luigi De Siervo, della Lega Serie A, puntando il dito contro Adrien Rabiot, centrocampista del Milan che ha espresso i suoi dubbi su questa trasferta: “Dovrebbe avere rispetto dei soldi che guadagna e assecondare maggiormente quello che è il suo datore di lavoro, cioè il Milan, che ha accettato e spinto perché questa partita si potesse giocare all'estero”. Inter-Atletico, invece, si gioca in Libia per altre ragioni: quali?

I tempi
Nella politica, come a teatro, contano le “pause”, i tempi. Il 2 novembre si rinnoverà il Memorandum per i migranti tra Italia e Libia stipulato nel 2017 dall’allora ministro Minniti e confermato nel 2022. Scadranno a breve i tre anni previsti per l’accordo. Sulle specifiche di quell’accordo si sono espresse, e da tempo, molte organizzazioni che si occupano dell’osservazione del rispetto dei diritti umani. Analisi peraltro confermate da diversi rapporti delle Nazione Unite, tra cui uno pubblicato nel 2022 e che ha certificato che i migranti in Libia subiscono “sparizioni forzate, torture, schiavitù, violenze sessuali, stupri”. L’Italia da parte sua fornisce supporto logistico ed economico alla guardia costiera libica (quest’ultima spesso collusa con i torturatori delle carceri) e contribuendo, di fatto, al trattamento dei migranti. “No” della Camera al processo contro i ministri e il sottosegretario per il caso Almasri; “sì” al proseguimento della partnership tra Italia e Libia sulla gestione dei flussi nel Mediterraneo. Nel mezzo un’amichevole tra le riserve di due squadre europee che si giocherà a Bengasi.

Chi è Haftar?
Il 2011, l’anno delle primavere arabe, il potere di Gheddafi vacilla. Si fa avanti in questo contesto il generale Khlaifa Belqasim Haftar, in quel periodo residente in Virginia, negli Stati Uniti. Poco dopo la caduta di Gheddafi (di cui Haftar fu, in passato, consigliere militare) decide di muoversi, formando un proprio esercito e nel giro di qualche anno raduna abbastanza forze per prendersi la parte orientale della Libia. Con l’Operazione Dignità del 2014 ottiene il controllo della Cirenaica. Nel 2018, poi, tenta di estendere il suo domiincio anche nel resto del Paese, puntando a Tripoli. Il progetto fallisce e la Libia resta un paese diviso tra il governo di unità Nazionale di Abdulhamid Dabaiba e il governo di stabilità nazionale di Osama Hammad, sostenuto dal generale. Haftar è stato anche colui che ha portato avanti la lotta all’Isis, aiutato dai raid aerei Usa.

Il figlio di Haftar e il “Fondo per la ricostruzione e lo sviluppo della Libia”
Dal 2024 nella Libia di Haftar esiste il “Fondo per la ricostruzione e lo sviluppo della Libia”, dotato di grande potere economico e con legami piuttosto stretti con l’Italia. A capo dell’iniziativa c’è Belkasem Haftar, il figlio del generale. Alla rivista Tempi è lo stesso direttore del fondo che ha spiegato che “le imprese italiane sono fondamentali per ricostruire la Libia”. Nella stessa intervista ha parlato di 12 miliardi da investire in tre anni in doversi progetti “nei settori dell’energia, dei trasporti, dell’educazione e delle infrastrutture”. Al primo Forum italo-libico di Bengasi hanno partecipato infatti circa 100 aziende Italiane e sono stati firmati 17 memorandum d’intesa relativi a vari settori strategici. La partita tra Inter e Atletico è promossa proprio dal Fondo diretto dal figlio di Haftar. Come riportato dalla Gazzetta dello sport, i due club hanno preso accordi direttamente con il Fondo nell’ambito della Reconstruction Cup. Una partita che, in questo contesto, per l’Italia sembra aver un valore non solo sportivo.
